1. Ci Manca Sempre Ciò di Cui Abbiamo Paura

Per me, l’opposto della scarsità non è abbondanza. È abbastanza.

Brené Brown

 

 

E’ sempre qualcosa di cui abbiamo paura a mancarci.

Per questo non lo raggiungiamo. Perché il nostro desiderio non è pulito. E’ l’espressione di una mancanza molto più antica e per questo controversa.

Ciò di cui sentiamo la mancanza, proprio per questa sensazione, non riusciremo mai ad afferrarlo davvero.
La reale sostanza della mancanza è inafferrabile.
Ed è importante che lo rimanga, inafferrabile, per le nostre parti più profonde e impaurite.
Per questo fanno solo finta di concederci di colmarle, le nostre mancanze, spesso con tutto noi stessi e fino allo sfinimento, ma senza darci il vero permesso di raggiungerle.
Perché in realtà ci fanno una paura bestiale.

Quindi quel che ci manca è da non cercare più. Perché non lo vogliamo in realtà.
Prima smettiamo e meglio stiamo.

 

Non è vero che mi manca

l’amore / o la realizzazione / il denaro / (etc.)

 

La verità è che:

 

Io non voglio

l’amore / o la realizzazione / il denaro / (etc.)

Perché mi fa troppa paura.

 

Certo, capire perché ci manca quel che ci manca, e perché ci fa paura, è la svolta, per smettere molto prima di tormentarci o fallire o ammalarci o stramangiarci la nostra mancanza.

Quindi non ci sarebbe niente da ridere su tutto questo circo itinerante che mettiamo in piedi per vivere male-mancanti.
Se non fosse che siamo buffi davvero per quanto siamo coinvolti in giri strani di giostra che continuiamo a creare.
Vuoi il benessere? Cerca la verità.
E la verità ci dà una sveglia di così tanta maturità infinita che all’inizio ci toglie il fiato.

Ci fa vedere come da decenni siamo dispersi a cercare la qualunque purché sia impossibile da ottenere.
E ci fa dire: aspetta un momento… ma davvero sto facendo finta?

E’ sufficiente osservarci mentre lo diciamo:

1. Mi manca da sempre…

Riempi la frase.

Prova. O lettore. Se l’affermazione non è immediata = allora l’immagine non è pulita.

Se l’emozione non è chiara = lascia stare quella mancanza e cerca l’ascolto dentro di te. Anticipa.

Ad es. “Mi manca il denaro”, è generico. E per quanto possiamo fare una serie di esempi di dove e come ci manchi il denaro, è come se ci fosse -anzi c’è!- sempre qualcosa che non quadra ancora, che non individua proprio bene e con precisione quale è il punto. Perché è come se attraverso il sogno di colmare la mancanza di denaro, volessimo in realtà realizzare noi stessi oppure non sentire che siamo sbagliati e così via.

Una controprova di ciò è chiedersi:

2. E una volta colmata questa mancanza, come ti vedi? Cosa senti? Prova ad immedesimarti e chiediti: una volta colmata questa mancaza, potrò finalmente…

E appunta tutte le risposte. Il filo rosso che collega ogni parola che hai scritto, di solito riconoscibile, è il reale problema che cerchi di risolvere con la mancanza che continui ad alimentare.

Es.

Una volta risolto il problema del denaro potrò finalmente…

  • sentirmi più serena
  • dedicarmi al mio benessere
  • risolvere l’ansia di non essere adeguata
  • vivere soddisfatta
  • dirmi che non ho sprecato la mia esistenza.

 

Questa persona ha una evidente sensazione di essere sbagliata e non avere un posto nel mondo. E’ questo il tema da approfondire, per scoprire e affrontare il reale problema che altrimenti non la farà mai star bene.

Occuparsi di questa reale problematica la condurrà alla soddisfazione e non il contrario: giammai il denaro le darà soddisfazione.

 

Mettiti allora nella condizione in cui hai già tutto e non ti manca niente. Quindi men che meno quella specifica mancanza che ti assilla fin da che ricordi.

Perché solo così la risolvi: non cercandola più.

