L’unica cosa che non ricorderai è come ti sei guadagnato il denaro.
L’unica che ricorderai è quanto ti sei emozionato.
Una persona di cui parlo spesso, che qui chiamiamo Gennarino il sopportatore, mentre effettuava gli esercizi bioenergetici, si espresse in lamenti così laceranti e sofferenti e intensi e drammatici che la sua maschera sul viso rivelò una verità sottesa e malcelata:
la sua pena emotiva era molto ma molto più intensa
della sofferenza in sé
che quegli esercizi avrebbero dovuto fargli provare.
Sapevamo entrambi che cosa ciò rappresentasse:
è la disgrazia interiore vissuta in passato e rimossa,
a far sì che proviamo quell’intensità di dolori
e quel livello di sofferenza
così evidentemente emotivi prima che fisici.
È la grande verità che gli esercizi bioenergetici permettono di vedere:
La sofferenza così intensa è presunta, interiorizzata, antica e mai più messa in discussione.
Ora:
Quale altra disciplina oltre alla Bioenergetica permette una direttissima con questa consapevolezza?
E poi un lavoro incisivo su quanto di più profondo regola il nostro benessere?
Vale a dire le emozioni drammatiche sottostanti appena sotto la superficie della nostra coscienza?
E peraltro, solo attraverso degli esercizi corporei?
Eppure, lo sappiamo, le sentiamo, sono lì.
Ma non sappiamo che cosa rappresentino e che cosa farci.
(Per approfondire, si legga La vita intensa).
Per questo, le 5 Evoluzioni Bioenergetiche, di cui l’Emozione Corporea fa parte, sono a nostro avviso il più potente sistema che la terapia bioenergetica mette a disposizione e che non esiste in nessun altra disciplina.
Non si trova nè negli approcci corporei alla salute che abbiano carattere di trascendenza come lo yoga o di benefici effettivi sulla schiena come il Pilates.
I quali raporesentano degnissime scelte per la propria integrità fisica, ma come si può arrivare ad un reale benessere senza sposare pratiche che arrivino, influenzino e trasformino le emozioni?
Oggi Gennarino pesa molti chili in meno perché la vita gli pesa emotivamente meno, molto meno. E non si è sottoposto a diete o a sacrifici, se non appunto a pratiche corporee bioenergetiche settimanali come sessioni e terapia.
Perché l’aspetto stupefacente della Bioenergetica che continua stupirci a distanza di tanti anni è la doppia valenza di approccio corporeo:
- di benessere pieno ed efficace
- e poi, solo se se ne sente il bisogno, di specifico approfondimento terapeutico, così prezioso che pone i risultati della terapia a livello più profondo di qualsiasi approccio solo basato sulla parola.
“Dove lo trovo un sistema a così tante valenze?” Si è domandato Gennarino a suo tempo.
E uno degli effetti più importanti è proprio che si arriva ad emozionarsi poichè il senso dell’emozione corporea è la connessione.
I caratteri sono tutte forme di struttura
che ipo- o iper-strutturano
la connessione di base, la relazione primaria,
il nostro modo tipico di sentire e fare le cose.
Il tessuto emotivo di una persona può essere ad esempio caratterizzato da questa “tutta nostra” connesione esclusivamente di tipo cerebrale, quindi fredda, scostante e poco emotiva, pochissimo corporea.
Oppure sempre insensibile alle emozioni ma di tipo diverso, iper controllante, impositivo, dominante.
Oppure ancora sottomesso, com’è appunto Gennarino.
La pratica allora cura l’emozione e sistema la connessione in modo più naturale.
Perché tutto è relazione, connessione, emozione, in realtà.
E la semplice pratica degli esercizi bioenergetici incide a ciascuno di questi livelli.
La ragione è insita nella relazione primaria con la nostra genitrice.
E’ come se ci passasse un canale tematico e noi possiamo essere sintonizzati solo su quelle atmosfere, se non ci facciamo un lavoro sopra.
E quando lo iniziamo, scopriamo un mondo di infinite possibilità che erano lì e nessuno ce l’aveva detto…