Due Strumenti per Non Uccidere il Buddha

La verità è solo ciò che uno riesce a dirsi in quel dato momento.

 

 

 

 

Ci sono 2 cardini in più, che nel libro non compaiono, di questa nuova consapevolezza, a mio avviso, secondo la Bioenergetica, che i clienti di una psicoterapia corporea hanno a disposizione:

(questo articolo è la continuazione de L’Uccisione del Buddha, torna a quella nota se non l’hai letta prima). 

 

1. La prima è appunto il corpo.
In questo avamposto dello star bene che siamo noi, intendendo con noi le nostre parti interne, questo dialogo interiore tra le diverse istanze è tutto. E non contano i risultati raggiunti o le risposte: conta come quotidianamente mi pongo le domande. E a chi le lo pongo. Chi è l’oggetto a cui chiedo. E’ un fantomatico “altro” su cui proietto dall’età di 5 anni la figura di accudimento che non fosti? Oppure è il mio sistema finito corpo-emozioni in cui far naturalmente circolare le domande? Che risponderà solo e se e quando risposta ci sarà, e se no, andrà benissimo così. E le meditazioni bioenergetiche, corporee, attraverso esercizi specifici, ci portano sempre nella corretta posizione delle leggi della natura.

Chiedi alla polvere, alle tue parti corporee. E attendi la risposta, che prima o poi arriverà. E affina il tuo modo di porre domande attraverso la pratica. Ecco perché ogni benessere, occidentale o orientale, sempre una disciplina corporea, delle esperienze emotive e delle meditazioni prevede.

Ecco: il mio corpo -e di nessun altro- e in nessun altro modo- è la chiave di volta di tutto. Poiché è la nostra parte più saggia. E’ il custode delle verità. E’ il Maestro delle Chiavi di Matrix. Il corpo. Erano decenni che era lì, bistrattato. E sono millenni che le discipline antiche c’è lo ricordano. Tra l’altro, diventa anche molto interessante imparare a scoprire pian piano i meccanismi di funzionamento dei segnali di ciascun corpo. Ognuno il proprio. La bioenergetica allora sfodera tutte le sue armi migliori:

  • occupare tutto lo spazio, il volume che ci è concesso.
  • A chi sento di dover chiedere il permesso di occupazione?
  • E come fare a proseguire senza più permesso?

 

Si veda di seguito la meditazione relativa, in cui le semplici domande poste al corpo, diventano ogni giorno il viatico del viandante che sta bene per le domande che si pone, non per  chissà quale segreto scoperto.

 

2. La seconda gamba del cambiamento, in questa direzione, è il Gruppo.
Gruppo-classe di esercizi. Gruppo-terapia corporea. Gruppo-compagni dello star bene. Gruppo nuova famiglia. Che tutto accolgono e ogni tentativo ben indirizzato sostengono. E aiutano enormemente a lasciar cadere tutto il resto. E ci si rispecchia e ci si risuona tra uguali. E’ la nuova accoglienza che non abbiamo mai avuto.

  • Se non crea tutto questo, cos’altro deve fare una terapia profonda di trasformazione?
  • Non è il gruppo, in primissima battuta, che mette tutti sullo stesso piano, conduttore e gruppo?
  • Ed evita la distinzione e differenziazione-alienazione tra discepolo e maestro?
  • Non è il gruppo la dimensione dove siamo tutti maestri di sé?
  • Gruppo, beninteso, strutturato, professionale, con delle regole terapeutiche elaborate, chiare, identificabili, non certo un gruppo improvvisato e non un Gruppo Volemose Bene. No.
  • Un gruppo di verità, invece, dove finalmente, in lacrime di gioia, accogliamo davvero questa sensazione di facile-semplice lasciarsi andare che tutti fantomaticamente lodavano senza dirci come di fatto potere raggiungerla.
  • Il gruppo come campo volo, di pratica e di crescita.
  • Il gruppo, vivaio di scoperte. Sempre accorto a non lasciare indietro nessun corpo.

 

Ecco: se alla fine mi chiedete se esiste e che cos’è la sensazione di prosperità, abbondanza, speranza, piacere, profondità, esattezza e cura, sollievo, miglioramento e terapia e progressione… ecco, dicevo: non c’è alcun alcun altro luogo migliore dove percepirla e comunque dove io le persone intorno a me l’abbiamo mai percepita questa sintesi di gioia, madre di tutte le ricerche personali, se non in un gruppo di terapia a base bioenergetica, corporea, viscerale, emotiva.

Quindi com’è ‘sta storia? Ci dici che non c’è redenzione alienata e barattata possibile, e poi ci dici che alla fine la prosperità esiste e si può toccare?

Eh sì. E’ possibilissima. È un incontro che nei gruppi fiorisce ogni volta. È un’apertura che poi diventa uno stile, una verità più profonda.

Non vi dico anche che il benessere è un paradosso? Ecco.

Allora il paradosso che si affaccia di nuovo, beffardo: non esiste redenzione, non la cercare mai più. E quando lo accetti e firmi la rinuncia totale, allora arriva il premio. Ti avvicini ad ogni cosa con una grazia e una sensibilità così umane e rappacificate che, di colpo, “questo” diventa l’intensità totale che cercavamo fuori un attimo fa e a cui avevamo appena rinunciato.

Ci sono più cose nel cielo e nella terra dei gruppi, o Orazio, che nella tua filosofia.

