16) Buttarsi a Capofitto

 

“L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO

 Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE 

Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI 

Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE 

L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO 

Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI 

Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA

Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE

 Madre teresa di calcutta

E allora sì. Mi tuffo completamente e senza più pensarci, in qualsiasi cosa. Cambio prima il modo e poi seguirà per quale obiettivo vale la pena battermi. Era così quando eravamo bambini. Qualsiasi scusa era buona: yeeeeeahhhh!.

Esistere con tutto se stessi in ogni cosa. E’ il tema più semplice e fondamentale per sentire finalmente pienezza e senso della vita. Mentre noi aspettiamo di sentire che valga la pena! Capite?

Ma chi ce l’ha insegnato che dobbiamo stare lì ad aspettare? Che cosa è mai arrivato aspettando buoni buoni al nostro posto col culo al caldo? E’ solo un grande, maledetto malinteso, sviluppatosi in Italia dopo la guerra e soprattutto dopo decenni di emigrazione: “trovati un lavoro sicuro” è un messaggio che ha influenzato intere generazioni, fino alla situazione di oggi, dove ormai è chiarissimo che così non può funzionare.

Allora, è sempre lo stesso paradosso: stare completamente al lavoro che abbiamo, ma stra-convinti che prima o poi qualcosa cambierà e ne troveremo un altro naturalmente e pienamente.

La prima volta che sono andato a fare una seduta di terapia bioenergetica, il mio terapeuta cretese mi ha detto letteralmente: “mettiti in questa posizione (scomodissima) e grida con tutto te stesso”.

“Come, scusi?”.

In realtà, gettarsi in ogni cosa non lo sappiamo fare più, mentre ci farebbe realizzare dov’è davvero il problema e percepire se gli interventi che stiamo mettendo in atto funzionano o no. Con esattezza. Non è questa la sensazione più importante di tutte?

La Metafora del Metro Quadro

Un’altra pietra miliare, per me, fu per certi versi la prima terapia che feci in Analisi Transazionale, con il mio primo analista, questa volta padovano. Dopo qualche mese di agitazione su quella sedia in cui ripetevo sempre le stesse cose, emerse il mio TEMA: mi sarebbe piaciuto esser da qualsiasi altra parte tranne che lì dove stavo. Sensazione che condividiamo ogni tanto con qualche miliardo di persone, non è vero?

Allora facemmo un accordo, io e lui: forse avrei fatto meglio a tracciare un cerchio ideale per terra intorno al mio corpo in ogni occasione della mia giornata. E cercare di essere soddisfatto CON TUTTO ME STESSO in quel metro quadro in ogni circostanza della giornata, settimana, stagione. E passai per una specie di illuminazione: conta la qualità, la presenza, la totalità con la quale passiamo per un’esperienza. Vale l’intensità della nostra attenzione, concentrazione. Le persone che stimiamo di più, per prima cosa stanno lì dove stanno, hanno deciso di non seguire la loro irrequietezza. Di lavorarci su, certo, sui motivi di insoddisfazione. Ma non rinunciare, sospendersi, rassegnarsi, ammalarsi, deprimersi, andare con la testa in fantasie. Per esempio? Sto male dove sto? Decido di stare malissimo, completamente, di accettare che questo è il mio posto. Non mi va di fare una cosa? La faccio con tutto me stesso. Ci sarà un motivo per cui sono qui. Allora mi apro e smetto di essere qui per sbaglio, per chissà quale ingiustizia, o sfiga cosmica. E mi apro, mi incazzo come una belva, ma non la sfogo sugli altri, mi coinvolgo, reagisco con tutta la mia forza. E la smetto di mandare a quel paese, in modo consapevole o indiretto, chiunque mi si avvicini, solo perché sono avvelenato o assente, contrario, provocatorio, passivo, inutile.

“Come va?”. “Come vuoi che vada, sono incazzato nero: è vita questa? Ne devo venire a capo. Ma se non ci sto male, non mi attivo in nessun cambiamento”.

Difficile, eh? Eppure è così vero. Solo che ci vuole FURORE per riuscire ad imporsi qualcosa prima sentire una liberazione cosmica.

E fuori, da quel posto, con tutto me stesso, lavorare con l’aiuto serio e applicato di esperti, libri, corsi, esperienze, tentativi, errori, ribaltamenti di prospettive e opinioni, applicandomi a risolvere i miei problemi: lavoro, affetti, relazioni, senso della vita, cattive abitudini, tare familiari antiche. Qualsiasi cosa: lo affronto e ci provo. L’universo sente la direzione che prendiamo. E gli altri ce la rimandano, premiandoci o massacrandoci.

