Un’altra area di accettazione riguarda gli assunti di base.
Che cos’è un assunto di base?
E il fondamento su cui si basa tutto un costrutto, una struttura, una decisione, un atteggiamento.
A volte completamente sballato. E regge la nostra vita in direzione contraria alla natura, per decenni.
Sic, direbbero i latini.
Propri’ accussì, i napoletani.
Mara -ad esempio- non accettava che la vita le avesse riservato così tante disgrazie. E queste continuavano allora a riprodursi.
Ecco cosa si scopre:
ciò che ci viene riproposto reca un messaggio
che non vogliamo accettare.
Per questo si ripropone.
Come il peperone. O altri cibi indigesti.
Ma dai: ci stai proponendo l’accettazione del peperone che così non si ripropone?
Ma no, sto solo scherzando.
Perché sapete benissimo a che cosa mi riferisco.
Solo se impariamo a chiederci e a scavare su:
qual è l’assunto di base che regge tutta questa convinzione così pervasiva?
Allora riusciamo a scardinare intere esistenze che si reggono su pilastri sottilissimi di orgoglio raffinato e instabile.
Mara è bellissima. Dentro e fuori. Se l’è cavata in una marea di situazioni in cui tre quarti di noi sarebbe finita in manicomio. (Seriamente).
Dimostra almeno 15 anni di meno.
Eppure continua a mettere avanti la propria storia, quando incontra chiunque. E la racconta e la ri-racconta…
E alla fine di qualsiasi esperienza relazionale, affettiva, amicale e lavorativa, si ritrova sola, solissima, senza uno straccio di qualcuno, perché periodicamente tutti l’abbandonano.
E con la sottile angoscia che tutto questo dipenda da lei, senza riuscire a capire perché.
Ecco un’altra cosa che facciamo tutti: cerchiamo di capire.
Intere crociate a far finta di capire qualcosa in cui siamo immersi fino al collo per poterlo vedere.
Diceva la storiella delle tre morali: ma soprattutto, se sei con la merda fino al collo, che ti fischi?! Statte zitto, no?
Nel senso che l’accettazione è l’unica strada: perché procedurale, fatta in casa, e molto intrigante, se presa in un certo modo, perché più vera, verissima, e in grado di farci crescere.
- Vuoi la verità?
- Sì.
- Davvero?
- Sì.
- A qualsiasi costo?
- Sì.
- La verità è che sei ridicolo.
- Ah.
- Vuoi sapere perché?
- Voglio sapere in che senso.
- Allora mettiti comodo che mo’ te lo spiego.
Si pratica da una bella mattina e per sempre. Punto.
Si telefona che oggi non si va al lavoro (solo oggi, non esageriamo). E poi si mettono tutte le carte in tavola che abbiamo, e si inizia a scrivere.
* Questi sono i miei obiettivi?
* Sono tutti?
* Sia quelli di questo periodo che quelli di una vita?
* Ecco: ad uno ad uno, passo settimane ad assumere che non li raggiungerò mai:
* “Non raggiungerò mai… (elenco)”.
Esempi:
– Mi devo laureare assolutamente? Non riuscirò mai a laurearmi perché so benissimo che nasconde la mia sensazione di non sentirmi mai abbastanza importante.
Non laurearmi così regge il gioco: mi serve a continuare a sentirmi NON importante. E se mi laureo è finita. Non laurearmi allora è la soluzione, non il problema.
– Devo guadagnare di più, da sempre? Il mio rapporto col denaro sarà sempre quello che ho da una vita, che ho appreso in famiglia e che esprime i miei problemi profondi nel meritarmi qualcosa, nel mantenere le mie energie e così via.
Solo se accetto che NON sentirò mai -comunque!- di meritarmi qualcosa, perché questa è la mia vera ferita… dentro e non fuori (!)… non mi interesserà mai più davvero e fino in fondo dimostrami che posso valere guadagnando, perché è una battaglia persa da decenni…
Così, magari, mesi e mesi dopo, distrattamente controllo il conto in banca e ho stranamente più denaro, ma non mi interessa più, perché tanto non valgo lo stesso… (distrattamente piens’ a te).
– Voglio uscire a tutti i costi da questa gabbia impossibile di lavoro? Lavorerò sempre in questa azienda e atmosfera, perché ce le ho “dentro”, la gabbia e le impossibilità, da sempre e per sempre.
Disinteressarmi per settimane di questa insofferenza del lavoro, e riconoscere, invece, onorare ogni giorno dentro di me, andare a cercare e ricordare le sensazioni sentite da bambino in un’esperienza che si chiama “Fantasia della Tavola del Padre”, permette di “portar fuori” e vedere e prendere le distanze da quell’atmosfera.
E se fatto con tutti i criteri, permette di cambiare in modo incredibilmente facile e naturale, atteggiamento, vita, e finalmente atmosfera intorno a me. Quindi anche il lavoro sarà molto più corrispondente a ciò che sento dentro. Sia lo stesso impiego che non sopportavo più, sia il lavoro nuovo o la scelta di una nuova vita che questa volta arriverà in modo clamorosamente facile. E Boom.
