Angelo (Cerebrale): “E’ stato difficile ammettere che sto meglio con gli altri, non chiuso, non nei pensieri. Mi sento sempre un pò fuori, intellettuale, non capisco proprio i sentimenti. Fosse per me, direi che sono tutte menate, quelle che si fanno le persone… Ma sento forte forte che se mi lascio andare e la smetto di fare l’orso, alla fine sto meglio. Ecco, l’ho detto. Alla fine sto meglio con gli altri”.
Amanda (Orale): “E’ difficile smettere ciò che ho cercato per una vita: adesso invece non lo voglio un uomo, non voglio più che mi dia significato all’esistenza. Accetto questa vita, quotidiana, che potrebbe essere sempre questa, fin che campo. Non è facile, ma respiro e mi sento più viva, costante, e sento di stare realmente crescendo, progredendo”.
Pietro (Simbiotico): “Finalmente sto accettando il paradosso: io voglio una guida, qualcuno che mi dica che cosa fare, da cui dipendere. Lo sento forte, è una mancanza enorme. Lo voglio da quando sono bambino. E posso sentire contemporaneamente che questo è ormai inutile, non più al passo con le mie reali esigenze. Accetto e non agisco. Agisco altro: emancipazione, sentire le difficoltà, faccio meglio le cose, mi godo la vita, mi concentro sul piacere. E’ difficile e mi perdo, ma provarci mi da un’energia enorme”.
Alberico (Narcisista): “Cosa posso fare di più significativo?
Sento che “ci voglio stare” di più e faccio molte più cose. Allo stesso tempo, sento la difficoltà nello star dentro alle cose. Sanare il paradosso: posso accettare che una parte di me non vuole stare con nessuno (per stare realmente con qualcuno. Nella giusta maniera per me). Cambiano le mie esigenze affettive: non più una donna che mi dia “un senso”, bensì una “simile a me”, se arriva, con cui non mi vergogno più di me e delle mie paure”.
Gaio (Controllore): “E’ strano: più sto meglio e più sto male; a volte passo interi periodi a sentire che io non so niente: non so cosa mi piace, sto iniziando adesso a sentire le mie emozioni, sono stato una vita a credere di sapere chi ero e che cosa volevo. Adesso invece so che con fragilità sto provando qualche piccola emozione. Mi sento fragile, ma vero”.
Assunta (Sottomesso): “Fine delle trasmissioni: rinuncio ufficialmente a sfidare la mia vita, gli affetti. E comincio a vivere con quel che c’è. Questa mia sensazione di cercare di essere amata, non la troverò mai. Basta! E da quando ho deciso mi sento mooolto più leggera”.
Sandra (Rigida): “Devo solo mollare (tensioni, relazioni, problemi, andare avanti, progredire)! Con energia nuova (rabbia?)! E stancarmi molto meno. Io sfido tutti, sempre e troppo, finalmente l’ho capito. Non accetto di stare. Ribalto sempre il tavolo e vado via. Ma non posso andare via o ribaltare niente. I miei genitori non ci sono più e così ribalto la mia vita. E sto malissimo. Posso stare, e cominciare una vita nuova. Sapendo che ho difficoltà a starci dentro. Ma ci posso provare. Che sospiro di sollievo… era tutto qui?”.