Ma scusate: se siamo gravemente malati, non ci dedichiamo completamente a ristabilire la nostra salute? E allora perché se siamo gravemente scontenti non pensiamo ad altro che a distrarci? E’ l’ennesimo paradosso, ma molto efficace: sto tanto male qui per poi stare molto bene fuori da qui.

Lavorare per se stessi con tutto se stessi è un piacere. E se non lo è? Lo sarà da un’altra parte solo se io sento e sto dentro alla mia insoddisfazione e la ascolto, in modo che mi dia degli spunti concreti. Se mi stordisco, invece non capisco più niente.

Una volta, in un’azienda, mi chiamano perché una dipendente era completamente contro gli altri: polemica, chiusa, sprezzante, non collaborativa. Mi chiedono così di sentire le sue ragioni e cercare di ascoltarla. Io risposi che l’avrei incontrata di lì a pochi giorni. Mi richiamano il giorno dopo: c’era una novità, piuttosto imbarazzante, che non mi avevano detto prima: quella mattina, ormai stufi, tutti i colleghi di quella persona erano usciti dall’ufficio perché lei emanava un odore così insopportabile a tal punto che in quello spazio non si poteva lavorare.

Ma dobbiamo arrivare fino a questo punto? La nostra vita o è bloccata e lo è –come vedete- in modo scioccante; oppure è sbloccata, e lo è in modo totale, questa è l’unica cosa che conta.

Alla fine, incontrai quella persona che non emanava quel giorno alcun cattivo odore. Eppure arrivai a doverne parlare e ad affrontare qualsiasi blocco lei sentisse.

Al termine, lei sembrò rifiorire letteralmente in poche settimane. E solo perché si era come liberata di pesi che non condivideva con nessuno.

Di lì ad un paio di mesi decise di chiudere con quel lavoro, cambiò città e ricominciò a vivere una vita degna di essere vissuta. Speriamo solo che poi non sia ricaduta nelle stesse disgrazie. Ma come evitarlo? Lavorandoci su. Non si può mica abdicare.

E’ solo la divisione di sé a rendere penose tutte le cose che lo sono. I bambini non fanno fatica. Perché? Perché si divertono in ogni cosa che fanno andando semplicemente in profondità. Riprendiamocelo.

 

Quindi alziamo la posta: del divertimento, coinvolgimento, risultato, incazzatura. Tutto molto, molto di più. Adesso capite cosa intendo per cambiare per cambiare? Cambio tutto, qualcosa succederà. E in ogni caso, come i bambini, mi divertirò sempre di più. Esempi? Ci sono persone che leggono queste note che:

  • hanno lasciato l’azienda per fare i tour operator completamente dal nulla in modi di viaggiare estremamente creativi e di successo (“N’altra vita…”)
  • altri che hanno aperto catene di cibo regionale siciliano oppure dei piccoli negozi di cibo italiano alle Baleari
  • altri che hanno rilevato aranceti abbandonati dai nonni e deciso di fare gli agricoltori.

 

A 35-40 anni, i giochi sono fatti. Questa è la verità. E se la strada lavorativa non ha dato i frutti che speravamo, occorre coglierne i segnali e prenderne atto, tutto qui.

Ma non stiamo parlando solo di scelte estreme. Per carità…

E’ sufficiente che io esca dalle metafore “spazio e tempo che non ci sono mai” ed entro in intensità, qualità, concentrazione, attenzione, impeto e totalità. Che sentano tutti che la musica è cambiata, almeno per quanto mi riguarda. Il resto è molto meno importante.

Ovvio, devo decidermi, una bella mattina -e non fare più compromessi.

17)  Una Bella Mattina
18)  Mai più Compromessi

Riepilogo: La Nona Stagione

1)    La Nona Stagione
2)    Tornare a sintonizzarsi sui desideri
3)    Liberarsi degli Obiettivi
4)    Le Uniche 2 Condizioni Motivanti per raggiungere gli obiettivi
5)    Questionario Esistenziale di Ammissione di NON Raggiungimento Obiettivi
6)    Chiedersi Ogni Giorno: Se Non Ora, Quando?
7)    L’Esercizio dello Stacco

8)    Concentrarsi Su Rituali Legati a Belle Emozioni
8a)  Collegare le Abitudini Alimentari al Piacere
9)    20 Serate Motivanti
10)  Cambiare per Cambiare
11)  Cercare lo Scopo Primario
12)  Innamorarsi da Dentro
13) Brilla il Sole, Dentro: il Segreto dell’Innamoramento
14)  Famolo Strano
15)  Se Mi Lamento, Sparatemi
16)  Buttarsi a Capofitto
17)  Una Bella Mattina
18)  Mai più Compromessi
19)  Io Creo o Consumo?
20)  Indugiare è il Problema

Leggi il programma completo degli incontri di Terapia di Gruppo Bioenergetica 2016

 

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