Nei certificati di nascita è scritto dove e quando un uomo viene al mondo,
ma non vi è specificato il motivo e lo scopo.
Anton Čechov
Il senso della vita è quello di trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo.
Pablo Picasso
A chi ascolta, a volte sembra che lo scopo primario serva solo per dare un senso ‘in più’ alla propria vita.
E le persone a cui ne illustro i vari passaggi lo prendono come un lusso.
Ma che noi scegliamo o no, abbiamo sempre uno scopo primario.
In realtà non è giocare al Maracanà o all’Adriatico, per capirci. Non è nemmeno giocare a Calcio. O no.
E’ la scelta prima di tutto del livello che voglio dalla vita. E la prima domanda che tutti dovremmo porci.
Il livello dello scopo che scelgo è il livello della vita che ottengo.
Tutti abbiamo qualcosa che dia senso alle nostre giornate e che viene prima di ogni altra cosa, in ogni momento.
Solo che può essere nevrotico, come si diceva una volta, vale a dire legato a mera sopravvivenza, oppure più profondo e connesso alla realizzazione di sé.
Questo è il vero Stadio dentro di noi.
E’ sentire il trascinamento della folla all’interno di te, anche se ti giri e sei tutto sbregato e sanguinante perché sul campetto di periferia dove giochi non c’è nemmeno l’erba, ma a te va benissimo lo stesso.
E’ scegliere a quale livello di coinvolgimento giocare la vera partita.
Dove voglio giocare? Nella migliore e più motivante atmosfera per me? Qual è? Posso descriverla? Come mi sento quando la respiro?
Questa è la raffinatura del raccolto. Dove. E come. E non per il prestigio. Mai.
E smetterla di chiedersi sempre le stesse cose.
Continuo a pormi domande solo bloccanti? Posso smettere di chiedermi:
- E me lo merito?
- Ne sarò capace?
- Non è che cerco chissà che?
- Chi mi credo di essere?
- E perché non so cosa voglio?
- Cosa faccio se non so nemmeno dove andare?
Queste sono le domande-ostacolo al livello adeguato al nostro scopo.
Ci saranno sempre. Se vado dietro a tali condizionamenti, non mi deciderò mai.
Ormai è arcinoto -a voi che leggete- che dipendano dai messaggi ricevuti in infanzia, da piccoli-piccoli insomma.
Ma noi possiamo vivere -è questa la nuova regola a cui condizionarci- per il clima motivato, l’atmosfera, il tempo che vola e “la soddisfazione a prescindere” che proviamo al solo pensarci.
Ed infine, e solo infine, la sensazione di non lavorare, ma che anzi “il nostro tempo” è un regalo assoluto che la vita ci fa.
Pertanto è scegliere su quale atmosfera cimentarsi, in qualsiasi terreno di gioco, dal volontariato alla palla corda, dal boogie voogie al tombolo.
Esula totalmente dal lavoro che ci dia lo stipendio che magari si occupa di tutt’altro, perché noi quello ormai abbiamo.
E scopriamo solo oggi il livello che da sempre desideravamo. Ma va bene lo stesso. Basta che ora ci illumini le giornate, visto che non possiamo più ripartire per fare studi diversi e scelte di vita estreme.
In sostanza, amici miei, noi dobbiamo vibrare. Solo questo la Natura ci chiede.
Sempre e comunque. E il più possibile. E al livello più coinvolgente, tanto da dare un senso all’esistenza.
Non a caso le Vibrazioni Corporee sono per noi uno dei 5 cardini della Rivoluzione Bioenergetica.
Saperlo, fa la differenza tra subire comunque un processo sotterraneo e passivo e illuminare lo sguardo e il respiro che ne consegue.
Vuol dire riappropriarsi del diritto di mandare al diavolo tutto anche solo per 10 minuti al giorno o 1 sera a settimana. E di dedicarci solo a ciò che ci fa appassionare, a prescindere, anche solo come hobby.
Ed è qui che lo scopo primario si collega alla storia personale, al cammino privato e serissimo di ciascuno di noi. Che sia di terapia o di auto sviluppo.