Per questo preciso motivo, di anticipare al meglio la condizione di soddisfazione e abbondanza, vi ricordo spesso che occorre ri-mettere il corpo al centro della nostra vita, lavorare in meditazione profonda e ad una frequenza cerebrale che abbiamo nel sonnno, come se fossimo in trance. Perché più raffiniamo questa abilità e più immeditamente in abbondanza saremo.

 

3. Cosa faresti, come vivresti oggi se l’avessi già colmata, questa mancanza?

E fallo. Giorno-dopo-giorno-dopo-giorno. Ma ogni giorno che è uno. Solo allora traccerai il solco. Dell’abbondanza. Senza mai aver risolto la mancanza. Sono due mondi che non si parlano. Come il giorno e la notte e la leggenda di Ladyhawke, se capisci ciò che intendo dire.

Sempre seguendo l’esempio di prima, la persona alle prese col problema denaro dovrebbe prendere ogni affermazione dell’elenco di cui sopra e immedesimarsi in quello stato già raggiunto: serena, senza ansia, adeguata, soddisfatta… etc., lavorarci periodicamente in meditazione corporea bioenergetica, e poi verificare come si sente e che cosa ancora non quadra, fino a che non arriva al fondo della sua problematica, in questo caso: sono sbagliata, inadeguata, senza un legittimo diritto a poter avere un mio posto nel mondo.

 

E devi saperlo. Altrimenti ti senti che -non risolvendo mancanze- è come se venissi meno alla tua smania primaria, a tutta la tua vitalità.
Mentre invece smetteresti solo di confondere e sprecare energie e inizieresti a vivere finalmente la pienezza -e l’integrazione!- a cui aspiri da lontano.

Inoltre, dato che -sforzarti- lo fai da decenni, mollare le mancanze al proprio destino vorrebbe dire che stai sbagliando da sempre, e quindi farai di tutto per non ammetterlo.

Ma la verità quella è.

La verità è che quel che ti manca non è vero. Non lo vuoi. Ti fa paura.

E allora, anziché dedicarti a ciò che è facile, ti assilli e ossessioni su come raggiungere quello da cui ti senti escluso da sempre. Fino a che un giorno… ti illudi che… risolta quella grande mancanza…

Ma i giorni sono sempre uguali e le mancanze pure.
Con le loro angosciette quotidiane.

Lo sai è così…

Vuoi un’altra prova?
Ora chiediti con la massima sincerità, senza pensare affatto alla domanda di prima sulla mancanza… Pensa soltanto:

4. Di che cosa ho più paura? Oppure ho avuto sempre paura? Oppure ho paura in questo periodo? 

E vedi alla fine se c’è una relazione tra la risposta alla mancanza di cui sopra e questa paura.

Seguendo l’esempio precedente:
ho sempre avuto paura di non farcela, di ammalarmi. Sogno sempre situazioni ripetitive in cui non arrivo dove voglio arrivare. Ho paura che si scopra che io non ce la posso fare. 

 

Se c’è ed è evidente questa correlazione, hai la prova che non potrai e non vuoi realmente raggiungere quel che ti manca. Se infatti la persona di cui stiamo parlando guadagnasse denaro e fosse soddisfatta, è convinta che allora si vedrebbe che lei non ce la può fare. E ciò le mette terrore letteralmente di farcela e di guadagnare denaro.

Abbiamo riportato in un altro articolo una serie di esempi quotidiani di mancanze-paure, emersi in terapia. E ci siamo limitati perché dire che la casistica è ampia, è riduttivo.

E’ un giro del fumo. Sempre.

Quel che invece ci capita naturalmente è ciò che combacia con noi. Come due parti di una mela.
Quel che non ci manca arriva, al contrario, semplicemente.
Come mai?

Vedendolo dal lato opposto, ciò che accade è sempre ciò di cui hai bisogno=soddisfa i tuoi reali bisogni di quel momento.
Quindi se senti mancanza vuol dire che il tuo sistema chimico-emotivo vuol sentire proprio quelle sensazioni, non altre.
In misura di 1 a 1 con ciò che attiri.
Quel che attiri è ciò che vuoi davvero.
E’ incredibile come tutto è esatto.
Questa è la bellezza della natura.

Quel che ti capita, in qualsiasi momento, è quel che ti sta bene addosso, che hai attratto e ti sei meritato e desideri davvero.

