4. Evitare Nel Cambiamento di Confondere Tempo e Spazio

 

Non Posso Cambiare se confondo Tempo e Spazio.

Come abbiamo detto ne Le Persone non Cambiano:

4 – il 4° Motivo per cui le Persone Non Cambiano riguarda le dimensioni tempo e spazio:

  • la ricerca errata del cambiamento all’esterno di sé anziché dentro le proprie dinamiche ripetitive
  • e il voler trovare -oggi- inutilmente, ciò che non abbiamo avuto allora.

 

Abbiamo citato ad esempio la ricerca di un / una partner che finalmente mi renda l’esistenza degna di significato.

“E’ da una vita che vorrei sentirmi piena, corrisposta e soddisfatta!”

“Ma oggi so che non lo potrò mai trovare poiché sto facendo proprio questo:

  • Chi ha reso a suo tempo la mia vita priva di senso NON è stata la mancanza di un partner;
  • E’ stato qualcuno in passato da piccola che mi ha convinto che io non ero degna di significato…
  • E da adulta sono io che mando avanti la mia svalutazione senza rendermene conto…
  • Mi convinco allora di poter trovare l’amore che mi faccia finalmente sentire meglio, più considerata e al mio posto nel mondo
  • Nessuno tuttavia da fuori può oggi invertire il meccanismo interiore di svalutazione.
  • Ne uscirò quindi senza risultati e spossata”.

 

La sensazione che si prova quando cerchiamo fuori qualcosa che non c’è, oltre alla ripetitività, è di spiazzamento, di sentirsi fuori posto, non autentici.

 

Giancarlo, diventato ormai un mio caro amico, ha ancora oggi delle spinte interne a cercare di far star bene gli altri e a sacrificare se stesso. Per fortuna oggi ne ride e non si mette più nei casini.

La strada giusta allora è questa:

  • “continuerò sempre a sentire il mio anelito a guadagnarmi la benevolenza degli altri e a sbattermi
  • sacrificando praticamente tutto me stesso per farli star bene
  • ma posso ascoltare
  • comprendere e dare io davvero -oggi- l’affetto e l’approvazione a questa mia parte bambina bisognosa…
  • senza dover fare più niente per accontentare chiunque a tutti i costi…
  • e soprattutto, senza mettere in piedi un teatrino costosissimo, in tutti i sensi”.

“E come stai?”.
“Benissimo”.

 

Cecilia mi ha detto proprio ieri, in lacrime, ma di sollievo, finalmente:

“è incredibile: una parte di me è ancora così forte, che mi fa dire:
è più importante che cosa possano dire gli altri di te piuttosto che quello che vuoi,
desideri, e ti sembra importante A TE.
Ma per fortuna oggi le rispondo: ma sei scema?!”.

 

“E poi cosa succede?”.
“Indirizzo tutto, le forze, le decisioni, verso altro, verso le belle sensazioni. Mi ci vuole solo un momento di fermo immagine: aspetta un minuto, che cosa vuoi tu, realmente!?”.

 

Chiediamoci allora:

  1. Che cosa sto cercando fuori di innaturale?
  2. Se rivolgiamo la domanda a chi ci conosce bene, cosa ci può dire di più esterno e imparziale?
  3. Che cosa sto cercando oggi di antico, che non posso più ottenere? Quale ferita da bambino io accuso ancora?
  4. Che cosa c’è di così importante in questa mancanza che sento e non potrò mai compensare abbastanza, se non accettando quel che mi è successo a suo tempo?

 

Altri esempi possono guidarci nel rispondere a quesiti così profondi per noi:

Sergio, che ammiro svisceratamente perché è una miniera di creatività, in questi mesi ha realizzato:

  • “io per decenni ho cercato di NON fare MAI PIU’ qualcosa che NON mi piacesse, in ogni ambito
  • Però arrivavo a eccessi spaventosi senza sapere perché e senza potermi fermare: il ristorante lo dovevo decidere io, a costo di sentirmi a disagio per tutto il pranzo…
  • Oppure senza potermi mai impegnare in qualche appuntamento fino all’ultimo momento
  • Dovevo sempre aver la scelta: non so, vediamo, se posso venire vi faccio sapere…. insomma una vita difficile”.

“Ora è tutto diverso: so perché lo facevo, so che non è utile, e lo sento dentro, emotivamente. E sento di potermi concedere tutto. E di partecipare, esserci, finalmente. E’ come un’espansione di me stesso, un respiro più profondo. E’ come se vivessi ora soltanto davvero insieme agli altri…”.

 

Viviana non può ancora oggi fare mai niente per se stessa perché occorre sacrificarsi per gli altri. Arriva persino a teorizzare il sacrificio. Le sta servendo molto la constatazione:

“Perché occorre scegliere sempre tra me e gli altri?
Perché i miei interessi devono per forza
essere contrapposti a quelli di altri?
Perché qualcuno si dispiace sempre se io mi occupo di me?”.

 

“E, di colpo, il ricordo che abbiamo visto tante volte in terapia: era soltanto a casa mia che funzionava così! E ancora oggi IO continuo a funzionare così: mia madre, dentro di me, si dispiace se non faccio quello che vogliono gli altri! Pazzesco… Adesso basta!”.

 

In questo Blog trovate molti altri esempi della confusione tempo e spazio e del passato che continua ad influenzarci come se fosse oggi.

Solo che: Adesso Basta.

 

I meccanismi per prendersi cura di sé, sono descritti, tra gli altri, in: Le Due Funzioni dell’Adulto.

 

 

 

 

Le Persone Non Cambiano? 4 Modi per Far Finta di Cambiare

1. E’ Davvero Questo il Cambiamento?

           1a. Come Non Cercare Qualcosa che Non Voglio Davvero?

2. Come Trovare il Mio Modo di Cambiare?

           2a. Si Possono Sviluppare Sentimenti Sconosciuti?

3. L’Entusiasmo Necessario per il Cambiamento: Il Battitore Motivato

          3a. Esplodere l’Emozione

         3b. L’Energia per Raggiungere i Miei Obiettivi

4. Evitare Nel Cambiamento di Confondere Tempo e Spazio

 

Riepilogo: Le Persone Non Cambiano? 4 Motivi di Non Cambiamento

Info sul prossimo incontro Le Persone Non Cambiano?

Leggi il programma completo degli incontri di Terapia di Gruppo Bioenergetica 2016

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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