20.a) L’universo Sente la Direzione che Prendiamo (E gli Altri ce la Rimandano Amplificata)

 

SE IL TELEFONO NON SQUILLA
SONO IO CHE NON TI CHIAMO

Su un muro dell’Università di Roma

 

E se il nostro rapporto sta andando così così? E vogliamo sapere come salvaguardarlo? Se ci sono azioni e attenzioni da coltivare?

Allora, diventa oltremodo importante considerare una pietra miliare di ogni relazione:

 

20.a) L’Universo Sente la Direzione che Prendiamo (e gli altri ce la rimandano amplificata)

Vivere in abbondanza vuol dire vivere in abbondanza anche l’Amore. Per questo è così importante.

Mai un giorno senza abbondanza.

Non è chiaro il malinteso? Vivere in abbondanza non è l’ennesimo sforzo che ci chiediamo proprio quando siamo esausti: è il contrario. Fa “produrre” di più, non di meno, poiché aiuta a salvaguardare ciò che ci piace e i modi di fare le cose che ci soddisfino di più.

E’ un atteggiamento da scegliere, un punto di vista da assumere in partenza.
Per questo, prima lo facciamo, meglio è.

Una volta, in un periodo nefasto per me dal punto di vista relazionale e lavorativo, una radio con cui collaboravo, ha organizzato una Fuga Generale, di martedì, staccando il cellulare, per una gita in montagna. Mi ritrovai così su un treno, diretto in Val Di Mello, con 120 sconosciuti, ma fratelli, in un giorno “bonus”, assolutamente insperato. Chi me lo avrebbe mai regalato se non lo avessi preso al volo? Potete immaginare quanta energia mi diede in quel periodo, quel solo giorno di pausa? Ma quanta paura, trepidazione, impossibilità di fare quel passo, prima di decidere di prendermi un solo giorno di permesso!

Tanto più che la vita conosce solo cambiamenti piccoli e sostenibili, come abbiamo visto nel video sul “cambiamento di 30 giorni” di Matt Cutts.

Non dobbiamo chiedere troppo a noi stessi, tutto qui.

Una coppia carissima di amici bioenergetici, in perfetto spirito milanese, era ligia al principio che non si potesse mai chiudere il loro esercizio commerciale. Se non appena 2-3 giorni d’estate.

Ma ciò era fonte di stress inimmaginabile e di discussione tra loro. inoltre era un meccanismo ormai antico e da rivedere completamente, insieme al senso che aveva il lavoro per loro, per la coppia, per i figli, per la loro relazione (!).

E cosa succede alla fine in questi casi? Accade l’irreparabile.

Una malattia grave e un’importante operazione li costrinse a chiudere il negozio per 1 mese e mezzo.

Non li ho mai visti così impauriti e convinti a cambiare vita.

E da allora, benedicono quel momento, come l’unico segnale in grado di far loro rifondare completamente la loro esistenza.

Ora: vale la pena aspettare segnali come questo? Se lo chiedete a loro vi risponderanno a gran voce di no.

Allora è cruciale il modo in cui andiamo verso i nostri obiettivi, dopo anni e anni immersi in ambienti che ci condizionano a chiederci tanto, con meccanismi ormai culturalmente e socialmente non più adeguati.

Come ho già scritto, il figlio di un caro amico architetto, milanese anch’egli, iniziato dal padre fin da bambino alla nobile arte dell’immersione, vuole fare il sub nella vita, non l’architetto. E chi sbaglia nella perenne diatriba tra desideri dei genitori e quelli dei figli?

Entrambi: i genitori perché sono rompiscatole professionali. Ma anche il figlio, senza saperlo, poiché: se farà l’architetto sentendosi costretto, lo farà male e starà peggio e si boicotterà. Mentre in realtà è lo spirito del mare che può cogliere, il benessere trasversale che può salvaguardare a vita dentro di sé.

Senza contare che se si iscriverà e non finirà l’università sarà perché ci sarà qualcosa che lo attrarrà maggiormente, in un crescendo di passione e non di conflitti, contrapposizioni, insuccessi e malattie psicosomatiche.

Quindi: sia che dica sì ai genitori o che dica no, è del tutto indifferente per il suo benessere. Alla fine è lo spirito con cui sceglie che conta.

E’ l’impostazione stressante o piena di vita della realtà dentro di noi ad essere l’unico valore importante.

Nulla ci può più costringere a conflitti e contrapposizioni esterne ed interne a noi stessi. E’ l’unico principio che conta.

Vale il principio che l’universo (!) non ci chiede di raggiungere la perfezione: sente la direzione dove stiamo andando, non “se ci riusciamo”.

Gli altri -nel lavoro, negli affetti- percepiscono in un attimo la strada che prendiamo.

L’Universo sente la direzione che prendiamo. E gli altri ce la rimandano amplificata.

Ciò che è difficile per noi, continuerà ad essere difficile, ciò che ci porterà fatica continuerà a portarci fatica. A meno che non mutiamo decisamente strada, dentro di noi, smettendo qualcosa: una battaglia, un orgoglio, un modo di vedere le cose che ci ha portato sempre continuamente difficoltà.

E la stessa attività che i giorno prima odiavamo, oggi diventa parte di un progetto bello. Perché la nostra vita è molto bella. Magari non la migliore, ma per la prima volta la sentiamo grandiosa, colma di una nuova energia che ci porterà da sola a ciò che ci realizzerà.