Ecco, su tutto questo da oggi mi dico:
- come sto se affronto la verità?
- Se accetto che non raggiungerò mai questioni senza fondamento?
- Se VEDO il reale problema che c’è sotto che m’impedisce di vivere tranquillo?
E poi sto lì a verificare:
- come mi sento?
- Quali altre prospettive si aprono?
E ci sto tutti i mesi necessari.
- Scopro cosa c’è sotto davvero?
- So adesso qual è l’inganno che non mi permette da sempre di sentirmi ok? E che mi illude che “un giorno… raggiunto X… potrò finalmente fare o essere…?
- Che cosa?… Quale illusione caratteriale c’è sotto? ”.
E alla fine, si manifesterà, magicamente, un aspetto decisivo che ci farà laureare, avere più soldi, e cambiare lavoro.
Perché era il modo che non funzionava PRIMA, di VOLERE tutto ciò.
Era mentale, ripetitivo, rigido e ossessionante e sempre uguale.
Mentre ora Accetta l’Essenza della Vita.
Desidera ciò che è importante ed emotivo.
E lo lascia lì, a decantare, a percepire che…
“se anche non lo raggiungo, come sento da sempre, va bene lo stesso,
è SOLO UN RICORDO, UNA SUGGESTIONE, UN’ARMATURA CARATTERIALE.
L’importante è che io mi goda di più la strada,
non mi angosci con IL NON POTERNE PIU’ di questa vita”.
E ora funziona.
E di colpo mi metto nelle condizioni di laurearmi, perché non è più carico di aspettative impossibili.
Poiché, se “mi devo laureare solo per sentirmi finalmente importante”, non lo potrò raggiungere, anche a costo di sacrifici invalidanti.
Perché non mi sentivo importante a casa mia con le mie figure di riferimento. E NESSUNA laurea al mondo mi potrà far cambiare questa esperienza.
Solo l’Accettazione che ciò che è avvenuto:
- -non è vero che mi ha fatto SOLO molto male-
- la verità è che non mi ha ammazzato
- mi ha dato dei punti di riferimento preziosi.
- I miei pregi, derivano tutti da lì (!).
- e ora non posso farci niente. Punto.
- QUINDI E’ UN DONO!
E se “devo guadagnare di più per dimostrare a me stesso che ce la posso fare”…
…quando da sempre sento che non arriverò a compiere qualsiasi impresa…
…non ce la farò, semplicemente.
E se “solo un amore darà senso alla mia vita”, questa vita sarà sempre senza amore e senza senso.
Sposto alllora il focus, accetto tutta la verità. E tutto arriva.
Punto.
Poiché Laurearsi è semplice. Guadagnare è facile. Amare è possibile.
Se NON sono resi irragiungibili dentro di noi fin dall’inizio.
Per esempio, in un caso è emerso chiaramente quel che era evidente a tutti tranne che alla persona in questione:
lo sforzo provocato dall’orgoglio di doverci riuscire sempre a far tutto era insostenibile. Semplicemente.
Quindi la malattia e la sua lunga convalescenza erano la verità.
La consalescenza è sempre la verità.
Mai una sospensione, come sembra.
Poi, il processo di Accettazione continua:
- questo è ciò in cui credo?
- Articolato in questi valori?
- Quel che mi è successo nella vita a mio avviso è questo?
- Per questi motivi?
Ecco, anche qui: ri-parto dal presupposto contrario:
- e non fosse vero per niente?
- Se non sarà mai come io lo vedo?
- E punto per punto, riparto da tutta un’altra serie di presupposti?
Mara ad esempio amava l’architettura, ma la sua casa interiore aveva bisogno di aria e leggerezza come la fortezza della Bocconi avrebbe necessità come l’aria delle linee aeree del Guggheneim di Frank O. Ghery.
Era convinta, nell’ordine, che:
– l’amore per gli animali dovesse essere una priorità per tutti
– Gli amici veri sono tutti chiamati ad una militanza fatta di senso del dovere: se sei mio amico allora devi per forza…
– Il piacere non è di questo mondo
– La vita prima o poi deve risarcirmi
– Mio padre e tutti coloro che fanno del male prima o poi la pagheranno
– E altre credenze-proiezioni-illusioni senza alcun fondamento.
Quindi l’accettazione è una pratica.
Proprio per questo: perché non sapremo mai dov’è il baco, il fallo, l’anello debole di tutta la catena.
Allora:
E se fosse che questa vita sarà sempre così?
E se io fossi bellissima e preziosa e ricca e abbondante
proprio per quel che mi è successo?
Potete immaginare gli improperi e le proteste di Mara, la prima volta che ha provato ad assumere l’atteggiamento di accettazione?
Però lo ha fatto e lo sta facendo.
Perché la verità è che da Mara gli amici scappavano proprio per le sue pretese assurde.
Non si sente nell’aria che noi prendiamo delle presunte verità e ce le aggiustiamo secondo nevrosi?
Benvenuti nella Vita Nuova, amici miei.
Piena di sogni già realizzati, e non lo sapevamo.
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