Il problema vero è non accettare che a Calcio non eravamo abbastanza bravi, perché se lo fossimo stati, alla fine ci saremmo realizzati lo stesso.
Le cose sono sempre andate come dovevano andare e l’esistenza e le forze in campo determinano sempre le migliori condizioni per giocare la partita al livello al quale lo interpretiamo noi.
E’ uno dei passaggi segreti più importanti da scoprire sullo scopo primario.
La vita è sempre la migliore possibile al momento dato.
Se do per scontato questo assunto, la mia esistenza allora non poteva che portarmi qui, a questo punto. Ri-esamino allora il mio passato e le scelte fatte e cerco pertanto di trovare le mie responsabilità in quel che mi è successo sinora. E cosa posso cambiare prima dentro di me che poi -solo col tempo- mi porterà ad un altro livello di scopo?
Anche se hai 72 anni e scopri o riscopri un anelito dei tuoi tre anni, l’esistenza lì ha il compito di riportarti.
Il livello dello scopo che scelgo è il livello della vita che ottengo.
La Maternità, La Morte, La Perdita, l’Abbandono, Il Tradimento, La Malattia, La Responsabilità, sono tutti passaggi che servono solo a riportarti al senso di tutto questo. Per te. Solo per te. A non guardare gli altri. Guarda te e segui te. Solo te.
Vuoi allora aumentare la posta o no? Il rischio d’azzardo tu lo senti totale ma è inesistente in questo gioco, se capisci quello che voglio dire.
E il fine, il motivo, il significato della vita, The Meaning, è giocare qualsiasi scambio in metropolitana o a letto nudi, come se giocassi al calcio con il massimo del piacere e coinvolgimento ed entusiasmo.
Il mio calcio non era giocare al calcio. Era fare quello che faccio oggi. Qualsiasi cosa sia. Punto.
Qualsiasi sia la partita in gioco.
Qualsiasi.
Senza scampo.
Qualsiasi.
Senza redenzione.
E solo dopo.
Solo dopo.
Senza altra possibilità.
Solo dopo.
Senza derive.
Sapere in che cosa magari cimentarti. Su quale canale televisivo sintonizzarti magari, perché ormai ne hai 82 di anni.
Ma almeno hai capito.
Cosa ti attizza della vita.
L’ho già detto: quando lavoravo in azienda, un consulente una volta venne a chiedere a noi dirigenti:
– cosa c’è di erotico per lei in questa azienda?
– E io balbettai: mi scusi…?
Voleva dire:
Che cosa ti piace così tanto da trasformarti la giornata? Nei modi? Nell’apertura? Nell’atteggiamento? Cosa campi a fare? Che cosa ti potrebbe far scattare in piedi la mattina? Quali diritti ti ri-prendi in questo senso?
Se non sta arrivando quel che ti aspettavi dalla vita, vuol dire solo che non ci hai investito quel che credevi. Ma quel che ti ritorna, sempre equo è. Ne abbiamo parlato tanto in queste pagine. Prova ad esempio a leggere: Ti ritorna Solo Ciò che Investi a Fondo Perduto. (chiaro: quando hai tempo, nessuna fretta, nessuna pressione).
O lo trovi ‘sto diavolo di passaggio segreto dentro di te o stai in superficie.
Ma tu risponderai giustamente: se non sapevo nemmeno che esiste, come facevo a trovarlo?
Disse più o meno una volta l’oracolo Steve Jobs:
Se la mattina per troppi giorni di seguito mi guardo allo specchio
e non vorrei essere nel posto in cui sono a fare ciò per cui sono qui,
è il caso che cambi vita.
Ma è questo il grande malinteso dello scopo primario per noi comuni mortali.
Noi la vita crediamo di non poterla cambiare.
Ed effettivamente, vista da fuori, la vita non la possiamo cambiare. Ma possiamo cambiare eccome, e questo non lo sa ancora nessuno, la nostra ispirazione quotidiana da dentro, il whodunit, come Hitchcok chiamava l’intreccio della storia, il fine della trama, il dove va parare tutta la faccenda, il che cosa ci “acchiappi” giorno dopo giorno.
Dopo giorno.
Dopo giorno.
E solo in direzione naturale e verso il senso della mia vita più vero e profondo.
