L’universo, l’esistenza, la materia, è tutto fatto di atomi, certo,
ma in realtà è fatto di storie, di come ce la raccontiamo.
Più della divisione tra metafora del tempo e metafora dello spazio, aiuta considerare che ci sono due spazi e due tempi possibili.
Ne abbiamo parlato a proposito di Due Modi di Vivere e della Pratica Necessaria (trovate i link al termine di questa nota).
E che basta scorrere e spostare il nostro impegno ogni minuto -e nei limiti del possibile- dai modi che non ci appagano a quelli che ci soddisfano di più.
Scorriamo le quattro possibilità e vediamo concretamente cosa vuol dire.
Sono sensazioni che accompagnano i diversi vissuti di tempo e di spazio.
Il Tempo può essere vissuto in due modi: Tempo Sospeso e Tempo Intenso.
Tempo Sospeso
Illusorio, misurato, bloccato, lento, frustrante, lamentoso, pensieroso, in attesa, troppo definito, oppressivo, rinunciatario, mancante, interpuntato, innaturale.
Per approfondire questo punto: La Metafora del Quando.
Tempo Intenso
Realistico, respirante, concreto, trasformativo, sbloccato, accettante, comunicativo, impegnato, vero, sincero, risonante, rispecchiante, non obbligato, sdrammatizzante, piacevole, nel flusso naturale delle cose, qui ed ora.
Lo Spazio può a sua volta essere vissuto in due modi: Spazio Difeso e Spazio Condiviso.
Spazio Difeso
Troppo stretto o troppo largo, distinto, di mia proprietà o degli altri, difeso o violato, ceduto o riguadagnato, da conquistare, doveroso, controllato, misurato, filtrato, vuoto e scarno, trascurato, chiuso.
Spazio Condiviso
Aperto, accogliente, comunicativo, arioso, sdrammatizzante, agevole, pieno, vivace, ricco, vissuto, importante, stimolante, affermato.
Ora, che cosa collega Spazio e Tempo dentro di noi? Che cosa può farmi trovare naturalmente la via del Tempo Intenso e dello Spazio condiviso?
Esatto:
Concentrarmi sul corpo e le emozioni che scaturiscono da questa sintonizzazione su ciò che sento attraverso il muoversi, il respirare, i nostri sensi, le risonanze, le sensazioni e gli umori.
Come in una danza.
La danza del tempo e dello spazio.
Come dice giustamente Enzo Jannacci: L’esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque.
Non aiuta tanto il chiedersi e il misurare che cosa sentiamo di più nella nostra vita.
Se gli altri sono ostili o meno, ad esempio, non mi aiuta. Mi aiuta ignorare quella sensazione e concentrarmi sulla mia, di apertura.
Aderiamo e scegliamo quello che ci dona di più benessere al momento.
È questo il segreto. Mai più cercare di farcela a colmare le lacune e aspettare di riuscirci.
Occorre sempre invece ISPIRARSI IL PIU’ POSSIBILE
Attraverso il nostro sistema corporeo-emotivo a ciò che sentiamo ci faccia star meglio.
E ripeterselo come un mantra.
E il mantra è tale se passa dai muscoli, dai suoni e dai respiri, non dalla mente.
Investire nel vivere ciò a cui aderiamo per il puro piacere immediato
e senza aspettarsi niente, per POI goderne i risultati.
Imprimere noi i risultati che verranno.
(Leggi la storia -illuminante in questo senso- della Metafora del giocatore di baseball).
Se si vedono le quattro possibilità nei quattro quadranti relativi, si nota quanto i due tipi di scelte in basso o in alto coincidano e si alimentino a vicenda.
E come al solito, bisogna solo ricordare che non è necessario essere perfetti e riuscirci, bensì provarci sempre e scegliere la direzione, avere una bussola di riferimento.
Quindi, se e quando ci sentiamo schiacciati nel tempo, probabilmente a ciò corrisponde uno spazio difeso.
Allora, che fare?
Il paradosso vitale vuole proprio che ci apriamo OGGI A TUTTI E IN QUALSIASI SITUAZIONE, SOPRATTUTTO QUELLE CHE CI SEMBRANO SPIACEVOLI, secondo immagini interne diverse e NON cambiando ambienti e persone esterne differenti.
Di nuovo, come vedete, è solo una questione di Visione Radicata.
La vita ci chiede ogni giorno: quale immagine scegliamo oggi, in fin dei conti?
Nulla è mai davvero spiacevole: se lo è… è solo una suggestione interna. Allora cambio modo di SENTIRE e quindi di vivere questa giornata, questa situazione.
Lo scelgo. Lo decido. E lo faccio. Dentro di me. Ogni mattina.
Altrimenti non arriveranno mai coloro che stiamo cercando e le situazioni che desideriamo.
Pertanto è proprio solo un lavoro applicato e quotidiano di cercare di passare da una lista all’altra, da un polo alla sua tendenza contraria.
- Dal tempo chiuso, al tempo aperto.
- Dallo spazio difeso alla condivisione proprio con le persone che meno lo meriterebbero secondo noi.
