Vivi ogni attimo come se fosse esatto.
Per definizione lo è.
Anni fa ho finalmente realizzato –in un esercizio di bioenergetica- il famigerato segreto del ‘vivere qui ed ora’:
“solo se vivo senza nemmeno considerare che esista un domani, posso sentire cos’è il Benessere Profondo”.
“Solo quando Questo diventa il Momento Assoluto e non più quello relativo ad altri, vivo l’essenza della vita”.
Pensiamoci qualche istante: qual è il momento più bello che ricordiamo della nostra vita?
Fatto? Il primo che ci viene in mente, così non possiamo sbagliare. Vedete? In quel preciso istante, eravamo coscienti che esistesse un domani? E c’interessava che esistesse? Neanche per idea.
Succede che noi riteniamo che dall’esterno -dalla nascita di un figlio, ad esempio- possa fiorire l’intensità di quel momento, mentre è esattamente il contrario: il figlio lo abbiamo creato prima dentro di noi, che lo volessimo o no, ci abbiamo lavorato immensamente, prima.
Quindi, il segreto è predisporsi il più possibile…
…affinché ogni momento sia quello assoluto.
Se lo sapessi, se l’insegnassero a scuola che occorre “vivere senza che ci fosse un domani”, io saprei fin da ragazzino ciò che ancora mi sfugge:
in qualsiasi, qualsiasi, qualsiasi istante, attività, passione, lavoro e relazione, io posso alzare la posta, chiedere di meglio, a me stesso/a e agli altri, esprimermi fino in fondo, in modo esponenziale, profondamente diverso da ciò che faccio oggi. Ed è legittimo e ne ho diritto. In realtà i ragazzi lo sanno benissimo, ma è a scuola che imparano il contrario…. E poi -di colpo- è troppo tardi.
Ma è davvero troppo tardi?
Posso esistere oggi senza più limitarmi in ogni istante pensando troppo a cosa viene prima e dopo, di sotto e di lato, a monte e a valle? E a come si comporterebbero gli altri? E a ciò che è legittimo secondo chissà quali criteri e a chissà cosa penserà tizio di questo mio comportamento eccetera, eccetera, eccetera?
Ecchisenefrega, no?!
Sarebbe una Rivoluzione Copernicana in Questa Società di Comportamenti Piatti.
Posso allora crederci con tutto me stesso: partire davvero con impeto totale, cercare di sintonizzarmi in ogni istante nel vivere in modo completo e mai più relativo-solo-ad-una-lunga-sequenza-di-azioni-che-mi-porti-a-sera. E dovrei sentirmi anche sostenuto pienamente da ogni figura genitoriale ed educativa.
E se non sento che questo è “quel” momento assoluto?
Salutare gentilmente e andare.
Dove? Domanda sbagliata.
Come? Eccola, la domanda:
smettendola di adattarmi a millenni di mancanza
e seguire il flusso della mia esistenza al livello più profondo possibile,
che non saprò mai qual è mentre sposto il limite sempre un po’ più in là,
che è l’unico spirito adeguato al mio diritto di esistere.
Aldo, ad esempio, l’ha scoperto da poco -e non credeva affatto che potesse accadere: per una vita a ripetersi di “dover stare al proprio posto”, di non esagerare, di non chiedere MAI per sé stesso. Ora, al termine di una sessione di bioenergetica, resta sveglio fino a tardissimo, felice e rigenerato, al punto di essere impaurito da tanta energia: non sa cosa farsene. Non ha le strategie che avrebbe dovuto sviluppare e che ora inizia ad apprezzare.
Fino ad oggi ha vissuto solo per Lavorare, per Il Senso Del Dovere E Il Sacrificio: amore morigerato e sesso infinitesimale.
– “E ora da che parte comincio?”.
– “Ma ti senti stanco il giorno dopo, anche se non hai dormito?”.
– “No, mi sento magnificamente, come se non ne avessi bisogno”.
– “Allora, scusa, qual è il problema?.
– “E’ vero, non ci avevo pensato: chissenefrega se è strano che io stia talmente carico che non dormo una notte… meglio!”.
Un trailer di un film hollywoodiano è indicativo in questo senso. Credo si chiami Spy. In una scena c’è la protagonista -sovrappeso è dire poco- che dice letteralmente: “mia madre me lo scriveva nella cesta della merenda: rinuncia ai tuoi sogni!”.
La mia, di madre, molto più abruzzese, mi ripeteva: “copriti”; che voleva dire un mondo, una cosmogonia famigliare.
