Se do luce costantemente dentro di me, come qui descritto in molti punti, a tutte le situazioni e le persone che sento difficili, allora si scatenano letteralmente 4 effetti:
1. Luce Diversa
Accade finalmente qualcosa di diverso come prova del mio incidere sulla vita.
Allora rimango all’inizio colpito, poi disorientato, poi torno a perdermi perché non ho colto la costanza necessaria.
Eppure, lo devo ammettere: quella telefonata inaspettata è la prova, quello stato d’animo di agio, quel riconoscimento a cui non pensavo proprio più…. tutto è arrivato proprio e soltanto perché me ne sono disinteressato e ho iniziato a dare luce, semplicemente, dentro di me e fuori di me, concretamente, incontrando gli altri…
Per anni mi sono sbattuto per averli e non è mai arrivato niente! Non ci posso credere…
Non so ancora decifrare questa legge delle immagini interiori, ma sento che funziona:
Il benessere deriva soltanto dal vedere dentro di sé fatti e persone
con una accezione sempre e comunque luminosa e positiva
e con un favorevole auspicio.
Allora mi riaccendo, consapevole. E alla fine apprendo il meccanismo seppur in modo rudimentale:
Le immagini interiori determinano ogni nostro comportamento.
Adesso lo so, non posso più ignorarlo:
Accade fuori solo quello che vedo prima dentro.
Scopro ad esempio con piacere che mi è venuto spontaneo aspettarmi il meglio, prima al lavoro, poi anche negli affetti.
E mi rendo conto che, detta così, sembrava normale: in realtà è da dare luce CON INTENSITA’ EMOTIVA 10-100 volte di più della norma ed ottenere 100-1000 volte di più effetti positivi. Letteralmente.
Quasi senza nessuno sforzo, laddove prima dovevo proprio allenarmi giorno dopo giorno a dare luce, immaginandolo con chiarezza.
E osservo ora chiaramente come fare.
E non mi par vero, non ci sto più nella pelle, non vedo l’ora di consolidare questo nuovo benessere.
È da lì -e soltanto da lì- che fiorisce la seconda reazione che mi cambia la vita:
2. Attitudine al Nuovo
Inizio ad aspettarmi che accada questo qualcosa di nuovo. Ci credo, ci sto attento, sono concentrato. Lo ricerco come attitudine. Lo decifro, lo coltivo, lo rispetto e quando arriva, me lo godo finalmente.
Per esempio, quando Angela ha iniziato a non avere più il conto in rosso in banca, a momenti le prendeva uno s’ciopone… Ma poi ha preso a coltivare le attitudini che le hanno fatto consolidare questo risultato insperato.
È qui che si cambiano davvero le abitudini, allorché le si scelgono sostenibili, sperimentate, autonome, attive e non più trascinate, finalmente risolutorie, con uno spunto in più.
Lo dico sempre:
Mai Più Grandi Obiettivi, Sempre Più Piccole Abitudini.
3. Accelerazione dell’Energia
Allora si verifica un’accelerazione e un aumento di energie e risultati. Mi vado finalmente a cercare le situazioni ricche d’insegnamenti e le persone importanti per me.
Ciò vale un’esistenza a dir poco diversa, che chiamare migliore non rende.
La vita finalmente “m’ardà“ direbbero i miei amici in Abruzzo: mi ridà, risuona, rispecchia, mi ritorna, mi quadra, mi corrisponde secondo le attese.
Accade che non si coltivino più rancori, giudizi iper critici e auto-critiche feroci su di sé, circoli viziosi e sbalzi d’umore, presenze incostanti e bisogni eccessivi di prendersi i propri spazi
– Ci si vede nell’essenza e ci si considera onestamente e con lucidità.
– Si passa ad interessi più appassionati e a comunicazioni più vere ed intense.
Con i mesi, agio e gratificazione, gratitudine e (vivaddio) leggerezza, s’instaurano concretamente dove prima facevano appena-appena capolino.
E realizzo a questo punto, finalmente:
4. Intensità e Pienezza
Non aspetto tempo e inizio a vivere intensamente, oggi.
Non frappongo più indugi alla pienezza di vivere la mia profondità, il mio esserci completamente, il mio prendermi impegni che adesso so dove mi porteranno e che piacere mi daranno.
- Arrivo a sera con una marea di cose fatte e senza più la sensazione d’incompiuto che era una costante delle mie giornate.
- E non mi aspetto più niente di rivoluzionario. Voglio soltanto che quel che accada sia pulito e vada sempre bene per me.
- Soprattutto se oggettivamente non è perfetto né adeguato alle mie aspettative.
Perché tanto so le mie aspettative da dove vengono e quanto siano sballate e proiettive e compensatorie. - E allora quel che arriva va bene, va bene tutto.
- E di colpo, magari da una iniziativa fatta così, tanto per fare, scaturisce una scintilla, una piccola gioia intensa.
- E poi un’altra, subito dopo.
- E un’altra ancora.
- E si fanno trama, poi tessuto e infine struttura della mia vita.
Queste 4 attitudini mi hanno trasformato profondamente l’intera esistenza a suo tempo.
E da allora continuo a trasmetterle giorno dopo giorno.
Soprattutto perché -come sapete- partiamo dal presupposto dell’accettazione totale incondizionata.
E l’accettazione va già al contrario del buon senso…
Quindi bisogna affrontare un doppio salto logico, due volte paradossale:
proprio quando si accetta tutto-tutto, occorre iniziare a dare luce,
contemporaneamente.
E’ questo il disorientamento da superare.
(Si veda La Metafora del Vento)
Ma come faccio a dare luce e aspettarmi sempre il meglio, nel momento esatto in cui sono prostrato dalla difficoltà dell’Accettazione incondizionata?
Come faccio ad investire energie nel pensare che andrà bene, benissimo, se sto realizzando proprio ora che non cambierò mai e mi sentirò sempre sconnesso o insoddisfatto a seconda della mia storia?!
E che alternative hai? Rispondo io.
Non guardare il dito, guarda la luna.
Non avevi cambiato immagini?
Chi ha detto che devi essere prostrato o abbattuto?
Se hai compreso come funzioniamo, se hai intrapreso per prima cosa ad accettare ogni questione nessuna esclusa…
…ti verrà spontaneo ed emotivo non abbatterti più e incidere dentro di te attraverso la nuova luce che hai scoperto.
Perché tanto, altrimenti, lo sai, non cambia niente.
E’ come se t’innamorassi: tutto cambia senso e importanza dentro di te.
Ma è molto di più.
È una rivoluzione, privata, essenziale, riuscita.
Io ho la fortuna di avere anche a Milano dei clienti abruzzesi.
E quando sono arrivati puntualmente a dirmi: la mia vita n’n m’ardà”, io li ho accompagnati attraverso il processo di ridare luce alla loro esistenza.
E alla fine:
“Mò t’ardà?”, ho chiesto.
“Scì, m’ardà, m’artorn’ “, mi hanno risposto, con un sorriso di complicità.
Vi ho mai detto che in Abruzzo c’è una luce meravigliosa?
1. Luce Diversa
2. Attitudine al Nuovo
3. Accelerazione dell’Energia
4. Intensità e Pienezza
Leggerezza Profonda: Riepilogo