Perché è un principio naturale e non guarda in faccia nessuno.
Quindi lo applico o non lo applico. Che cosa voglio fare?
La pittura trasforma lo spazio in tempo,
la musica il tempo in spazio.
Hugo von Hofmannsthal
Una mia giovane cliente, ha deciso di farla finita con le polemiche ventennali col padre e di aprirsi al mondo. E ha compiuto il passo, simbolicamente, facendo una torta per il suo papà. Ha raccontato che, di colpo, è tutto cambiato. E il livello di confronto è stato inedito, e come mai nella vita, con il genitore. E’ durato poco? Certo. Ma ha fatto una torta sola!
La selezione delle mie esperienze e persone si rimetterà in moto solo se le accetto tutte e mi apro ad ognuna. E ciascuna di loro si selezionerà da sola, senza che io debba faticare per difendermi. Non mi difendo più. Tolgo prima i filtri più grandi e poi via via seguendo il senso desiderato.
Come si fa?
Come al solito, scegliendo dentro e applicando ciò che voglio come se lo avessi già e ridando possibilità alla mia vita che credevo di non avere più.
Alcuni esempi:
- Riprendendomi tempi/spazi miei di agio alzandomi prima la mattina se sento che NON POSSO farlo nei posti dove mi sento violato. Una persona si è sentita più se stessa, alzandosi prima per fare una nuova pratica, alle 5, quando già si alzava, prestissimo, alle 6. Sentite il paradosso?
- Effettuando una pratica corporea che mi dia soprattutto emozioni diverse quando nel quotidiano non sento più piacere.
- Condividendo emozioni e pensieri con persone e situazioni che non avevo mai considerato in tempi/spazi inimmaginabili, trovati semplicemente aprendomi a questa condivisione.
Perché da oggi vado solo in una direzione. Illuminante per me.
Tutto qui. Ed ora.
Fa venire i brividi, in questo senso, la distinzione del Fisico Emilio Del Giudice tra leggi della Biologia che dovrebbero governare il mondo e Leggi del’Economia che lo regolano oggi effettivamente. Sono proprio due tempi e due spazi diversi: Cooperazione per la Biologia e Competizione per l’Economia. Provate e Guardarlo. E’ un’epifania.
C’è un’esperienza che si effettua nel workshop “Le Persone Non Cambiano?” in cui si dividono i partecipanti in due gruppi:
- un gruppo con atteggiamenti e gesti recitati, molto ostili (tempo e spazio ai minimi termini)
- e un gruppo molto accogliente, evidentemente ben disposto, aperto (tempo intenso e spazio condiviso)
A turno, ciascuno dei presenti passa per l’esperienza:
- A) si immedesima prima nelle situazioni ostili che conosce e ricorda
- e con quella sensazione in testa, di conflitto, difficile, problematica che conosce dentro di sé
- attraversa fisicamente lo spazio occupato dal gruppo realmente accogliente prima
- e dal gruppo realmente ostile, poi.
- Al termine si ascolta e percepisce com’è stata l’esperienza.
- B) Subito dopo, ripete l’azione sintonizzandosi su situazioni oltremodo accoglienti dentro di sé, attraverso corpo ed emozioni
- e ripassa per il gruppo accogliente
- ed infine per il gruppo ostile.
Le persone sono stupite da QUANTO CAMBI completamente l’esperienza SOLO E SOLTANTO SE LAVORIAMO ALLA SINTONIZZAZIONE SULL’ACCOGLIENZA DENTRO DI NOI.
L’ostile ci fa moltissimo meno male e l’accogliente viene goduto molto più intensamente. Ed è un’esperienza così diversa, da indurci a scegliere davvero ogni giorno della nostra vita DI SINTONIZZARCI CONCRETAMENTE DENTRO DI NOI SULL’ACCOGLIENZA, l’apertura e il bello dentro di noi, nessun giorno escluso.
E farlo solo tramite l’attraversare col corpo, respiro e movimento ed emozioni corporee che questo ci dà, apre il tempo e lo spazio e il nostro umore e la nostra vita.
Perché in realtà è facile rendersi conto, al termine, che le situazioni completamente +++ non esistono; come non esistono le situazioni completamente – – -; esiste sempre e solo un misto di persone ed atmosfere + e – in cui muoversi.
E comunque noi non potremo mai selezionarle a priori come vorremmo!
Possiamo scegliere soltanto se muoverci:
a) sintonizzati sull’accoglienza e apertura
b) o riferendoci sempre a chiusure ed ostilità.
Ci ritroveremo, attireremo e vedremo SOLO le sensazioni interiori che alimentiamo di più attraverso corpo ed emozioni.
Chiediamoci allora: che cosa vogliamo alimentare in realtà?
Una volta effettuata la scelta, possiamo solo trovare una pratica, un insieme, un sistema di abitudini più sane, che ci mantenga nella direzione giusta.
(Leggi la storia -illuminante in questo senso- della Metafora del giocatore di baseball).
Sta nello spazio ciò a cui nel tempo devo arrivare,
ineluttabilmente.
James Joyce
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