Evoluzione Sostenibile: 19. Il Sé batte l’Ego 3 a 0

Il carattere delle persone non si rivela mai
così chiaramente come nel gioco.

Lev Tolstoj

 

 

Il modo in cui la gente gioca mostra qualcosa del loro carattere.
Il modo in cui perde lo mostra per intero.

Harvey B. Mackay

 

 

 

 

Nell’Evoluzione Sostenibile si impara a non ascoltare la testa, l’orgoglio, l’Ego, a non dar retta ai nostri circoli viziosi…

…e a decidere con tutto noi stessi, un “insieme” che si impara a conoscere e che si chiama Sé, composto da mente, corpo ed emozioni.

 

Accade che la rete di rituali legati al piacere quotidiano, corporeo,
che ho deciso di costruire, inizia a sostenermi
e mi fa incrementare altri rituali che mi alimentano ad un livello sempre più profondo.

E io mi metto semplicemente più in ascolto.

Ed evito così che tutto il progresso si disperda nel mare magnum degli impegni.

Quindi la condizione essenziale è:

  • una nuova esistenza di respiri, riti, abitudini
  • su una base di attenzione diversa, di sintonizzazione di base, vera, sanata
  • che tenga conto delle mie difficoltà
  • ma le accetti e ci lavori prendendosene carico.

Totalmente, incondizionatamente.

Non cambierà questa sensazione di conflitto con chiunque, o di non farcela (o di altro a seconda della propria ferita)…

…se non la dismetto dentro, se non ci rinuncio a risolverla oggi, a discutere accanitamente, per l’ennesima volta, con questo “altro di turno” in cui proietto sempre le mie stesse dinamiche.

Allora, l’unica cosa che posso fare, è saper ri-partire dal piacere che ho dismesso decenni fa, e costruirci sopra qualcosa, una vita di consuetudini diverse.

Tutto ciò che resta dentro di me e mi arricchisce, è legato
a immagini interiori ed emozioni corporee.

Tutto ciò che NON sento nel corpo e nelle emozioni NON rimane che pochi secondi,
quindi non resta impresso, non trasforma, scivola via,
si lega solo al momento precedente per fare da ponte con il successivo,
ad un livello superficiale, privo di scopo profondo.

 

Come si riconosce il Sé?

Una sensazione tipica che accompagna il Sé, è:

“con tutte le mie ammaccature, compresa ad esempio la mia incapacità di valorizzarmi (o di non essere mai certo delle mie scelte …o ….o …o…), se ascolto tutte le mie istanze, prendo questa decisione…”.

Precedentemente, avremmo dato attenzione solo alla razionalità e al controllo dell’EGO:

“occorre decidere al più presto. Mi sento che qualsiasi cosa faccio, sbaglio. Oddio, di nuovo queste scelte massacranti. Che cosa voglio non mi è chiaro. Uffffffff.. Qual è la scelta più razionale? Mi appunto dei pro e dei contro e scelgo. Basta che la finiamo…!”.

 

4 sono le sensazioni legate a questa nuova vita. A questo serve l’Evoluzione Sostenibile:

  1. Io volevo non sentire più dolore a causa della mia ferita: mi sono sentito ignorato, o tradito, o messo da parte ecc.
  2. Se accetto che mi sentirò sempre ferito, cioè ignorato da chiunque per prima cosa, o tradito ecc., …all’inizio mi sento morire…. poi, piano piano, mi dico, ok, ci puoi stare, è solo un ricordo, oggi non è certo più così…
  3. E qualcosa si scioglie: sento una nuova esigenza di leggerezza realmente qui ed ora. Se accetto davvero, alleggerisco davvero. Anche se all’inizio percepisco che se mi concedo troppa leggerezza succederà qualcosa di brutto. E che la leggerezza viene risucchiata sempre, ogni giorno, dalle difficoltà. Eppure, di colpo, ammetto che vivo meglio, meno angosciato e più partecipante attivo alle cose che mi faccio accadere e non subisco più.
  4. E continuo ogni giorno ad accettare che questa mancanza che riconosco avere fin da bambino sarà sempre parte della mia vita.

Le cose mi arriveranno solo se non le voglio più in modo falso come prima. Pertanto si apre un mondo di sensazioni e prassi nuove, ascolti, hobby, pratiche, relazioni e comunicazioni, a cui torno ad affidarmi con progressiva fiducia.

 

Tutto ciò fa vedere il reale processo che c’era dietro, venato dalla ferita insanabile e non da un dono che invece è ciò che realmente ci è capitato. La ferita, questa nostra eredità famigliare, il trauma che lamentiamo da sempre, è invece il nostro dono che più ci porta soddisfazione e pienezza nella vita, oltre ad essere ciò che di noi piace di più agli altri.

 

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