Solo questo: nostra moglie o nostro marito, il nostro capo o il nostro cliente, ci chiede solo di provarci. In che direzione voglio portare la mia vita, giorno dopo giorno, attraverso quali rituali quotidiani che mi portino più risultati SOLO attraverso più piacere e soddisfazione? Basta farlo solo un po’ di più (di ieri).

Un esempio che contribuì a “cambiare il mio modo di cambiare” fu come mi sentivo al ritorno al lavoro in azienda, di lunedì, dopo weekend bioenergetici di specializzazione e fatica fisica e mentale. Mi sentivo carico ed entusiasta a livelli assolutamente inattesi e superiori alle migliori aspettative. In una parola: rigenerato. Alzavo tra le braccia i miei colleghi ventenni e li prendevo in giro perché loro si erano riposati nel fine settimana e io avevo lavorato…

Avevo trovato …

… la mia strada per l’energia personale. Ed è quello che mi capita ancora oggi, l’ho vissuto lo scorso fine settimana. Ecco che cosa vi auguro. Ogni tanto, se perdo il flusso, so che posso ritrovare facilmente questo stato.

In amore questa nuova strada per me fu evidente. Tutto ha iniziato ad andare diversamente in un giorno solo, come in un’illuminazione. Smisi completamente di:

– negoziare
– criticare
– farmi sentire
– difendere il mio parere
– cercare di convincere (lei)

In un’azione: cambiai radicalmente il mio modo di intendere dentro di me ogni relazione, affettiva e lavorativa.

E cambiai completamente metafore:

– ti ho mai detto che questo mi piace di te?
– sto cercando di sentirmi in questo nuovo modo, anziché come mi sono sentito finora. Posso parlartene?
– mi piacerebbe migliorare questo mio aspetto. Mi aiuti?
– e se (io!) facessi così, che ne pensi?

 

Presi in un istante la strada della condivisione con la mia partner, con i colleghi e gli amici, e smisi di chiedere a loro tutta una serie di comportamenti che fino ad allora pretendevo fermamente. E tutta la prospettiva mutò radicalmente.

Iniziai a dare pareri sulla vita di relazione solo se richiesto e sottolineando sempre prima gli aspetti positivi che vedo. Perché quando chiediamo un confronto, abbiamo necessità inderogabile di fiducia, appoggio e apertura.

Mai più contrapposizioni, con chiunque e comunque.

Da qui ad applicare questa prospettiva prima al lavoro in azienda e poi da lì alla libera professione, fu un attimo.

Ricordate? Io tratto spesso le influenze delle famiglie d’origine su di noi.
Ma distinguo altrettanto spesso: quelle influenze ormai sono dentro di noi -da quando abbiamo 3 anni.

Oggi i nostri partner, capo, amici, non sono altro che le proiezioni di censori, sabotatori, “ostacolatoti di professione” di un tempo. E in ogni attimo della mia vita sottolineo l’importanza di “lasciar andare” le persone di oggi, cambiare completamente immagine interiore della nostra relazione con gli altri.

Oggi vedo accadere ogni giorno nel mio studio lo sviluppo di nuove prospettive, modi di muoversi, direzioni di intenti e belle energie in ciascuna delle persone che incontro.

Per questo se la vita in qualche periodo ci rimanda in faccia tanta merda…

Occorre aprirsi e sorridere agli schizzi che ci arrivano in faccia… Perché solo così li accettiamo e smettiamo di contrapporci agli eventi. E fa tutto molto meno male.

E solo così possiamo stare in ascolto per capire dov’è che più in generale abbiamo instaurato un meccanismo di pretesa, contrapposizione, innaturalità o quant’altro ci abbia portato nella situazione di m. in cui ci troviamo.

Solo in questo modo possiamo rimettere al centro la nostra vita, secondo la logica “contenuto invece che contenitore” (Si veda il punto 21.b La Logica Contenuto-Contenitore).

(Ne parliamo anche nel punto “Domani?”, relativo a ciò che scherzosamente abbiamo chiamato “post-it terapia”).

Per esempio: sei contenuto o contenitore? Il contenitore che ti contiene, ti determina troppo? Nel lavoro, negli affetti? Nella tua realizzazione vitale? Oppure sei tu che sei importante e il contenitore si adatta naturalmente a te e alle tue esigenze? Se trasformo le cose vivo secondo la logica “Essere Contenuto” e non “Contenitore”. E rivedo tutto in quest’ottica.

E il contenitore si adatta automaticamente alle mie esigenze, e mai più viceversa! E ogni passo senza dover mai e poi mai lottare.

Potete immaginare come cambia la nostra vita solo spostando questo semplicissimo asse sulla nostra esistenza? Avete idea della rivoluzione totale che rappresenta?

Nello scegliere chi amare, appare evidente. Vediamo:

Vai al punto successivo: 21) Mai Scegliere in Amore

Vai a Riepilogo: L’Abbondanza Nelle Relazioni – 7 Relazioni Abbondanti

 

Si veda il punto 21.b La Logica Contenuto-Contenitore).

(Ne parliamo anche nel punto “Domani?”, relativo a ciò che scherzosamente abbiamo chiamato “post-it terapia”).

 

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