(Questo articolo è la continuazione de Il Circolo Vizioso della Ricaduta nella Ferita)
Abbiamo detto che sono 7 gli stati profondi legati alla Ferita Caratteriale, a volte ovviamente solo accennati e non così violenti come ve li presentiamo qui, e che inoltre, possono presentarsi mixati tra loro. Ma in ogni caso, non è difficile riconoscerli quando si presentano nella loro forma più intensa.
Sono i seguenti:
Diritto Negato
> Ferita Caratteriale
> Carattere Conseguente
Diritto Negato all’Amore, al piacere sessuale e alla sensualità integrata nell’amore
> Ferita da Ingiustizia
> Carattere Rigido
Diritto ad imporsi e ad affermarsi verso i propri obiettivi
> Ferita da Sottomissione
> Carattere Sottomesso (Masochista)
Diritto ad essere Autonomi
> Ferita da Tradimento
> Carattere Dominante (Psicopatico)
Diritto ad essere se stessi per come si è realmente
> Ferita da Umiliazione, da non riconoscimento di sé, dal non essere visti
> Carattere Narcisista
Diritto ad individuarsi, differenziarsi e svilupparsi come persona
> Ferita da individuazione di sé
> Carattere Simbiotico
Diritto ad essere accolti nei propri bisogni
> Ferita da Abbandono
> Carattere Orale
Diritto di Esistere
> Ferita da Rifiuto
> Carattere Cerebrale (Schizoide)
Vediamoli più nel dettaglio.
Ferita da Ingiustizia: si basa sul Diritto Negato all’Amore, vale a dire al Piacere spontaneo e riunificato tra affetti e un’esperienza completa, corporea, emotiva, sessuale e sensuale appagante.
Ferita da Ingiustizia vera e propria: è la sensazione allora di subire un profondo torto somministrato giorno dopo giorno da quel diritto negato al piacere. E si lega a una sensazione generale di ingiustizia, che da adulti sentiamo ormai antica e ripetuta, tutta nostra e che conosciamo bene. Proprio a me, senza alcuna giustificazione, alcun rispetto, nessuna considerazione e a volte con disprezzo del mio stato d’animo, mi viene perpetrato un danno, un sopruso, un’ingiustizia. Come succede fin da quando sono bambino. E senza giustificazione. Perché è così e basta. E’ l’esercizio di un potere insensibile e menefreghista contro di noi (o di qualcuno, a cui assistiamo) a favore dei propri comodi arbitrari. Il rigido si dice: sono convinto e con prove oggettive che tutte queste ingiustizie mi vengano perpetrate oggi, come se attraessi, ed effettivamente sembra essere così, le ingiustizie continue su di me, come se ne avessi bisogno in qualche modo perverso.
Carattere che ne deriva: Rigido.
il Carattere Rigido è proprio di qualcuno che vuol essere bravo, affermato, responsabile, di successo, che bada quasi esclusivamente alla prestazione, a far bene le cose, a come occorre vivere, ma senza potersi sentire mai realmente soddisfatto. Sa fare questo e sempre nello stesso modo. Ciò crea una divisione di sé che diventa cronica. Da un lato il dovere onnipresente. Dall’altro il piacere negato. Il Rigido si sente sempre quasi soddisfatto e con nulla realmente di cui potersi lamentare. Spesso allora ansioso perché costretto a questo gioco psicologico dove tutto deve andare bene e non ci si può lamentare. Può diventare perfezionista, dedito solo al lavoro senza saper fare molto altro. Anche negli svaghi, nello sport e nell’amore, nelle relazioni, nel sesso, tutto appare come fosse un lavoro, da far bene, senza avere più la sensazione di fare ciò che ci piace. La vita consiste in una serie di doveri e azioni ripetute da compiere, con una sequela di impedimenti ogni qual volta ci si voglia divertire, svagare, riposare, provare piacere intenso e ripetuto.
Ferita da Sottomissione: derivante dal Diritto Negato alla possibilità di imporsi, e quindi di affermarsi liberamente nella vita.
Ferita da Sottomissione vera e propria: sensazione allora di abbattimento sconfinato che, per me, solo per me, nessun ‘primo piano’ è possibile, visto che mi è stato negato totalmente di impormi. Di permettermi una vita fluida e creativa, libera. Non è previsto quindi che io possa avere una benché minima gioia, che ci si occupi di me e che io quindi mi possa occupare del mio piacere, mentre io sono obbligato con coercizioni, invasioni, violazioni continue, e punizioni potenti al sacrifico fine a se stesso, e alla fine so solo sacrificarmi, sempre e comunque, come un martire, per occuparmi degli altri, e servire gli altri. La libertà è il Grande Proibito del Sottomesso.
