E come si fa a non vivere di debiti? Facile: prendiamo un classico esempio: noi siamo bravissimi a cambiare dentro di noi i significati degli avvenimenti ma solo di fronte a fatti negativi e gravi necessità.
Consideriamo un periodo di difficoltà economiche. All’improvviso, resettiamo tutto: cambiamo i nostri atteggiamenti, ci attiviamo per risparmiare su ogni cosa, diventiamo bravissimi e ossessionati. E’ ciò che in economia viene detto: debito cattivo, che crea una spirale che porterà sempre altri debiti.
C’è un’amica che afferma: io e mio marito siamo condannati a fare mutui, prestiti eccetera, solo così stiamo attenti al denaro, altrimenti lo disperdiamo nelle cose più futili…
Vi riconoscete in questa “attitudine”?
Sapete quante persone vengono in terapia con un problema di dispersione di energie e denaro? E sapete qual è la costante nella stragrande maggioranza dei casi? L’esempio diretto ricevuto in famiglia da piccoli di quanto il denaro, il lavoro, siano facili o difficili, problematici. Ciò completamente a prescindere dal livello di benessere economico effettivo posseduto.
Fabiana aveva avuto un’infanzia segnata dall’ossessione della madre per il denaro. Da adolescente doveva farsi bastare i soldi della paghetta e della spesa che la madre ricontrollava ogni giorno. Fino ad oggi Fabiana è stata bloccata da un’ossessionante bisogno di un lavoro sicuro economicamente, non importa se privo di interesse per lei. Per una vita ha messo se stessa e il proprio talento in secondo piano rispetto al bisogno smodato di controllare costantemente il proprio conto in banca.
Non sentite anche voi, dopo appena poche righe, lo stesso blocco che sente lei?
Francesca è appena andata in pensione. Per anni ha atteso questo momento. Ora, non vuole andare al mare o godersi la sua sospirata pensione con le scuse più assurde: la figlia ormai trentenne torna a casa a pranzo e non avrebbe più qualcuno che gli prepari il cibo. Povera creatura…
Mario non avrebbe più bisogno di fare due lavori -full time entrambi- ma non riesce a smettere.
Antonio era perennemente tormentato per una questione legale che lo attanagliava. Risolta finalmente questa, una mattina esclamò: “ce n’è sempre una: mi devo attivare per cambiare la macchina (!)”.
Noi facciamo proprio questo: mettiamo sullo stesso piano fatti di rilevanza completamente diversa! E tutto ciò per continuare a vivere preoccupati, nella perenne carenza di serenità.
E’ emblematico l’esempio “del pesce rosso” che si fa in terapia. Prima non riusciamo a dire di no all’acquisto di un pesce rosso, e poi non facciamo vacanze perché non sappiamo a chi lasciare il pesce rosso.
A volte, riusciamo egualmente ad essere positivi, ma solo se si tratta di altri. Ad esempio se un nostro familiare subisce un guaio, noi diventiamo bravissimi a sdrammatizzare, a distrarre i nostri cari, a vedere il lato positivo delle cose. Ma solo se si tratta di altri…
Eppure abbiamo esempi tutti i giorni di come ci ripetiamo dentro di noi il mantra del lato positivo della cosa che dovremo fare quest’oggi e che continua a non piacerci.
Quest’ultimo lo chiamo modello del 6– (sei meno meno). Ci attiviamo per alleviare le nostre disgrazie solo per riuscire a sopportarne altre, il giorno seguente.
Allora? Come la mettiamo?
La mettiamo dal punto di vista culturale e dell’apprendimento.
Culturalmente siamo tarati da millenni di povertà e non sono sufficienti pochi decenni di benessere per spostare tutte le nostre abitudini nel goderci la vita e vivere nell’Abbondanza.
A ciò si aggiungano messaggi sociali e religiosi che contribuiscono a spingere verso una perseveranza e una speranza non ben identificate che si attagliano bene ad un vestito di sacrificio e di sopportazione. In questo clima psico-sociale e pedagogico, non ci sono modelli utili per cambiare questo stato di cose.
Mentre è invece molto possibile trasformare i propri schemi verso una vita più sana per se stessi, senza compromettere nulla, ma anzi, vivendo la stessa vita con significati diversi.
Perché farlo? Perché oggi non c’è più il patto precedente tra generazioni: studia, poi lavora, poi farai carriera, avrai la sicurezza e il denaro per costruire la tua casa, la tua famiglia, il tuo benessere.
Oggi devi saper adattare molto più di prima le (tue) strategie e investire (su di te) e le (tue) capacità di trovare il senso positivo (per te) e la strada giusta (dentro di te) per affrontare al meglio (per te) questo avvenimento quasi quotidiano che la vita (ti) riserva.
Prima, fino alla fine degli anni novanta, i modelli erano generali: come è meglio (in generale) affrontare questa situazione, per es. della scelta della (miglior) carriera. Una volta facevamo tutti allo stesso modo…
Ma oggi:
- io che cosa voglio, per prima cosa?
- E soprattutto io che cosa scelgo di essere tra le mille definizioni che mi vengono rimandate di me stesso?
- Che cosa mi dà piacere?
- E coinvolgimento?
- E significato?
Queste tre essenze della vita e del benessere: Piacere, Coinvolgimento e Significato, sono la base della felicità secondo i nuovi studi della Positive Psichology. Lo sapevamo? Macché! Le informazioni sono disponibili e infinite, ma noi continuiamo con i nostri schemi di riferimento, fermi dove stiamo senza farci troppe domande.
Esistono invece questionari, check list, test, colloqui di sostegno, pareri di esperti di counseling e di terapia.
Una delle più grandi scoperte su se stessi è imparare a cambiare, giorno dopo giorno, il significato di ciò che ci capita. Altrimenti, ciò che ci porta fatica continuerà a portarci fatica. Fino a quando scegliamo finalmente la Prosperità.
Di come la Bioenergetica Crei Energia e Denaro
Info sul prossimo Workshop: Il Paradosso del Denaro – 25-26 Gennaio 2020.
Serata Esperienziale di Presentazione del Workshop – 15 Gennaio 2020.
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