E poi pensateci: al nostro tempo presente e futuro ci sono 2 grandi movimenti sociali, due disfunzioni abnormi:

 

E chi li può contrastare, disinnescare, curare, questi due totem del malessere, se non una terapia del corpo e di gruppo?

Come si può alienare il malessere del vivere “nell’altrove”, se non con un esponenziale vissuto quotidiano nel corpo e insieme agli altri?

Ci verrebbe da dire che se Sheldon B. Kopp, l’autore di Se incontri il Buddha… avesse avuto di più una prassi corporea e i gruppi come struttura, non avrebbe fatto la fatica che esprime. Forse, ovviamente.

Fatto sta che nei gruppi, i pianti sinceri, le difficoltà, le rivelazioni che ci si scambiano, le anime toccanti a nudo espresse senza più scopo né arrivo, rivelano un mondo inedito che -ci diciamo solo dopo- è in assoluto una sintesi di gratitudine e gioia sincera proprio perché rivelata nella apparente banale verità toccante di ciascuno.

E per una volta, senza fiato per la gioia, restiamo lì a sorridere, come dei deficienti.

 

Termino questo delirio Buddhico con due punti: la lista escatologica della biancheria con cui Sheldon Kopp chiude il suo libro “Se Incontri per la Strada il Buddha Uccidilo”. E poi con la meditazione dell’Uccisione del Buddha, che puoi leggere qui e provare e riprovare per tutte le volte che ti serve.

La Meditazione Bioenergetica dell’Uccisione del Buddha – Le domande da porre al proprio corpo.

La puoi vedere e praticare ogni volta che desideri anche nella versione video. Video: Meditazione Bioenergetica dell’Uccisione del Buddha).

Irta è la strada del pellegrino prima di scoprire che è in discesa.

 

Laundry List

  1. È tutto qui!
  2. Non ci sono significati reconditi.
  3. Non puoi arrivarci da qui, e inoltre non c’è alcun posto dove andare.
  4. Siamo tutti già moribondi e saremo morti per molto tempo.
  5. Nulla dura per sempre.
  6. Non c’è alcun modo per ottenere tutto ciò che si vuole.
  7. Non puoi aver nulla a meno che non lasci la presa.
  8. Puoi conservare soltanto ciò che dai via.
  9. Non c’è alcuna ragione particolare per cui non hai ricevuto alcune cose.
  10. Il mondo non è necessariamente giusto. L’essere buoni spesso non viene ricompensato e non c’è alcuna ricompensa per la sventura.
  11. Nondimeno hai la responsabilità di fare del tuo meglio.
  12. È un universo casuale a cui noi apportiamo significato.
  13. In realtà non controlli nulla.
  14. Non puoi costringere nessuno ad amarti.
  15. Nessuno è più forte o più debole di te.
  16. Tutti sono, a modo proprio, vulnerabili
  17. Non ci sono grandi uomini.
  18. Se hai un eroe, dagli un altro sguardo: in qualche modo hai diminuito te stesso.
  19. Tutti mentono, ingannano, fingono (sì, anche tu, e certamente io).
  20. Tutto il male costituisce una vitalità potenziale bisognosa di trasformazione.
  21. Ogni parte di te ha il suo valore, se solo l’accetti.
  22. Il Progresso è un’illusione
  23. Il male può essere spostato, ma mai cancellato, dal momento che tutte le soluzioni generano nuovi problemi.
  24. Tuttavia è necessario continuare a lottare verso una soluzione.
  25. L’infanzia è un incubo.
  26. Ma è così difficile essere un adulto indipendente, autosufficiente, consapevole di dover badare a sé stesso perché non c’è nessun altro a farlo.
  27. Ciascuno di noi è, in definitiva, solo.
  28. Le cose più importanti, ciascun uomo deve farle da sé.
  29. L’amore non basta, ma certamente aiuta.
  30. Abbiamo soltanto noi stessi e la fratellanza che ci unisce gli uni agli altri. Forse non è molto, ma non c’è altro.
  31. Che strano che tanto spesso, tutto sembra valer la pena.
  32. Dobbiamo vivere nell’ambiguità di una libertà parziale, di un potere parziale e di una conoscenza parziale.
  33. Tutte le decisioni importanti devono essere prese sulla base di dati insufficienti.
  34. Tuttavia siamo tutti responsabili di tutti i nostri atti.
  35. Nessuna scusa sarà accettata.
  36. Puoi fuggire, ma non puoi nasconderti.
  37. È importantissimo trovarsi senza più capri espiatori.
  38. Dobbiamo imparare la forza di vivere con la nostra impotenza.
  39. L’unica vittoria importante sta nell’arrendersi a sé stessi.
  40. Tutte le battaglie significative vengono combattute all’interno del sé.
  41. Sei libero di fare qualunque cosa vuoi. Devi soltanto affrontarne le conseguenze.
  42. Cosa sai…con sicurezza… ad ogni modo?
  43. Impara a perdonare te stesso, più e più e più e più volte…

 

Torna al punto precedente, di cui questo è la continuazione: L’Uccisione del Buddha.

 

Per approfondire, vai all’articolo correlato: La Meditazione Bioenergetica dell’Uccisione del Buddha – Le domande da porre al proprio corpo.

 

Oppure segui il Video: Meditazione Bioenergetica dell’Uccisione del Buddha).

 

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