Io servo in modo totalmente sottomesso ai voleri degli altri, in età adulta, di chiunque altro.
So soltanto per fare una fatica immane, indicibile, coercizzata ai fini altrui. E alla fine solo questo mi dà piacere. Qualcuno vicino a me ha sempre tutto, mentre io ottengo sempre non solo di non avere ciò che non hanno gli altri, ma di dovermi sacrificare per far avere e godere a chi mi circonda (famiglia e lavoro) ciò che io non posso mai avere. Ad esempio rispetto a fratelli che hanno evidentemente più diritti e agevolazioni di noi solo perché sono più grandi o più piccoli o di sesso diverso, a seconda della famiglia. Oppure a colleghi che godono di privilegi enormi rispetto a me. Senza nemmeno che sia concepito che io li possa avere a mia volta, fosse anche in un secondo tempo. Lo sento con profonda disperazione: mi si dice indirettamente ogni giorno che io posso vivere molto meno degli altri. E ho, così, molti meno diritti. Anzi, nessun diritto. E mi ritrovo a sentirmi così sempre in secondo piano, per una vita intera.
Rispetto alla ferita da ingiustizia provoca, anziché una reazione di rabbia, una sensazione di schiacciamento, sottomissione, tristezza fortissima e impossibilità disperata di vivere se stessi. Magari la rabbia servisse a qualcosa, sembrano sentire ogni giorni coloro che soffrono della ferita da sottomissione. La rabbia non serve a niente, perché rispetto a questa sentenza di abbattimento, nulla si può fare.
Carattere che ne deriva: Sottomesso (Masochista). Passivo aggressivo, lamentoso, con tendenza a compiacere gli altri e a sentire-mostrare di essere accondiscendenti, servizievoli, sottomessi, in secondo piano, con profondi conflitti interiori che si lasciano intuire, e la radicata sensazione di enorme fatica a mantenere queste dinamiche interiori. Fino a scoppi incredibili e disfunzionali di rabbia, per poi tornare alle solite dinamiche come se non fosse successo niente.
Ferita da Tradimento: derivante dal Diritto Negato ad essere autonomo, vale a dire ad essere se stesso, e ingiunzione a fare in modo che per affermarsi bisogna sviluppare un falso sé.
Ferita da Tradimento vera e propria: tradito nella fiducia nel genitore e nella famiglia, sente che non è possibile crescere nella relazione leale e paritaria, all’amicizia vera e all’amore puro. Si sviluppa così la sensazione traumatizzante che “io sia stato tradito in modo che mi tramortisce. Nella mia fiducia nella vita, nella mia sensazione di potere contare sull’altro, sulla sua presenza, sulla sua sincerità, sull’aiuto a prescindere e incondizionato, sulla parola data oppure sulla relazione di base certa, salda, solida e sicura. Invece, tutto il contrario: vivo la sensazione allucinante che io sia stato tradito da qualcuno che credevo mi amasse, stimasse e che consideravo un famigliare al mio fianco o un amico sincero mentre invece scopro che dice cose o fa cose alle mie spalle le quali mi fanno morire emotivamente. La sensazione è che mi crolla il mondo addosso. E devo rivedere tutta la mia vita, in un’ottica di solitudine esistenziale, profonda, improvvisa e senza speranza. Così tanto che mi lascia la sensazione che allora è meglio non vivere, o comunque mai più aprirsi alle relazioni, di qualsiasi tipo, senza mai più alcuna fiducia. Segna come uno spartiacque di morte interiore, affettiva. La decisione di copione (come viene nominata in Analisi Transazionale) è di chiusura totale a certe spontaneità, bisogni e emozioni, nelle relazioni. Mai più mi aprirò se devo sentire sensazioni così mortifere. Se tutti tradiscono tutti, userò gli altri per non essere più usato da loro”.
Carattere che ne deriva: Dominante (Psicopatico): Essere il migliore, avere potere, tradire se stessi per primi e poi gli altri per non esser traditi, controllare e manipolare per non far emergere le proprie paure e profonde insicurezze.
Ferita da Umiliazione: si basa sul Diritto Negato ad essere visto e amato per ciò che si è.
