Il gatto non è obbligato
ad amare il suo padrone
Art. 1 della Costituzione di una comunità
di artisti della Lituania
Immaginate di spingere qualcuno.
L’esercizio si pratica durante il corso sull’abbondanza ed è semplice. Dovete vincere assolutamente contro “l’altro”, e lui contro di voi.
La prima volta che l’ho fatto mi ha cambiato profondamente. Ho sentito la fatica, l’immobilismo di una simile sfida. E immaginate che intorno a voi ci siano una decina di coppie che si sentano bloccate dalla stessa necessità di vincere. L’atmosfera di conflitto, contrapposizione, fatica, è molto chiara, lucida, nell’aria.
Ed è molto conosciuta a ciascuno di noi. E soprattutto: chiunque vinca, la sensazione è innaturale, faticosa, soddisfazione zero.
Poi l’ho ripetuto subito dopo e, questa volta, la consegna era di spingere per sé stessi, verso i propri obiettivi, NON contro l’altro, ma a favore di noi. Immediatamente, i corpi entrano molto di più in contatto, ci si spinge davvero con molta più forza e zero disagio. Ci si diverte, si ride, si vive. Di colpo, l’ambiente è come se esplodesse di vitalità. E –sorpresa- si spinge molto di più. Letteralmente.
Allora: proviamoci con tutto noi stessi e occupiamoci solo di questo, non di sfidare o di essere sfidati, come siamo abituati da una vita. Bensì di lottare verso il nostro obiettivo.
La sfida ci blocca, la lotta ci libera.
Questa è la verità. Libera la nostra energia vitale, la espande intorno a noi. Che è l’unica sensazione di benessere a cui tutto è riconducibile.
Soprattutto quando non sappiamo nemmeno bene qual è la soddisfazione e quale l’obiettivo. Poiché -se spingiamo non più contro qualcuno ma a favore di noi!- prima o poi ci si chiarisce che cosa vogliamo realmente. Anzi: solo iniziando a spingere per noi possiamo scoprire che cosa vogliamo realmente.
Quante volte invece noi e molti nostri familiari e conoscenti pretendono di sapere prima, di testa, che cosa volere e poi –eventualmente- muoversi!
Non vi è mai capitato di avere un’amica che vi dice: “non lo lascio perché prima devo capire perché sto con uno stronzo così!”?. “Brava pirla -potreste rispondere- prima separati, vai verso il tuo bisogno, e solo quando starai meglio, e avrai “superato lo stronzo”, allora capirai, con migliore lucidità”.
Chi apparentemente ci sfida, in realtà vuole solo andare verso i propri obiettivi, come noi verso i nostri. Allora, cosa aspettiamo a spingere con aggressività reale? Senza più paura della nostra forza? In modo molto meno drammatico e molto più vitale? Ad gredior vuol dire “andare verso”, e non “andare contro”: ci avete mai pensato?
E se anche avessi qualche brutto difetto, insicurezza, fragilità, paura, non ho diritto (dovere) di apprezzarmi ugualmente e quindi a spingere comunque? No? Sicuri? Beh, allora sarà questo il mio difetto più grande per chiunque: che non mi apprezzo. E mi arriverà lo stesso non apprezzamento che ho per me.
E continuerò a sbattere penosamente contro gli altri per ri-avere da loro quell’approvazione che io stesso mi nego.
Vai all’approfondimento: 17.a) Cercare l’Approvazione degli Altri è Contro Natura
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