Di Come il Tema Rinforzi la Ferita anziché Risolverla

La prima cosa -per chi inizia un’analisi bioenergetica- è come il Tema Ricorrente e Irrisolto in realtà rinforzi la Ferita anziché risolverla.

Come abbiamo visto, chiamiamo qui Tema Irrisolto, o Karma o Copione di Vita, come viene indicato in altre discipline, ciò che gli autori, quali soprattutto Stephen M. Johnson, individuano come parte auto negata e adattata nella Formazione del Carattere di ciascuno di noi, nel corso del processo educativo e di crescita.

Cosa vuol dire rinforzare anziché risolvere la Ferita?

Vuol dire che si crea all’interno di ciascuno di noi un rapporto dialettico, acceso, conflittuale, tra queste due istanze:

– la paura, o rabbia, o sfiducia che sentiamo nell’ “attentato” che lamentiamo aver subito

– e la difesa da questo, o reazione, o fissazione/ossessione;

dove ciascuna delle due forze, opponendosi all’altra, cerca di “affrontare il problema” caratteriale.

Se ad esempio sono cresciuto a Sarajevo, ogni volta che sento un petardo per strada inizio a tremare e vengo preso dall’angoscia.

In questo esempio è chiaro che qualsiasi cosa faccia non può certo compensare il mio ricordo, ma seguendo sempre questa simulazione è come se io facessi di tutto per non sentire questa angoscia o per contrastarla. Entrambe queste sue forme rinforzano alla fine il problema.

Se invece esprimo la paura, la condivido, la accetto e la prendo per quello che è, cioè un ricordo, allora, piano piano, aspetto che passi e ascolto tutte le conseguenze naturali del problema / trauma che ho subito a suo tempo.

Senza più reagire alla ferita come un problema attuale, perché ormai so che attuale non è mai.

Viceversa noi, nella realtà di tutti i giorni non sappiamo che è un ricordo, a volte precoce, e lo riattualizziamo, credendo e convincendoci che è proprio quella persona che ci fa paura o quella situazione specifica che accade oggi che non riusciamo a reggere e così via.

Tuttavia -nel mettere in piedi tutto questo teatrino dentro di noi- non viviamo in modo naturale secondo piacere e spontaneità, bensì solo elaborando i passi per arginare qualcosa che ci assilla, che non esiste in realtà, cioè non fa parte di un processo secondo natura di realizzazione personale e relazionale.

Vale a dire che il sistema che si crea è fatto solo di comportamenti controllanti, nevrotici, frutto di istanze che vogliono negare, adattare, non far soffrire e così via. E in quanto tali, non risolvono mai alcun problema reale, per cui alla fine, sviluppandosi ogni giorno, finiscono per rinforzare ciò che vogliono avversare.

Lo vediamo con un esempio, tratto del caso di Vittorio, che usiamo qui come filo rosso di questo nostro percorso esplicativo:

Carattere Diritto Negato >

 

 

(Condizione Ambientale-Relazionale)

Ferita  >

 

 

(Reazione al Diritto Negato)

Tema Ricorrente

 

(Comportamento Caratteristico per negare o risolvere la ferita)

Come il Tema alla Fine Rinforza la Ferita
Cerebrale (Schizoide) Diritto di Esistere –

Ostilità e freddezza mi terrorizzano, mi negano il diritto di esistere

Ferita da Rifiuto -Non ho diritto di esistere, quindi mi sento rifiutato. Ciò mi terrorizza e mi carica di una rabbia così distruttiva da doverla rimuovere Mi rifugio e mi sento a mio agio solo nei pensieri. Vivrò così senza sentire il mio corpo ed entrerò in contatto solo attraverso le idee. La reazione di rifiuto agli altri per compensare il rifiuto subito non è nemmeno percepita perché troppo forte e precoce. Gli altri vengono evitati e non considerati a prescindere, anziché direttamente avversati. Si crea col tempo una dicotomia tra Me e gli Altri, che considero come fossero un tutt’uno, da evitare perché rappresentano “il problema”. E così le relazioni evitate e l’angoscia negata delle emozioni e del sentire, finiscono per rafforzare la dicotomia tra mente dove tutto è possibile e corpo-emozioni, dove tutto è problematico

La logica del rinforzo segue la legge della concentrazione. Se mi concentro sempre sullo stesso problema, se vedo sempre l’elefante dentro di me, anche se mi dico “devo risolvere l’elefante, devo risolvere l’elefante ecc.”, continuo a vedere, a ingrandire, a rinforzare l’elefante, che anziché ridursi, diventa sempre più insormontabile.

Come si esce da questo impasse? Dedicandosi ad altro, a riprendersi i propri spazi, le proprie inclinazioni, il relax fine a se stesso, a prescindere da quale tendenza caratteriale abbiamo e da quali problemi effettivi o supposti sembriamo soffrire.

E’ ciò che si attua attraverso il processo di Trasformazione del Carattere, come vedremo, fatto di Accettazione Incondizionata, Leggerezza Profonda, Cambiamento di Abitudini e Sviluppo di un’Evoluzione Sostenibile, che ci fornisce finalmente una Visione molto più Radicata di Noi Stessi, dove mettiamo in evidenza le nostre risorse e ci godiamo finalmente l’esistenza.

 

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