Ferita da Umiliazione vera e propria: sentire per l’ennesima volta che l’altro non mi vede o gli altri non mi vedano, nonostante i miei sforzi e il mio spendermi totalmente. Io proprio non esisto nella loro concezione. Capita ad esempio con i genitori assenti o presi solo da se stessi.
E allora cerco per definizione di essere accettato, di adattare me stesso a come sento che gli altri mi vorrebbero. Sviluppo una capacità notevole di percepire come sono gli altri e cosa vorrebbero, che cosa desiderano. E cerco di uniformarmi a questa immagine, pur di essere visto, amato, riconosciuto. Se non è possibile essere approvato per come sono davvero, pur di sentire che esisto e che mi vedono, va bene anche che mi vedano secondo un falso sé. Perciò alla fine non so più chi sono.
Anche i fatti della vita mi dimostrano questo. Non riesco mai ad avere pace e soddisfazione, a godermi il mio rapporto affettivo, il denaro, a vivere serenamente. Perché sento sempre l’impulso ad andare da qualche parte, ad iniziare altre storie, altre carriere professionali. Sento che posso fare tutto. E mi spendo in mille progetti e relazioni. Però so mai bene che cosa mi piaccia. Faccio sempre una fatica bestiale a far quadrare tutto ma non ne posso fare a meno. E mi ritrovo sempre sull’orlo del fallimento. E così ho sempre paura che si veda il fallimento intrinseco del mio progetto generale di vita, e gli altri o i fatti della vita, tornano ogni volta a far sì che io abbia paura di ritrovarmi di nuovo scoperto nelle mie continue bugie, e quindi umiliato, cacciato via, esiliato, indegno, non riconosciuto, non considerato, ignorato completamente, non visto nemmeno. Come se letteralmente non ci potessi essere. Ciò mi dimostra allora ancora una volta che è il mio valore che allora non c’è, non c’è mai stato e non ci sarà mai. E io quindi sono un bluff, confermandomi che io sono proprio come mi avevano sempre considerato da piccolo, indegno di alcuna importanza. Allora ho sempre paura che si scopra ciò che sento da sempre: che non valgo niente, la quale è la profonda verità che devo celare al mondo, ma che mi distrugge nel profondo. Per mantenere nascosta questa verità devo sempre recitare di essere quello che vogliono gli altri, altrimenti non mi vedono, non mi vogliono, non mi accettano. E alla fine non so nemmeno più come sono io davvero.
Carattere che si sviluppa: Narcisista.
E’ l’altra faccia del diritto negato ad essere autonomo del Dominante. Quest’ultimo ha da essere in un modo specifico e manipolatorio e sempre uguale per vivere, mentre in questa seconda versione, narcisista, la persona non sa chi è, e sente il falso sé continuamente cambiare e adattarsi a ciò che gli altri desiderano e pretendono da sé per essere accettato.
Ferita da Individuazione di Sé: deriva dal Diritto Negato ad individuarsi, differenziarsi e svilupparsi come persona.
Ferita da Individuazione vera e propria: Mi viene spesso l’ansia, a volte l’angoscia, a dover dire che cosa mi piace e che strada voglio intraprendere, in qualsiasi campo. Mi sento come una banderuola che ha bisogno di uno specchio, di una risonanza con qualcuno più sicuro di me, per decidere qualsiasi cosa. A seconda di chi mi affianca nella scelta, tendo a scegliere ciò che sceglierebbe l’altro. E di fronte ad una situazione importante, una relazione fondamentale, un momento di svolta della mia vita, sento sempre di non sapere che cosa voglio davvero, e di aver sbagliato, qualsiasi sia la scelta fatta, che non so bene niente di me, che sono io sbagliato, non adeguato e che gli altri invece sappiano tutto e siano realmente decisi nella vita e io non lo sarò mai. E questo mi abbatte profondamente. Mi dico che non ne uscirò mai.
Carattere che si sviluppa: Simbiotico. Bravissima persona, incompiuta, molto cortese, rispettosa e con un bisogno accentuato di ricoprire un ruolo di servizio, che gli dia identità, ed una modalità di relazione dove gli altri si sentano bene, riconosciuti in ciò che vogliono, desiderano, richiedono, cosicché si plachi un minimo la propria ansia di non sapere mai in prima persona che cosa si sceglie e si preferisce nella vita. Ci si nutre così, illusoriamente, di essere qualcuno o qualcosa e di fare bene nella vita perché sentiamo che lo siamo e lo facciamo attraverso la persona o le persone che abbiamo vicino, di cui siamo gregari, vivendo di luce riflessa.
