21) Mai Scegliere in Amore

Quando ci si lascia
non è mai colpa dell’uno o dell’altro,
è sempre colpa di tutti e tre.

Anonimo, alla radio

Com’è possibile non scegliere in Amore? Eppure…

Una delle esperienze più comuni delle problematiche quotidiane che sperimentiamo è la scelta tra due opposti.

Molte persone mi chiedono:

– “Non so se cambiare lavoro oppure sono io che non vado bene”
– “Cosa devo fare? Non so se amo ancora il mio partner”
– “Non so se scegliere tra marito e amante”
– “Non capisco se ho bisogno di cambiare vita, lavoro o città dove vivo”.

Io rispondo nella totalità dei casi: per il tuo benessere è assolutamente indifferente che tu OGGI scelga A o B. Quindi, se puoi, non scegliere adesso. Aspetta che ti sia chiaro. La risposta è più in profondità. Cerca di capire perché ti si è presentata questa scelta.

Se non puoi più aspettare, scegli una delle due opzioni e non dirla a nessuno, aspetta e ascoltati emotivamente. Come se avessi già scelto. Poi, dopo un giorno e una notte, scegli l’altra alternativa. E dopo un altro giorno e un’altra notte, saprai, sentirai dentro, cos’è meglio per te. Comincia Adesso.

Stai quindi sempre in ascolto: le dicotomìe, le polarizzazioni non si risolvono mai scegliendo tra uno dei due poli: se scegliamo A ci manca B e viceversa.

Se la scelta non è naturale, non è.

Quando è così, occorre non fare scelte drastiche e arrivare ad un punto più profondo dove tutto si chiarisce. A volte né A né B sono la soluzione giusta. Altre volte, vista da un punto di vista più profondo, la nostra scelta è lì, chiara, da prendere.

E se siamo costretti a scegliere, scegliamo con leggerezza, tanto c’è un livello ulteriore da capire: quindi la scelta di oggi è indifferente per il nostro benessere.

Per cui:

  • Mai sentirsi obbligati a scegliere
  • Mai mettersi in condizioni di essere costretti a scegliere tra alternative che non ci lasciano pienamente soddisfatti
  • Riconoscere i paradossi delle scelte
  • Attraversare i paradossi delle scelte.

Vuol dire uscire da dicotomìe e scelte difficili.

Come si riconoscono?
Si riconoscono perché entrambi i poli del problema di solito recano in sé un sacrificio, una rinuncia, uno scacco: se vado da una parte rinuncio a qualcosa; se vado dall’altra, a qualcos’altro. Che mi mancherà terribilmente.

In questo senso, cambiare vita oppure non farlo non è la priorità.

Quindi, se posso…

…dico no, grazie, non sono abbastanza motivato a scegliere tra sì e no.

Ne abbiamo parlato dettagliatamente anche ne L’Enigma del Furetto: è un paradosso che la vita spesso ci presenta.

Quello che si appalesa come una scelta drammatica spesso si rivela una falsa scelta.
La cosa funziona così: se il dramma è interiore, la scelta non può essere risolutoria, ci riporterà in un modo o nell’altro nel nostro circolo vizioso abituale. Ciò che sentiamo è una specie di scacco: spalle al muro. E’ un gioco psicologico con noi stessi. Che faceva qualcuno da bambino con noi. E noi ce la ri-proponiamo puntualmente.

Non stiamo parlando delle scelte comuni, bensì di qualcosa che ci angoscia scegliere, del sentirci bloccati in modo eccessivo di fronte ad una direzione da prendere.

Il tema è l’angoscia, non la scelta.

Donato non riusciva da anni a decidersi tra la moglie e l’amante. Venne fuori in terapia che aveva una ferrea volontà a non essere condizionato da nessuna donna. Che cosa avrebbe potuto scegliere? A volte scegliere, se sentiamo di doverlo fare in modo esasperante, è solo una falsa domanda.

Nei mesi successivi di terapia, la scelta di Donato diventò:

  • “E’ meglio per me forzarmi a stare nelle relazioni anche a costo di sentirmi troppo condizionato?”
  • “Oppure per il mio benessere è più opportuno la strada dell’istinto e fuggire da qualsiasi condizionamento?”

Più avanti, semplicemente stando in ascolto di queste domande, si chiarì a lui e a me un livello ancora più efficace di quesito:

  • Come mai io Donato proietto su chiunque mi si avvicini la capacità di condizionarmi a tal punto da togliermi il respiro?
  • Come posso fare (imparare) a discernere le reali ingerenze e le corrette emozioni che gli altri mi suscitano?
  • Che cosa scelgo di approfondire allora tra l’emozione A e l’emozione B che mi dà questa precisa persona-situazione?
  • Quale è solo suggestionata dal mio passato e quale invece è reale?

E’ chiaro come funziona il corretto lavoro su se stessi?

Tra l’altro, il caso di Donato è interessante perché in lui il blocco è esteso anche alla sua professione. Ricordate? Abbiamo parlato della sua storia e dei condizionamenti subiti “dagli altri” nell’articolo Il Genitore dello Stesso Sesso.

In altri casi, i temi esistenziali sono problemi di confini. Mancanza di rispetto, vizi, cattive abitudini rappresentano eccessi di “porosità dei confini”, di limiti che non ci sono stati dati oppure somministrati in eccesso.

E’ illuminante allora vedersi nell’ottica di troppo contenimento, di “normalità”, con se stessi e nella relazione abituale.

 

Vai al punto correlato: 21.a) Che Cosa Non E’ Normale?

 

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