Quando non era ancora un noto psicoterapeuta,
Milton Erickson trovò una mattina un cavallo
a pascolare nel suo terreno,
senza segni di riconoscimento.
Al momento di riconsegnarlo al proprietario, questi gli chiese:
“Come facevi a sapere che quel cavallo veniva da qui?”.
“Io non lo sapevo, ma il cavallo sì.
Non ho fatto altro che mantenerlo sulla strada giusta”.
(“La Mia Voce Ti Accompagnerà”,
Milton H. Erickson, Astrolabio Ed.)
Uno degli stimoli maggiori che mi ha donato la terapia è la rete di sostegno fornita da tanti punti di appoggio che ha iniziato a “mantenermi sulla via giusta” da un certo punto in poi.
Illustro così ai miei clienti che esistono 4 fasi in terapia, ma anche in qualsiasi rinascita personale:
- La 1^, preziosissima -di sollievo- dove ci si incontra con se stessi, si acquisisce finalmente la consapevolezza anelata per decenni (“Ah, saperlo prima!…”). E’ quella che qui chiamiamo Accettazione Incondizionata.
- La 2^, in cui, grazie a questa consapevolezza, fiorisce una vera a propria rinascita, leggera e profonda insieme. E’ la sorpresa che sgorga dalla Leggerezza Profonda.
- La 3^ -di tanti piccoli cambiamenti- che iniziano a portare fuori, nella realtà di tutti i giorni, un’Evoluzione Sostenibile.
- La 4^ -del Grande Cambiamento- in cui, dopo decine di piccoli passi, viene addirittura naturale rivoluzionare la propria esistenza. La percezione cambia completamente e muta all’improvviso la Visione Radicata.
E ciascuna di queste fasi si compie davvero se accompagnata da Corpo ed Emozioni, da una Pratica Bioenergetica, da un’Emozione Corporea.
In sostanza, solo con le parole e la consapevolezza, senza queste azioni concrete, passi precisi, schemi da mantenere, rimandi, rispecchiamenti e risonanze, una vera e propria Trasformazione del Carattere non può svilupparsi pienamente.
1. I cambiamenti della prima fase sono commoventi perché le persone sono trasfigurate dallo scoprire che:
- qualcosa è possibile fare per la loro -fin lì- scassatissima vita
- tutto può essere spiegato e affrontato, pezzo per pezzo
- è possibile una rinascita vera e propria, dopo anni e anni di elucubrazioni solitarie e ininfluenti.
Per come fare, si vedano i dettagli de l’Accettazione Incondizionata.
2. Dopo aver accettato tutto, la nostra vera essenza, il Dono della Ferita ricevuta, aver imparato a valorizzare fino in fondo il nostro personalissimo modo di esistere a questo mondo…
A) …Avendo accettato che non cambierà mai niente di illusorio, come credevamo prima del lavoro su noi stessi…
B) …di colpo, ci ritroveremo una marea di energia esplosiva da iniettare qui, oggi, stasera, o nelle prossime ferie, come non provavamo da anni. E ci sentiremo più vivi, veri e leggeri e profondi allo stesso tempo.
3. E’ tuttavia nella 3^ fase che si sviluppano quegli strumenti di sostegno dei quali si ha bisogno come il pane per poter progredire senza perdersi troppo.
Quel che succede –se io decido di lavorare su me stesso- è che posso mettere la bussola su queste mappe naviganti anziché sul grosso obiettivo dello Star Bene che non è concreto quindi poco motivante, nel mare magnum delle pressioni quotidiane.
4. Solo così fiorisce la 4^ Pratica, proprio come quando, seguendo la rotta, doppi un promontorio e respiri le sensazioni di quella splendida baia, ma non sei stato tutto il tempo a pensare a questa meraviglia, bensì ti sei sintonizzato sul percorso, seguendo le mappe, dettagliate e benedette.
Accade così che:
- si fanno bambini a cui non si pensava più
- si scopre la possibilità di un lavoro nuovo
- di una casa inaspettata
- sentendosi molto più responsabili di tenere in rotta il proprio cammino.
Cammino che ora segue sì il vento, ma solo perché opportunamente indirizzato.
(Si veda la serie di punti sulla Visione Radicata).
Le fasi sopra descritte sono 4 Pratiche, cioè leggi della natura vere e proprie, da rispettare e coltivare ogni giorno e in parallelo. Vale a dire che si ripresentano spesso e determinano la nostra vita. Semplicemente e inesorabilmente.
Conoscerle e soprattutto onorarle, trasfigura completamente il quadro di riferimento della nostra vita.
Per questo l’Analisi Corporea o anche solo gli esercizi bioenergetici settimanali, sono la garanzia di continuare a tracciare il solco della nostra nuova vita:
ci ricollegano alla concreta difficoltà, in modo sentito, corporeo, emotivo, reale ed evidente.
E ci permetteno così di ritrovare più in fretta la rotta e mantenerla.
Tra i grandi strumenti di rete di sostegno che si crea in tal modo, ci sono:
- lo scopo primario
- il lavoro sulla ferita, il tema, il ritiro e la propria evoluzione
- che cosa attraiamo nella nostra vita
- che cosa vediamo davvero dentro di noi
- quali relazioni ci sono tra ciò che accade fuori e le nostre dinamiche interne
- come distribuire le proprie energie, crearle e non disperderle
- come comportarsi di fronte ai paradossi della nostra giornata
- come sintonizzarsi su abbondanza e prosperità ed uscire finalmente dalla mancanza
E molto altro ancora.
In questa direzione, trovate decine di approfondimenti, suggerimenti pratici, veri e propri appigli che ci sorreggano tra l’asilo del mattino e l’orario di ingresso al lavoro, tra il traffico e la spesa in 20 minuti secchi (compresa la fila alle casse).
A cosa posso pensare oggi per non perdermi? Che cosa mi può far riprendere l’umore che ho compromesso stupidamente nella polemica prima di uscire dall’ufficio?
Questi meccanismi -piccoli e teneri proprio perché umani- legano i grandi concetti su come cambiare, migliorarsi, progredire, alla marea di impedimenti che proprio oggi mi sento sulle spalle.
Allora -d’accordo che ho deciso di lavorarci, e che mi prendo anche del tempo prezioso per farlo- ma se questi approfondimenti e letture, non hanno uno spirito meramente pratico, non mi sono di alcun aiuto.
E chi vo’ Ddie, s’ l’ preg. Chi vuole Dio se lo prega, dice un proverbio abruzzese. Se vuoi qualcosa devi andartelo a cercare attivamente, qui e ora, stamattina, nel traffico o nella metropolitana.
Tu dirai: “Lo so! Porca miseriaccia boia infame! Certo che lo so! Ma come fare?! E come non perdersi!? Questo è il problema!”.
Cominciamo allora dal fare “qualcosa di utile”, leggendo le indicazioni nei punti cliccabili (in azzurro) del precedente elenco di questo articolo, oppure andando avanti nella lettura dei punti successivi.
L’importante è che lo facciamo, dandoci per esempio degli intervalli di tempo come la giornata –o la settimana- per provarci fino in fondo, ricordando che noi siamo esseri soggetti all’alba e al tramonto, all’inizio e alla fine di un ciclo, alle stagioni di semina e raccolta.
Torna a: Qualcosa di Significativo: Indice dei Punti