Per questo, al culmine di 4 mesi di esercizi ripetuti tutti i giorni, mi dissi: “che bella la bioenergetica, mi aiuta a far fronte! Ma un momento –realizzai- io non devo più far fronte a niente!”.
Si comprende ora il senso di tutta la faccenda che chiamiamo vita?
Domani Non Esiste
E invece, noi? Cosa facciamo? Ho assistito per caso l’estate scorsa a discussioni da spiaggia infinite sulla facoltà “da far scegliere” ai propri figli per “avvantaggiarli” sul lavoro. Eeeeeeh?- mi sono detto. Non riuscivo a crederci.
C’è il deserto dei comportamenti intorno a noi, amici miei.
Ma nel deserto, avere un bicchiere d’acqua da vendere è un’idea di marketing colossale.
Ho segnato a parte alcune azioni semplici e finalmente incisive che ho messo in opera in un attimo SOLO dopo ho scoperto questo principio basilare. Le trovate più avanti al capoverso: posso finalmente dedicarmi a… e poi in Alcuni Passaggi dal Quando al Qui ed Ora.
Uno dei corsi che ho frequentato ormai 20 anni fa era di “Dinamica Mentale”, dal libro Psicocibernetica, di Maxwell Matz. E’ tutto dedicato alla Visione Radicata. E lo stesso ho riscoperto adesso, con il Thetahealing.
Si impara nell’ordine:
- a rilassarsi alla frequenza di onde cerebrali del sonno profondo (sei sveglio ma il tuo cervello funziona come se dormissi);
- a immaginare il proprio laboratorio fantastico, accogliente e segreto, dove poter suscitare ogni cosa che ci faccia bene;
- curare le persone con la forza dell’immaginazione;
- e mi fermo altrimenti non ci credereste.
In sostanza: autorizzarsi a poter immaginare ogni cosa -apparentemente impossibile- per il proprio benessere.
E se sono così disperato che non vedo niente di nuovo? Dice Albert Einstein a proposito:
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
Solo a questo occorre rassegnarsi: non ci può essere rinascita senza crisi. Smettiamola di mon voler accettare le rivoluzioni della nostra vita.
La creatività è la disperazione che mostra il suo lato migliore (Julius Vuylsteke).
Quindi, non stiamo parlando semplicemente di vivere qui ed ora: stiamo dicendo che lo si raggiunge solo decidendo ADESSO di affrontare finalmente ogni cosa CON MOLTA PIù INTENSITà: vivi come se oggi fosse tutta la tua vita e che non ci fosse un futuro, un condizionamento, un limite esistenziale, emotivo, strutturale, al tuo benessere. (Vedi: Il Doppio dell’Intensità, la Metà del Tempo, Nessuna Fatica).
Certo, è tendenziale e non fideistico: sappiamo benissimo che domani andremo a lavorare. Ma lavorare e pagare le bollette, NON LIMITANDO PIù IL NOSTRO GESTO, LA NOSTRA VISIONE IN PROFONDITA’, arrivando così ad una delle soddisfazioni più indimenticabili della nostra vita… non è meglio?
E cosa stiamo al mondo a fare se non per aumentare il numero e l’intensità di questi istanti irripetibili?
E come farlo se non ci mettiamo d’impegno, in un mondo che ci riconduce invece a vincoli colossali?
Eppure, sono SOLO concetti culturali, iniettati come un NO alle nostre Visioni Interiori nel corso dei secoli.
Quindi, “adempiamo ai pagamenti”, per carità, ma cerchiamo di riportare le nostre emozioni e il nostro spirito nel giusto primato (vitale e rigenerante):
- posso finalmente dedicarmi diversamente a questa attività, qualsiasi essa sia, anche con tutto me stesso, solo per 5 minuti al giorno?
- Posso chiedere, pretendere, urlare i miei bisogni, anche solo il 5-10% in più (ecchediamine) ogni giorno?
- Posso fregarmene per qualche ora di dover rientrare a casa in orario perdendomi magari questa notte indimenticabile? (Ehi, è solo un esempio: amore, torna a casa).
- Posso correre o andare in bicicletta senza contare i chilometri, per piacere e mai più per tenermi in forma?
- Posso essere inverso d’umore, finalmente, per questo che consideravo fino ad un attimo fa un destino, una sfiga?
- E posso gridarlo almeno alle persone che conosco?
- Posso smetterla una buona volta di tenermi dentro tutto, come se chiedessi chissà che cosa?
Aaaahh: respiro.
