Accettazione Incondizionata: 16. Adele, l’Assedio e la Guerra

La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club.
La seconda regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club.
Questa è la terza regola del Fight Club, quando qualcuno dice basta o non reagisce più,
anche se sta solo facendo finta, il combattimento è finito.

Fight Club, (cap. 6, p. 41)

Chuck Palahniuk

 

 

Francamente, durante i racconti di Adele sui suoi rapporti con il padre, si stenta a crederci.

Per esempio, da bambina, il padre la teneva a studiare sui libri -dal primo pomeriggio fino alla sera alle 11- se soltanto lei non capiva qualcosa dei compiti assegnati. Alle elementari.

 

E ciò avveniva letteralmente e regolarmente: cioè lui le si metteva di fronte e stava lì con lei, inflessibile, fino a quando non aveva finito.

Allo stesso modo, entrava in ogni ambito della vita della figlia, in qualsiasi questione.

E fuori? Nella vita comune?
Con gli altri, i vicini, i condomini, i colleghi, i parenti, erano continui litigi, conflitti, urla e manifestazioni spiacevoli. Imbarazzanti, spesso fino a livello legale.

In più, mille altre cose: per esempio ancora oggi, a 38 anni, il padre reputa non agevole per una “ragazza” fare la spesa e andare in banca e alla posta, per cui provvede lui personalmente, a queste necessità della figlia, che ovviamente si oppone, ma alla fine si deve piegare come fa da 35 anni dopo discussioni e pene infinite.

Capite perché ogni tanto mi verrebbe da chiamare questi genitori e di porre solo una domanda: mi scusi, brav’uomo, ma secondo lei è normale tutta questa faccenda?

Fatto sta che il problema di Adele non è ovviamente il padre. Lei è uscita di casa presto e conduce una vita autonoma da tempo e non avrebbe potuto sopravvivere altrimenti.

 

Il problema di Adele è l’assedio.

E sta accettando questa grande verità:

“io vivrò sempre assediata:
da colleghi impossibili, difficoltà di ogni tipo, infortuni, fobie,
solitudini, sintomi psicosomatici inenarrabili,
allo stesso identico indice di gravità, intrusione e violenza con cui mio padre
entrava nella mia vita quotidiana, fino alle più piccole cose…

E non basta: attirerò sempre situazioni e persone di questo tipo,
semplicemente perché per me è normale…
”.

 

Anche in questo caso, Adele cerca da una vita una soluzione alle sue difficoltà e –a sentire lei all’inizio- il padre era ormai un problema risolto, molto meno grave dei guai causati da colleghi, fidanzati e dalla costellazione di umani che si trova ad affrontare ogni giorno.

E oggi, con le analogie, riflessioni, e condivisioni in gruppo, di tutta la sequenza che si ripete sempre uguale…

…Adele sta finalmente vivendo più serena, vede la luce e si predispone molto più che in passato verso la pace, ogni giorno, in ogni ambito, in cui si può imparare a staccare dal proprio destino segnato da abitudini assurde.

 

VEDE ogni volta cosa farebbe di atroce a quella collega e quanto sia lei stessa ad alimentare conflitti assurdi… e semplicemente sta lì, aspettando che passi la rabbia, EVITANDO di mettere in piedi dei litigi assurdi, di un’intensità esasterata. La stessa identica drammaticità che sentiva da bambina.

 

Vai a: Accettazione Incondizionata: 17. Viola, la Violenza

 

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Riepilogo:

 

 

Approfondimenti:

 

Conferenza Gratuita 1 Dicembre 2016, 20,30

5 Ricette per una Piccola Felicità

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