Ma cosa fare dopo che ci si è resi conto di queste verità sui nostri infortuni, disturbi, disastri veri e propri?
Quel che si scatena in terapia bioenergetica con questa rivelazione attiene, come ormai sappiamo, ad un comportamento nuovo, vero, efficace, ma che suona paradossale e apparentemente contro il buon senso:
1. > PERCORSO DELL’ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA.
Tenere il punto della ferita e ripetersi il proprio impedimento come un mantra finalmente consapevole fa sì che…dopo aver assodato che la ferita sarà sempre attiva, senza redenzione… .
2. > SVILUPPO DELLA LEGGEREZZA PROFONDA.
…ci si decida finalmente a vivere il massimo dell’intensità ogni giorno, buttandosi in avventure per noi inimmaginabili prima, senza mai più ingannarci nell’aspettare di sentircela: visto che non arriverà mai quel momento.
Tanto più che adesso l’inganno è svelato e percepibile.
E come si risolve materialmente questo perenne infortunio, malessere, disagio o blocco?
E’ semplice: mi ripeto più e più volte -ad esempio- che la mia ferita è una -o più di una- delle seguenti:
- Sento da sempre e quindi sentirò tutta la vita, che io sono indegna della considerazione delle mie figure di riferimento, quindi mai un riconoscimento da parte degli altri, come era da piccola!… Non sarà mai vero realmente oggi, ma per quel che mi è successo tanto tempo fa, è facile pensare che sentirò sempre così… basta allora saperlo e non far niente e smettere di aspettare che qualcuno mi accetti, mi lodi, mi dica che vado bene… (Carattere Narcisista)
- Mi sento schiacciato da pesi enormi. Gli altri si approfittano di me. Da una vita è così per me e non cambierà. Io sono l’ultimo, non posso avere niente per me. So che non è più così, ma la suggestione di quel che mi è successo è forte. Posso però cercare di concentrarmi su leggerezza, leggerezza, leggerezza… anziché continuare ad angustiarmi. Basta! (Carattere Sottomesso).
- Qualsiasi situazione mi ricorda sempre la stessa minaccia, enorme, la mia paura degli altri, di qualcosa che accada, di non reggere le relazioni, della mia fragilità. Gli altri mi infastidiscono e basta. E’ sufficiente però ripetermi spesso e per tutte le volte necessarie che è solo un maledetto trauma da piccolo di cui non ho coscienza, per non cadere più nel drammatizzare tutto. (Carattere Cerebrale).
- Provo sempre insoddisfazione, mancanza, entusiasmi e delusioni in successione, ogni volta… e questa tentazione la proverò per chissà quanto tempo ancora. Se non mi concentro sul piacere e su ciò che va bene -sempre- continuerò ad attrarre insoddisfazione… tutto qui. (Carattere Orale).
- Non finisce e non finirà mai la mia battaglia per avere, diventare, controllare, non sentire, dover assicurare una prestazione e non fermarmi mai, senza mai un momento per me. O mi decido a smetterla di andarci dietro, o sarà sempre la stessa storia…Il problema è che non sento niente, non provo emozioni. So che non è così vero, ma è proprio difficile per me. (Carattere Dominante).
- Non riesco, da sempre, a sentire, a sapere cosa voglio, cosa amo, cosa preferisco… ho sempre bisogno di qualcuno per decidere, ed è difficile… ma posso solo accettare che è una finzione dentro di me… più non esploro cosa voglio e cosa mi piace, più mi sentirò sempre bloccato. (Carattere Simbiotico).
- Gli impegni si accaniscono sempre contro di me, non c’è mai niente che mi sia facile, da che mi ricordi. Posso solo lavorare, nella vita, e far bene le cose, avere le mie rigide abitudini, per far bene qualcosa che non posso godermi mai. So che lo percepirò in ogni cosa, anche se non sarà mai vero. Solo in questo modo posso smetterla di ingannarmi… (Carattere Rigido).
Al termine di queste vere e proprie meditazioni guidate… fatte di ripetizioni, immedesimazioni, MI SINTONIZZO, ascolto.
E poi di nuovo, ripetizioni e così via.
E noto come muta il mio sentire giorno dopo giorno, settimana dopo settimana…
Questo vuol dire