4) Ricorda che non ottenere quello che si vuole
può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna.
Dalai Lama
Stiamo parlando di “modo accettante” non di accettare una volta per tutte.
Non si tratta di mettersi alle spalle delle “cose”.
Bensì di archiviare definitivamente degli atteggiamenti.
Che poi certo coinvolgono situazioni e persone con cui possiamo porci diversamente.
Ma non è un processo messo in piedi per dimenticare o superare per sempre qualcuno o qualcosa che ci ossessioni, poiché altrimenti non funzionerebbe. Anzi, diventerebbe un’involuzione, un’altra ossessione.
Se invece lo mettiamo in atto con tutti i criteri, chi non ha da essere più nella nostra vita, non ci sarà. Garantito.
Abbiamo visto nella Storia di Piera, o sul lavoro, oppure in altri passi importanti, che se vogliamo per esempio dimenticare qualcuno e lasciarlo andare, dobbiamo prima…
…accettarlo completamente e abbracciarlo per sempre dentro di noi per tutto ciò che ha dato e/o avrebbe potuto darci…
…anche solo per come lo avremmo sempre voluto e non è mai stato…
...Questo è il punto cruciale: perdiamo un’enormità di energie a lottare, litigare, rimuovere caratteristiche dell’altro che non vogliamo, e perdiamo la costanza su ciò che invece avremmo sempre voluto.
Quindi torniamo a questo e manteniamolo per sempre…
Come e cosa avremmo desiderato vivere insieme a questa persona
o in questa situazione lavorativa, relazionale?
E immaginiamo questa situazione molto positiva nei minimi dettagli…
…e poi immaginiamo disinteressatamente che questa persona finalmente diventi così e stia bene per sé e che si ri-faccia una sua vita, piena come noi avremmo sempre voluto per lui/lei.
E occorre che glielo auguriamo senza remore o resistenze. Non funziona farlo tanto per fare, strumentalmente.
Occorre quindi cambiare se stessi come atteggiamento generale (!).
Molto diverso da operare chirurgicamente per rimuovere qualcosa.
E’ come al solito una prova per migliorare se stessi.
Altrimenti ricorda il film “Se mi lasci ti cancello”, proprio per questo motivo uno dei più belli della storia del cinema.
Sull’amore ovviamente verrebbe da fare mille parentesi.
In sostanza, occorre verificare con costanza-entusiasmo-enorme motivazione e atteggiamento pienamente accettante, se la persona o la situazione è destinata a non essere più nei nostri pensieri nelle forme precedenti.
E se non lo è va benissimo così. Ci sarà qualche disegno dell’universo, non immediatamente comprensibile, che fa sì che quel picco di felicità si sia interrotto.
Ma noi l’abbiamo vissuto, che diamine! E continua a nutrirci fino alla prossima intensità. Questo è il segreto da divulgare al mondo.
E se lo rimettiamo nel processo naturale di relazione, a quel punto, perché dovremmo poi non pensarlo più e volerlo rifiutare?
E’ non rifiutare più nessuno e abbracciare dentro di noi ogni persona o situazione, la vera accettazione.
Dopo, tutto cambia.
Renata era così spezzata da un amore talmente bello e così tanto finito male -perché il suo “amoredellavita” non se l’era sentita di lasciare moglie e figli per lei- che aveva scelto di dventare -lei, non lui(!)- una figura triste.
Non realizzava dentro di sé che stava vivendo in modo palese, nello sguardo, nel limitato livello di vitalità, una vita di serie B, centellinando persino l’amore per il figlio che nel frattempo era nato dalla sua nuova e già “confinata” relazione (!).
Il figlio -diceva- era la luce dei suoi occhi.
Ma era una luce venata da uno sguardo rassegnato.
Si convinse quando vedemmo insieme gli effetti:
- sul figlio
- sul nuovo marito
- sui genitori ormai anziani
- e su tutto il suo lavoro da libera professionista
- un’energia in riserva e in-sincera, recitata e tragica.
“Ma stiamo scherzando?
Tu hai vissuto un amore così intenso che ti ha illuminata
e può illuminare te e le tue future 3 generazioni!
E tu -solo perché l’altro non se l’è sentita di viverlo,
pur di rimanere in contatto spezzato con lui, spezzi la tua vita?
Sei convinta di saper recitare e che tutto questo presunto sacrificio non si veda all’esterno? Ma andiamo…!
Che vita, che esempio stai dando a tuo figlio?
Che cresca e creda nell’amore o nella disfatta?!”.
Capite, amici miei?
Noi anteponiamo causa a conseguenza, tragedia a scintilla vitale e vita di scorta ad amore entusiasta di tutto e di tutti.
Una persona che accetti davvero si riconosce:
ha compreso una verità profonda che concerne tutte le possibili situazioni.
Ama incondizionatamente tutto e tutti.
Intensamente.
Perché si è collegato all’accettazione che questa sua esistenza è in realtà meravigliosa così com’è, anche e soprattutto se sente che non sa ancora come e perché, ma accetta la scommessa primaria:
“in queste giornate che si ripeteranno per il resto dei respiri che compirò…
…non cambierà mai niente perché niente è necessario che cambi!”
Come qualcuno che riparta al culmine dell’entusiasmo dopo una brutta malattia.
Ha una felicità commovente ed esplosiva, toccante e contagiosa.
E qui invece, senza aspettare malattie, di questa vita ne ha soltanto colto il senso meraviglioso e non la mancanza.
Non c’è più niente di niente che deve cambiare.
È così semplice.
E dona una spinta, un respiro, una centratura, enormemente migliori.
Se è questo che vuoi, ti dice questa voce, solo l’accettazione te lo può dare.
Serve a capire quali reazioni/atteggiamenti/pregiudizi/credenze/presunzioni/orgogli io continuo a mantenere nonostante abbia più volte verificato che non funzionino e provochino disastri.
Risponde alla domanda:
“come faccio a capire che NON sto accettando qualcosa
che potrebbe invece farmi vivere molto meglio?”
La risposta è elementare:
Prova.
Prova ad accettare che quell’obiettivo, poi quell’altro, poi lo stato d’animo a te tanto caro, non li raggiungerai mai. Sono falsi problemi.
Ne abbiamo scritto in dettaglio ne La Vita Intensa.
E vedi come ti senti.
Potresti scoprire megatoni di energia che ti ritornano evitando accanimenti trentennali che poco o nulla ti hanno portato sinora.
Renata, della cui vita spezzata abbiamo detto poco sopra, credeva PRIMA all’interno della sua testa che -non solo in amore- la sua vita sarebbe stata sempre un sacrificio, fin da bambina.
Questa era la verità…
E quindi la questione irrisolta dell’amore ce l’aveva dentro. Quella storia d’amore l’ha solo attirata, provocata e alimentata per anni dentro di sé, all’unico scopo di rovinarsi la vita, come facevano i suoi genitori a casa sua quand’era bambina. Questo era l’esempio, questa l’atmosfera. Lei l’ha solo seguita e rispettata alla lettera.
Potete percepire la rivoluzione negli occhi e nella vita di Renata quando ha compreso questa evidente verità?!
Le ha disvelato lo sguardo e l’ha tolta da un atteggiamento insincero e fuorviante.
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