7a – Check-list: 1 Emozione, 1 Parola: Ripartire è Ripartire dalle Emozioni

Tecnicamente non sono un chitarrista,
tutto quello che suono è verità ed emozione.

Jimi Hendrix

 

Esercitazione: “una parte di me, ti direbbe…”.

Individuare una o più persone con cui non siamo riusciti ad esprimerci come avremmo voluto. Può essere qualcosa di cronico con questa persona, cioè che si ripete ogni volta, oppure solo un episodio significativo.

Scrivere chiaramente il nome della persona.
Indicare in maniera sintetica qual è il reale problema per voi con questa persona.

 

 

 

Poi, prima di usare la tecnica “una parte di me ti direbbe”…. Indicare chiaramente che cosa le diremmo se fossimo sicuri che ci capisse e che la comunicazione fosse fluida. Scriviamolo qui di seguito, anche se può contenere elementi spigolosi, difficili da comunicare o da accettare per questa persona:

 

 

 

 

Adesso rileggiamo attentamente quanto scritto e trasformiamolo in positivo: aggiungendo “una parte di me ti direbbe”. Ad es. “una parte di me ti direbbe che sei un disastro totale, che non ti sopporto e ti odio…”. Possiamo mutare e rendere efficace la nostra comunicazione, concreta e che migliori la relazione proprio  in questo modo: “una parte di me ti direbbe che quando mi dici “sbrigati!” con quel tono, mi metti paura, mi fai sentire inadeguata, e questo ti rende insopportabile. A volte sto molto male per questo. E credo sinceramente di non meritarlo. A quella parte di me piacerebbe molto che tu le dicessi: “mi raccomando, non possiamo arrivare in ritardo; Se vuoi ti aiuto, insomma aiutiamoci ad essere più puntuali”. Ecco, questo è ciò che vorrei sentire e desidero che tu mi comunichi. Non mi aspetto risposte, né ti chiedo niente. Ma insomma, mi sembra importante dirci ciò che sentiamo, vista la nostra relazione”.

(Riscrivere qui di seguito in positivo la nostra affermazione precedente senza togliere l’aspetto profondo ed emozionale, ma rendendolo tale da migliorare la relazione.)

 

 

 

 

 

In quale ambito o relazione voglio esercitarmi a seguire il principio: sento, traduco, esprimo? In altre parole, dove non riesco ad essere immediato/a e diretto rispetto alle emozioni? Con chi, concretamente? In quali situazioni principalmente?

 

 

 

 

 

Da quale esempio posso partire? Su che cosa e su chi posso prendere appunti per capire come affrontare la situazione?

 

 

 

 

In che modo posso mettere in atto il principio “1 Emozione, 1 Parola”? Ad es. su quanto appena scritto al punto precedente, se dovessi dare un titolo di una parola a quanto espresso, quale sarebbe?

 

 

 

 

In quali altri ambiti posso fare tesoro di “1 Emozione, 1 Parola”? Come posso in sostanza essere più diretto, efficace?

 

 

 

 

Esempio negativo prolisso e senza emozioni chiare: “volevo dirti che –rispetto a quella situazione in cui mi sono sentito che tu mi attaccavi e mi costringevi nell’angolo e allora da lì le cose si sono complicate enormemente e allora non sono sereno con te…”.

Esempio positivo: “Un parte di me è arrabbiata con te. Non mi piace quando ci troviamo in situazioni come questa. Proviamo a ripartire da capo? Ciò che mi piace del nostro rapporto è…..

 

 

 

e ciò che m’interessa è:…”.

 

 

 

A questo punto, siamo in grado di percepire il senso generale, davvero trasformativo di 1 Emozione, 1 Parola? Partire sempre dalle emozioni. Ri-cominciare a basarsi, sentire ed esprimere sempre per prima cosa ciò che sentiamo. E’ un’attitudine da sviluppare che ha trasformato milioni di individui nel mondo. Cambiare modo di rapportarsi con le proprie emozioni. E’ molto, molto di più che una semplice tecnica. Vi è chiaro, adesso?

E’ questo il principio che è stato travolto dalla nostra realtà quotidiana. Ma è proprio lo stesso principio che può ri-donarci la pienezza: ri-considerare le emozioni.

Ogni processo di cambiamento, dalla vera e propria terapia alle decisioni fondamentali di cambiare qualcosa di importante, si basa su nuovi modi di sentire ed esprimere le emozioni.

E perché tendiamo a perdere questi principi? Perché le occasioni di lavoro o della vita familiare tendono apparentemente a farcele rimuovere. Perché è più comodo, non dà fastidio, non urta gli equilibri. Ci fa tirare a sera apparentemente meglio. Salvo poi considerare che chi va avanti sul lavoro e negli affetti è chi riesce ad arrabbiarsi bene, e poi a ristabilire la piena armonia, a considerare nel modo giusto gli altri, mentre chi tende a rimuovere le emozioni, a non considerarle, alla fine scoppia. E fa danni.

L’intero libro “Fish!”, che ha venduto milioni di copie nel mondo, si basa tutto su nuovi modi di considerare le emozioni al lavoro. E provate a cercare sul web: ci sono milioni di contatti, approfondimenti, esercitazioni, e best seller sul tema delle emozioni. Ripartire è ripartire dalle emozioni. Il resto è lasciarsi vivere.

 

Come abbiamo scritto sul punto 1 Emozione, 1 parola:

“Concentrarci sull’esprimere l’emozione ha senso solo se stimola, migliora la relazione, la connessione con l’altro, sempre, in ogni occasione.

Il segreto è l’utilizzo dell’emozione per unire, sanare, andare avanti, non per dividere. Mai. Solo così funziona.

Altrimenti, non sarebbe naturale. Perché l’emozione è di per sé vera, sincera, spontanea, arricchente, anche se ce ne vergogniamo. E automaticamente, è abbondanza. Quindi arricchisce sempre entrambi. Sempre.

Ci si lascia davvero solo quando ci si lascia bene.

Non concentriamoci mai sul lasciarci male.

Occupiamoci solo di comunicare in modo che arricchisca la relazione. Il resto verrà. Cambia completamente la prospettiva”.

 

Concentriamoci allora su chi possiamo affrontare in questo modo:

“Buongiorno, ti stupirai, ma volevo dirti cosa ho provato, oggi in quell’occasione… Non rivendico niente. Voglio solo comunicare ciò che sento, per migliorare la nostra relazione”.

 

 

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