Ferita da Abbandono: deriva dal Diritto Negato ad essere nutrito.
Accade quando il bambino ad esempio riceve l’accoglienza e la presenza e il calore della madre solo ad intermittenza, perché magari lavora e lo lascia ogni giorno ad altri torppo precocemente e ogni volta all’improvviso, oppure la madre scompare per un lutto o un abbandono in modo precoce, entro 1 anno e mezzo di età.
Ferita da Abbandono vera e propria: il bambino cerca allora sempre qualcosa di cui è stato privato, per il resto della vita, qualcosa che gli manca in modo ineffabile, sentendo la mancanza come di un paradiso perduto. Da adulto cerca sempre condizioni che ripristino uno status anelato, desiderato, necessario. Si impegna così in progetti impegnativi con tutto se stesso, ma che poi lo scoraggiano e lascia presto cadere o non porta a termine. Dal punto di vista affettivo “quando sento che mi arriva qualcuno o qualcosa di piacevole e di riconoscente per me, mi dico sempre che non durerà, perché se c’è amore, accoglienza e vicinanza per me, prima o poi finiranno. Gli altri alla fine mi abbandonano sempre. E le cose belle finiscono presto. E mi ritrovo come al solito, solo. Vivo così come se fossi sulle montagne russe: mi appassiono a cose e persone come un fuoco e poi tutto questo passa di colpo, le persone non mi chiamano più, e i progetti non vanno mai come pensavo, e mi chiedo: com’è possibile? E devo ricominciare ogni volta tutto da capo, con una fatica avvilente, disperata”.
Carattere che si sviluppa: Orale.
Ha una bella energia vitale, entusiasta, cordiale, con idee seduttive e progetti accattivanti, ma poi mostra sempre l’altra faccia della medaglia, per cui poi alla fine le cose presto cambiano, mutano di segno e i progetti e le idee vengono abbandonati o finiscono male. Per poi dare adito ad altre idee, in un processo ripetuto sempre uguale di entusiasmi e scoraggiamenti successivi.
Anche le relazioni seguono lo stesso schema. Sembrava che questa relazione fosse quella buona e invece anche questa volta tutto si è risolto con un fuoco di paglia.
Ferita da Rifiuto: Diritto Negato all’esistenza.
il bambino sente un rifiuto alla sua esistenza. Il fatto stesso che lui ci sia viene vissuto con ostilità. Deriva magari da madri malate o depresse e per questo non accidenti, o per condizioni piuttosto importanti di disturbi e problemi della gravidanza o del parto, oppure ancora per malattie che capitano al piccolo entro l’anno di età.
Ferita vera e propria da Rifiuto: “provo da sempre un’alternanza di profondo rifiuto per certe categorie di persone, a volte per tutti, e di sentirmi che invece le persone che vorrei mi rifiutano a loro volta. Ogni volta sento che se mi piace qualcosa o qualcuno, di nuovo sarò rifiutato, per definizione, perché questo è il mio destino. Provo un’angoscia sottile ma presente di un dolore talmente forte e senza nome ma che conosco, come una disperazione esistenziale, di morte letterale dell’anima, che mi fa fuggire le relazioni e scegliere lavori e case e situazioni tutte in modo isolato e protetto, con meno scambi e illusioni possibili, perché così mi astengo e rifiuto io situazioni dove poi tanto gli altri mi rifiutano”.
Oppure, in una variante, accade che la persona non sia consapevole della sua rabbia ma senta solo tutta l’esistenza sin modo intellettuale, alternativo, cerebrale, razionale in modo marcato, che lo caratterizza, come fosse wuasi incapace di emozioni.
Carattere che si sviluppa: Cerebrale (Schizoide). Di solito sceglie un profilo di studi e lavoro tecnico, applicato. Ha un’energia intellettuale, con un corpo freddo e un atteggiamento mentale, razionale, difficilmente emotivo. Cerca di vivere in modo alternativo, non mischiandosi, non riconoscendosi nella maggioranza, sempre un pò outsider, per certi versi ostile a qualcosa, con continui giudizi critici, ma non da moralista, bensì da intellettuale, da persona che per prima cosa pensa col proprio cervello e si fida solo del suo pensiero, mai delle proprie emozioni.
Continua la lettura: Il Segreto della Ripartenza – il Circolo Virtuoso della Ripartenza dalla Ferita Caratteriale.
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