15a) Due Prezzi da Non Pagare Più

 

1)      Il primo è il Prezzo Specifico,

quello della nostra famiglia, quello che in casa nostra era dominante. Nella mia era l’insicurezza, che poi si declinava in tante dimensioni, soprattutto quella economica, ma non solo:

 

 

  • non si può fare (mai) ciò che si vuole;
  • non si può (mai) star bene in salute;
  • occorre (sempre) accontentarsi;
  • non cantare (in nessun caso!) vittoria;
  • appena stai un minimo in pace, arriva (sicuramente) un’altra mazzata…

Come vedete, sono temi molto comuni e anche risorse, punti di forza che “tengono insieme” e mandano avanti la famiglia italiana, se interpretati correttamente…

Tra parentesi, sono riportate le distorsioni dei messaggi, viste le infinite ripetizioni. La PNL le chiama generalizzazioni (bloccanti).

Basta la lettura dei punti riportati sopra, uno dopo l’altro, per avere già la sensazione di ansia: sono esagerati e inibiscono ogni comportamento di emancipazione dal modello originario. Ciò accade perché sono troppo precoci e ripetuti fino allo sfinimento, senza accanto i necessari messaggi di gioia, pienezza e serenità.

Sono ingiunzioni coltivate in un clima di affanno, conflitto, insoddisfazione.

Ad esempio per Dante, la cosa importante è dimostrarsi che lui in realtà non vale niente. Per cui, una marea di energie investite nell’emergere professionalmente e –puntualmente- ogni volta rovinare tutto con un’ansia incontenibile.

Il padre, ogni giorno della sua infanzia, lo aveva educato a NON DIMENTICARE MAI che lui, rispetto al genitore, non valeva niente, non doveva emergere e mai essere presuntuoso. Ciò in maniera così insistita che in realtà lo aveva inchiodato in una sfida perenne a chi valeva di più, senza possibilità di vincere. E lui oggi non vince, cioè: perde. In ogni cosa che fa, e se vince, immediatamente dopo la deve pagare…

A casa di Costanza la comunicazione era: conto solo io, non ti vedo proprio. Quando la madre era arrabbiata con lei, e succedeva spesso, la ignorava semplicemente, non la guardava in faccia, non la salutava, praticamente senza motivo. Lei si era talmente abituata a pensare “chissà con quale scusa oggi mia madre non mi parlerà”, che il suo tema nei decenni successivi è stato: nessuno mi vede.

Per Piero: meglio sempre un passo indietro rispetto agli altri, per il quieto vivere, per “essere generosi”. Oggi Piero è incapace di dire di no, ma non solo: non sa cosa vuole, cosa gli piace, qual è la sua soddisfazione reale.

Marcello non è mai stato toccato da genitori buoni ma burberi, che lavoravano dall’età di 12 anni. Il suo tema è la pesantezza e la noia. Tutto è dovere e quindi lui oggi oscilla tra sopportazione e fuga.

Sono temi che non si possono risolvere? Come no… in modo certo e senz’altro.

Questa è l’informazione che manca… si può abbandonare la reiterazione del tema e -anche se non lo si abbandona- non lo si agisce più come prima, fino a far emergere le nostre risorse, i punti positivi che comunque già conosciamo e pratichiamo.

Alla fine di questo scritto potete accedere ad un link per un questionario sulla famiglia di origine e i messaggi acquisiti, i temi ereditati e i prezzi che possiamo smettere di pagare.

 

2)    Il secondo Prezzo da Non Pagare Più è il Prezzo Trasversale

l’abitudine che TUTTO abbia un prezzo, un limitatore universale alla nostra potenza, all’affermazione. E’ ciò che determina una vita “tiepida”, come la chiama il mio amico Carlos, sudamericano, che afferma che gli europei e in special modo gli italiani non vadano più a fondo di niente: non si esaltano e non si disperano più. La routine ha sostituito le passioni.

Va da sé che questo secondo tipo di prezzo affermi: dato un compromesso che la nostra famiglia ci ha impresso in modo così profondo da non notarlo più….allora mi limito non solo in quel punto, bensì in ogni cosa che faccio: in amore, nel lavoro, nel tempo libero. E’ il conformarsi al pensiero comune, dominante e limitato.

E’ ciò che caratterizza lo stile, il modo in cui quella persona sta al mondo, in ogni cosa che fa.

Consiste a volte nel non fare e nel non dire più qualcosa di originale, spontaneo, differente, divergente, controcorrente: effettuare scelte di vita particolari; pensare con il proprio cervello; arrivare dove altri non sono arrivati; esprimersi; essere creativi come prima cosa.

Una volta un giovane mi disse che nelle scuole del Sudamerica dove era cresciuto, c’era molto più incentivo ad esprimere il proprio parere rispetto all’Italia, dove era arrivato negli ultimi anni del liceo. A suo avviso, piuttosto che ripetere la lezione, come si fa in Italia, per ogni argomento da loro è molto più importante che cosa ne pensi l’allievo, il giovane adulto, come formazione di base del suo essere maturo.

Esiste addirittura un test che io somministro ai miei clienti, proprio su queste ingiunzioni, di Analisi Transazionale, che mostra proprio la fotografia di tutti questi limiti, che ciascuno di noi può sentire in ogni manifestazione di sé.

Alcuni esempi:

–       non andare in profondità
–       non appartenere mai fino in fondo
–       non farcela
–       non realizzarsi
–       non riposarsi mai
–       non riuscire a chiedere per sé

 

Ho ascoltato un audio di Tiziano Terzani che gira su internet e che potete cercare. Parla della speranza per i giovani, che in realtà è un’enorme fregatura, di natura ideologica e religiosa che porta al conformismo e a non lavorare su se stessi e sul credere che qui ed ora posso lavorare su di me per diventare per prima cosa chi desidero essere.

I temi dei prezzi da pagare pur di vivere tranquilli ci influenzano enormemente. Confluiscono infatti nello Scopo Primario: se sono impegnato a non urtare il modello, e quella è la mia preoccupazione principale, spesso il mio scopo primario è sopportare, anziché la mia reale missione nella vita.

A questo proposito, nel riempire il questionario sullo scopo primario al link che segue, emerge chiaramente che cosa abbiamo acquisito come limitatore della nostra vita e come potersi distaccare.

Quella a cui assisto nel mio studio di fronte ai miei clienti è una rinascita: la domanda muta è sempre “ma davvero è tutto qui?”. “Posso davvero cambiare questo stato di cose, questo PASSO INDIETRO che ogni volta sento di fare?”.

Ecco in cosa consiste la terapia. La rinascita come adulti in un mondo che ci ha confinati bambini.

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