Perché io personalmente ho dovuto scoprire tutto questo perdendo la strada in decenni di vita famigliare e lavorativa? Saperlo prima, no?
Domani Non Esiste. Tutto qui.
La nostra amica Gabriella ha recentemente effettuato la traversata delle Alpi a piedi. E prima camminava lo stesso, ma come l’unica attività che gli desse una compensazione ad una vita di emme (mancanza… ); ed era per lei quasi un vizio, una particolarità, l’ennesima: “sai, io come hobby, cammino…”. Oggi invece è un’abitudine invidiata e rigenerante che tutti le riconoscono, come la stima incondizionata che inizia ad arrivarle proprio da chi la denigrava e confinava ad un ruolo non naturale. Ma ha dovuto camminare come gesto finalmente rivoluzionario, per mesi. Non come passatempo misurato e risicato.
Gaia prima faceva una fatica tremenda a fare 2 esercizi in fila di bioenergetica. Oggi pratica da mesi lo Yoga Bikram, a 40 gradi e 40% di umidità per 1 ora e mezza. La metà di voi al solo pensiero si sente mancare: l’altra metà si chiede: ma dopo, quanto mi sentirei rigenerato?
Si vede come si possano cambiare i pensieri limitanti?
Secondo voi, dopo questi esempi, è possibile?
Pensateci.
Ho già detto di mio suocero che partiva in bicicletta per 40 km, la domenica mattina (perché il sabato si lavorava, in fabbrica) senza sapere se ce l’avrebbe fatta a tornare dalle gite in campagna con il suo amico del cuore sulla canna della bici. Carichi di ormoni e roba da mangiare. E dopo una giornata di danze e di bagni al fiume, altri 40 km in bici e lunedì a lavorare alla catena di montaggio, freschi e rigenerati, pieni di racconti vitali.
Mi hanno raccontato di una persona che ricorda ancora oggi vividamente quando è emigrato da bambino, negli anni ’50, con i genitori, in 3 sulla Vespa, dalla Puglia. Ci credereste? In 3, sulla moto, con tutti i bagagli, dalla Puglia a Milano, senza autostrada.
Dove sono finiti i nostri ardori, amici miei?
Il corso che tengo in azienda dal 2009 si intitola “Mai Sprecare una Buona Crisi”.
Un altro corso che tengo da 10 anni si chiama: “Chi ha Rubato la Mia Motivazione?”.
“ ‘Ndo’ ‘rrive, mitt lu segn”, dice un proverbio abruzzese: Dove arrivi, metti il segno: domani continuerai.
E questo lo sappiamo da secoli: chi vuol essere lieto sia, di doman non v’è certezza. Ma è la conseguenza del gesto interrotto a priori, la mancanza di estensione della nostra gamma emotiva -questo sì!- che il nostro spirito lamenta.
Il principio della pratica bioenergetica è: “io posso attraversare l’esercizio esprimendoci dentro Tutto Ciò Che Sento, oppure posso resistere, far finta, controllare con la testa e il collo ed evitare lo sforzo”.
“Io non conoscerò mai me stesso e i miei limiti se non accetto pienamente ciò che vivo”.
Quindi sto nella posizione, nel movimento, pur penoso o scomodo che sia. Se suscita un’emozione impegnativa e l’attraverso esprimendola, mi rigenero e supero un blocco che sento da tanto tempo e che ripercorro: lo accetto, ci passo in mezzo, lo esprimo con un grido e così via. Questa ad esempio è la grande differenza con lo Yoga: in bioenergetica si esprime tutto. E questo mi insegna anche ad autoregolarmi, a sentirmi vivissimo senza per questo eccedere nel superare i limiti, ma senza mai rinunciare ad esplorare.
Non c’è altra possibilità: o mi butto nella pratica della vita, oppure mi preservo senza più alcun motivo.
E questo è il senso; se lo portate nella quotidianità, il principio è stupefacente: l’estensione emotiva, corporea e mentale diventa esponenziale.
(Amore, ma adesso -solo perché hai letto un articolo- devi fare il trenino tutte le notti e cantare “Bri-git-te Bar-dot”?).
Ora, la sessione di bioenergetica è finita. Come al solito, ci si alza come nuovi. Con i pensieri puliti. E le relazioni intense, giuste, giustificate, gli sguardi pieni e gli occhi esatti.
Usciamo col desiderio di portare questa semplice piccolezza fuori da quella porta, nella nostra insperata esistenza, come oggi finalmente crediamo che sia.
Poi metto il casco, la musica dei Clash, e volo a casa gridando.
Come se non ci fosse un domani.
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