19a) La Dispersione del Consumista

 

 

Di solito, senza generalizzare:

  • quando miro a spendere più denaro di ciò che guadagno e mi devo trattenere
  • quando mi piace in qualche modo esagerare nei comportamenti compulsivi, nelle abitudini ripetitive
  • quando tendo a comprare sempre (troppo) le stesse cose
  • o a gratificarmi in modo che mi provochi disagio se non veri e propri danni: alimentari, abbigliamento, eccessi di svago
  • oppure ancora mi perdo in vizi veri e propri quali fumo, alcol, gioco in modo compulsivo, dove proprio non ragiono più

allora sì, ça va sans dire, tendo ad essere qualcuno che consuma.

Ma ciò che non si conosce è che sono “consumista” anche quando:

  • mi sento rinunciatario e in qualche modo sento di stare consumando la mia esistenza in modo sempre uguale
  • sfogo la routine ormai strettissima in cui mi ritrovo quasi senza accorgermene in comportamenti automatici
  • mi chiedo troppo spesso: ma è tutto qui? E per questo soffro di ansie, sintomi psicosomatici, insofferenze al limite del manifestarle in modo disastroso
  • rifiuto tutto con cinismo, senza più entusiasmo

In sostanza, la caratteristica del “consumista” è di disperdere le esperienze, di non essere legato alle emozioni rispetto alle situazioni che vive; E’ sempre teso a “macinare”: pensieri, progetti, bisogni, piccoli vizi, ansie. E’ così per te?

Quando tendiamo a consumare in modo ripetuto, di solito non siamo attivi ma in qualche modo SFRUTTIAMO l’esistenza: il lavoro, le nostre capacità, le risorse che abbiamo.

Lasciamo stare gli esempi estremi, come il gioco d’azzardo compulsivo che comunque sta diventando una vera piaga sociale, ma anche solo la tendenza alla dipendenza esagerata, come il fumo o il bere. Insomma, non ci sentiamo in grado di indirizzare, bensì solo di assecondare le nostre tendenze, di qualsiasi genere esse siano e ovunque ci portino.

In questo senso, anche essere molto attenti, controllati, nello spendere, non ci esime dal tema del consumare, perché il parametro misurato è il medesimo: consumare / non consumare, controllarsi, imporsi, accontentarsi ecc.
Nulla di male o di deplorevole NEL CONTROLLARSI, ma dal punto di vista della creatività, SE questo atteggiamento è un eccesso di controllo, ripetitività, blocco e limite, non contribuisce a far evolvere situazioni ed emozioni; non può quindi definirsi creativo, ma solo una sovra-struttura che limiti i danni. Tuttavia limita purtroppo anche l’esistenza in modo insopportabile.

 

Consumare è come un’attitudine a “sfruttare” la vita a fini di BISOGNO e non di DESIDERIO (si veda gli articoli relativi: Seguire i Desideri, Non i BisogniSe Desidero dalla Mancanza Allontano Ciò che Desidero),

come se al termine di ogni attività non rimanesse un arricchimento ma una nuova esigenza di rimetterci subito a spenderci con tutto noi stessi.

E c’è di più: se ci lasciamo andare a consumare compulsivamente, diventiamo egoisti e anti-sociali; mentre, se spendiamo per gli altri, per dare un piacere a qualcuno -in modo appunto creativo, generoso, “diverso”- questo ci porta ad essere sempre più pro-sociali.

Ne parla in modo illuminante questo video: Come Comprare la Felicità, sempre e immancabilmente su ted.com. Guardatelo, è in grado da solo di farvi cambiare completamente attitudine.

E’ la mancanza che definisce chi consuma.

E’ l’abbondanza che valorizza chi crea.

  • Qualcuno può passare un pomeriggio in bici nelle campagne della Certosa di Pavia e tornare arricchito
  • Un altro può fare lo stesso percorso consumandolo letteralmente, con uno stato d’animo di prestazione
  • Oppure tormentato da pensieri continui a problemi che da sempre non sa risolvere
  • O di sfida con se stesso
  • O vivendo la stanchezza fisica come al solito al limite della spossatezza.

Se pensiamo ai nostri colleghi -presenti o passati- al volo ci viene in mente la divisione tra creativi e consumisti.

L’approccio creativo si comprende meglio se ci si concentra sulla creazione di valore. Se conosciamo qualcuno responsabile, presente, che tira su il morale degli altri e che “fa crescere” ogni volta con il proprio contributo il lavoro di cui si occupa, ecco: questo è un creativo che progredisce, che ha capito qualcosa, una lezione di vita che basta incontrare per uscirne illuminati.

L’approccio creativo? Si esercita: nasce proprio dai punti che abbiamo trovato in questi scritti sulle 9 stagioni necessarie per cambiare. Tutto semplicemente qui.

Vai al punto conclusivo: 20)  Indugiare è il Problema

 

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Info sul prossimo Workshop: Il Paradosso del Denaro – 25-26 Gennaio 2020. 

Serata Esperienziale di Presentazione del Workshop – 15 Gennaio 2020.

 

Riepilogo: La Nona Stagione

1)    La Nona Stagione
2)    Tornare a sintonizzarsi sui desideri
3)    Liberarsi degli Obiettivi
4)    Le Uniche 2 Condizioni Motivanti per raggiungere gli obiettivi
5)    Questionario Esistenziale di Ammissione di NON Raggiungimento Obiettivi
6)    Chiedersi Ogni Giorno: Se Non Ora, Quando?
7)    L’Esercizio dello Stacco

8)    Concentrarsi Su Rituali Legati a Belle Emozioni
8a)  Collegare le Abitudini Alimentari al Piacere
9)    20 Serate Motivanti
10)  Cambiare per Cambiare
11)  Cercare lo Scopo Primario
12)  Innamorarsi da Dentro
13)  Brilla il Sole, Dentro: il Segreto dell’Innamoramento
14)  Famolo Strano
15)  Se Mi Lamento, Sparatemi
16)  Buttarsi a Capofitto
17)  Una Bella Mattina
18)  Mai più Compromessi
19)  Io Creo o Consumo?
19a) La Dispersione del Consumista
20)  Indugiare è il Problema

Leggi il programma completo degli incontri di Terapia di Gruppo Bioenergetica 2016

 

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