Desidero mancanza stai dicendo? Ecco.
Come posso desiderare i problemi che ho?
Desideri le sensazioni a cui sei abituato. E ti fa paura in realtà ciò che dici di desiderare. Altrimenti ce l’avresti già.

Cambiare queste esigenze in corso d’opera è la strada.
Se ti manca qualcosa o qualcuno e non riesci mai ad averli, fa conto che non sia vero, e che il problema sia altro. Cioè dallo per scontato. Matematico. Al cento per cento:

tu hai in realtà paura di quel qualcosa o qualcuno=che vuoi come vuoi tu=alle tue condizioni=le quali ad un’attenta analisi si rivelano irrealistiche. E chiediti da dove viene e che cosa fa sì che tu sia lì, contrastato, irrealizzato, e comunque accanito, e ti ritrovi ogni volta insoddisfatto e infelice.

 

Non ti sei mai detto ‘ma perché non riesco mai a godermi almeno quello che ho?’. Ecco.

5. Quale reale=vera=oggettiva condizione soddisfa questa ricerca di qualcosa che non riesci ad ottenere?

Cosa conferma dentro di te se non ci riesci mai?
Che sei escluso come ti sentivi da bambino?
Che non c’è la puoi fare? Cos’altro?

Questa è la verità che confermi. Punto.

 

E se diamo per scontato che staresti male se colmassi davvero ciò che ti manca? Allora visualizza: la paura è la tua, la conosci. L’hai scritto appena sopra.

Immagina di avanzare con quella paura che si è purtroppo manifestata, ma almeno siamo andati a stanarla. E vedi se ti arriva una botta apoplettica di consapevolezza.

 

6. Come ti senti mentre immagini di avanzare nello spazio, a casa, per strada, al lavoro, colmo di denaro o di una relazione o di realizzazione di te e pieno comunque di paura di…?

Cosa succede davvero dentro di te?

Se lo fai più e più volte, in modo periodico, su tutte le tue mancanze e paure… questo lavoro emotivo farà la differenza tra realizzare davvero la tua vita o continuare per sempre a far finta.

Ad esempio, la prosperità, la mancanza di clienti. Quante persone in questo sconsiderato 2020 hanno problemi di non avere abbastanza clienti? Eppure, ciascuno sente che questa mancanza oggettiva determinata da un virus, in realtà confermi la propria maledizione interna: sentirsi lontani da… mancanti di… non all’altezza per, etc. etc.
C’è chi si sente prigioniero di queste atmosfere e chi si sente fallito, esattamente come nel resto della propria vita. Le crisi ci riportano sempre alle nostre ferite. Nulla di più.

E quest’altra ennesima crisi non può far altro che confermare che non avrò mai ciò che desidero.
Quando ti senti così, ecco, occorre che ti svegli dall’incantesimo, amica mia, poiché il principe azzurro è davvero messo male.

 

Quindi il rapporto tra mancanza e desiderio di colmare ciò che ci manca è solo apparentemente diretto mentre invece reca una bugia, un difetto, un punto fallato della tessitura del discorso.

 

7. Dov’è che il ragionamento ha un buco? Qual è la mancanza della mancanza, appunto?

Che cosa ti sei inventato per raggiungere quel che apparentemente vuoi?

Continua a chiederti questo, lettore.

 

8. E dove la tua prosperità invece è pulita, serena, nella tua vita?

Questo di solito non lo vedi facilmente. Sono gli altri che lo vedono e te lo dicono. Quindi chiedi pure a chi ti conosce bene.

Oppure cos’è che non puoi negare della tua vita?  Non puoi negare che… hai successo in questo… hai questa dote evidente… sei riuscita a realizzare… le tue relaizoni sono… che cosa, in dettaglio?

Prova a scriverlo chiaramente e a rileggerlo.

E vedrai che ti farà esclamare:

Ma perché diavolo non dovrebbe venire subito tutto in modo automatico?
Perché le cose non arrivano facilmente in ogni ambito della mia esistenza?

 

La mancanza e l’abbondanza sono due presupposti, giammai due risultati.

Laddove la mancanza è solo un aggancio per il solito circolo vizioso che ci illude che l’abbondanza debba sempre arrivare come conseguenza a chissà che.

 

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2. La Dipendenza dalla Mancanza

 

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