Come si Sana il Grande Paradosso del Benessere

Ho riconosciuto la felicità
dal rumore che ha fatto andandosene.
(Jacques Prévert)

 

 

 

Come abbiamo appena visto ne Il Grande Paradosso del Benessere, per comprendere il funzionamento del nostro carattere in certi ambiti della nostra vita, è utile

l’immagine del Rigido Testardo:

noi non sappiamo far altro che continuare a cercare
di sfondare un muro invalicabile,
come degli arieti, incapaci di variazioni
o peggio, come insetti che picchiano
inesorabilmente contro un vetro invisibile.

E siamo persino orgogliosi di questa nostra ottusa capacità di continuare a prendere “tranvate tremende”, contro tutto e contro tutti.

 

Così si crea l’inversione di senso che ci fa sentire in un’impasse, che è appunto…

…il Grande Paradosso del Benessere:

Ciò che sarebbe naturale mi fa soffrire…

 

…mentre le mie paure e rigidità
mi legano a comportamenti
condizionati e mai pienamente vitali.

 

Ora, voi credete che questo valga solo per i casi più gravi ed eclatanti?

E non valga per ciascuno di noi, in maniera ovviamente diversa a seconda dei casi?

 

Ne siete sicuri? Davvero?

 

Ecco, allora siete totalmente fuori strada. Infatti…

…Il Modello del Benessere

funziona come alternativo

al Modello del Malessere

 

…quindi che sia piccola o grande, la disfunzione di cui soffriamo può essere affrontata, sempre secondo paradosso, ma nello stesso identico modo naturale e profondo.

 

Allora?

Allora il metodo bioenergetico della Trasformazione del Carattere, per fortuna, ci dice che questo paradosso si sana solo prima ripetendoci in modo appunto paradossale -per mesi e mesi e per stagioni ripetute-

 

 

qual è questa condizione che ci siamo sentiti imposti

 

 

compiendo così un cammino di reale accettazione.

Quindi NON dicendoci: lasciati andare.

Bensì lavorando sul ripetersi qual è il problema, fino a che accade qualcosa:

“NON mi lascerò mai andare davvero,
perché ormai questa è la mia natura”.

Provate, anche solo una settimana e poi vedrete.

Abbiamo segnato il dettaglio del lavoro da fare in Teresa Non Sta nella Pelle e in altri punti de La Ferita è un Dono.

 

 

Nel frattempo, occorre praticare la strada del secondo polo del paradosso.

Parallelamente, infatti, bisogna riportare la nostra giornata, la nostra settimana, al principio “come se…”.

 

Vale a dire dedicarci ora sì ad una pratica corporea quotidiana, emotiva, sociale,
come se fossimo accolti al massimo,

 

come se la nostra famiglia ci fosse sempre stata nel modo corretto,
riportando tutto al principio di natura.

 

E perseguendo MAI PIU’ grandi obiettivi caratteriali,

bensì coltivando SEMPRE DI PIU’ piccole abitudini di benessere.

Per Gennaro, di cui abbiamo appena parlato, è stato sufficiente iniziare a viversi attività che lo portino a sentire il corpo e una nuova socialità, interessi, sessualità e abitudini molto più vicini a lui e meno di facciata.

Una vita diversa, basata sul piacere, è davvero possibile e a portata di mano.

 

“Ora sì che ci posso riuscire, che mi posso davvero dedicare a vincere le mie paturnie…
perché vedo ben bene come sono…
e soprattutto sono consapevole che non arriverà mai più niente di nuovo a togliermi la paura di soffrire…
e a darmi il coraggio per fare il passo”.

 

È qui allora che Gennaro trova la motivazione allo “scarto di lato” dai suoi soliti schemi…

per agganciarsi al benessere e non mollarlo più.

 

Il Paradosso del Benessere si sana così con solo un altro paradosso.

Seguo entrambi i poli come se fossero l’unica verità.

1. Mi ripeto che così è e non cambierà mai…

perché questa è la mia natura e la accetto -ripetendomelo- da oggi e per sempre. (E’ il Cammino di Accettazione Incondizionata)

2. E ALLO STESSO TEMPO inizio a comportarmi…

…visto che ho accettato tutto e non mi aspetto più niente, come se avessi già tutto e non avessi paura e potessi permettermi ogni atteggiamento desiderato. (Vedi qui i passi per la Leggerezza Profonda).

 

 

 

INTENSITA’                               RIGIDITA’
E RICONOSCIMENTI             CARATTERIALI

(NON CAMBIERA’                                                (MA POSSO DETERMINARE
MAI IL MIO BLOCCO)                                         LA MIA INTENSITA’ OGNI GIORNO)

 

 

Ce l’ho sempre la rigidità. O la paura. Ma adesso ci parlo ogni giorno. La vado a stanare, la ascolto e non la agisco più.

Questa è la novità.

 

Sviluppo un proficuo -e adulto e caldo- dialogo interno,
acceso e integrante, e non metto più in piedi un castello inutile
per proteggermi da qualcosa che non c’è.

 

E mi dico:

 

tanto CREDERO’ sempre che ci sia qualcosa che ci farà paura. Che vogliamo fare?!?

Questa è la grande novità della strada per il benessere reale.

Perché così -di colpo- accade il corto circuito che ci fa sentire profondamente noi stessi, e finalmente al centro della nostra vita.

Vita che -all’improvviso- si sblocca.

 

La nostra spontaneità, il piacere, la corporeità possono ritrovare la via principale per il posto primario che è stato dato loro in natura.

 

E così -e solo così- arriviamo ad aprirci….

Instaurando l’abitudine al Benessere.

 

E finalmente possiamo incontrarlo, il Piacere di vivere.

E possiamo incontrare noi stessi, facilmente.

 

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