E questo è un altro passaggio segreto dello scopo primario:
La vita da fuori, sulla carta, non si può cambiare mai. La vita da dentro, nelle emozioni che ci ispirano, si può cambiare sempre.
Occorre solo scegliere a che cosa ispirarsi. Ogni “deriva” dalla nostra rotta si sviluppa invariabilmente da ciò che ci ispira dentro.
Lasciati ispirare e non partire fuori. Parti per un viaggio di esplorazione dentro di te su che cosa ti darebbe il senso che cerchi da sempre.
E non è per niente stravolgere la propria esistenza. Ma va’.
E’ decidere solo:
da oggi in poi di che cosa inizio a interessarmi? Cosa leggo? Di cosa parlo? Che cosa smetto e che cosa invece inizio? E a quali corsi mi iscrivo? A che livello mi relaziono col mondo? Cosa è più generico e un po’ falso di me? E cosa è più coinvolgente e profondo per me?
E non mi dite che non lo avete fatto mai. Solo che da un certo punto in poi avete declinato, senza scavallare il Falsarego della vita, e ora avete un punto interrogativo sulla fronte grosso come la vostra insoddisfazione.
Come dice Naval Ravikant:
“L’unica lezione ricorrente della mia vita: non esistono adulti.
Tutti imparano a vivere durante il cammino.
Trovate la vostra strada e seguitela”.
Possiamo trovare la strada, sempre, nei piccoli modi, mai nelle grandi scelte.
Solo così le grandi scelte, forse, ci verranno a bussare una mattina apparendoci finalmente facili. Perché sono fatte di piccoli passi, uno dopo l’altro.
Ma a quel punto, chissenefrega se arriveranno?
Tanto arrivano solo se noi non le aspettiamo davvero.
Perché non è che le leggi della natura scherzino o ci abbonino dei passi.
E’ questa la fregatura del benessere. Il benessere non scherza con le Leggi di Natura. Altra pietra miliare sulla strada di sé.
Ma intanto ci godiamo il cammino. Questo siamo predisposti a fare.
Racconta Richard Betts, uno dei più dotati, ispirati e talentuosi sommelier del mondo:
Quando studiavo per il Dottorato (in Avvocatura, ndr), a Flagstaff, lavoravo in una piccola ditta che si occupava di difesa dell’ambiente. Ma scoprii che in realtà non conta davvero quello che fai, ecologia, finanza, è tutta sempre la stessa partita a Monopoli, facevi sempre gli stessi movimenti, dovevi sempre passare per Parco della Vittoria. Si trattava solo di cambiare il segnalino, il cappello, la scarpa e così via. Ma il gioco era comunque lo stesso e mi accorsi che non mi piaceva affatto. Quindi ero più che maturo ormai. In quel fine settimana, a scuola, ci saremmo occupati delle arringhe della difesa. La mia era grandiosa e 6 settimane dopo sarei entrato nella facoltà di Giurisprudenza.
(Invece)… Uscii dall’aula, scavalcai il recinto e attraversai la Route 66, a Flagstaff, ed entrai in un ristorantino che fungeva anche da enoteca. Non ne sapevo niente di vino. Sapevo solo che in Italia lo avevo bevuto ogni giorno ed era stato molto gradevole. Entrai e ne comprai una bottiglia. (…). La stappai e ne versai un bicchiere. Il profumo mi riportò indietro nel tempo di quasi quattro anni, quando vivevo in Italia. Ricordai con esattezza una cena all’Osteria del Cinghiale Bianco a Firenze. Ricordai dove ero seduto e dov’era seduta la mia compagna, come era vestita, cosa mangiò e cosa mangiai io e le cose giuste e gli errori commessi dalla cameriera. E mi arrivò tutto solo grazie al profumo del vino.
Tim Ferriss, Il Segreto dei Giganti, Cairo Editore, pag. 564.
Nella mia professione, non ho mai visto, mai, accadere la grande rivoluzione a cui ogni essere umano tende. Ho sempre visto la immane rivelazione delle piccole verità che ci trasformano l’atteggiamento. E poi, piano piano, il cammino.
Quindi concentriamoci su altro:
Qual è sempre lo stesso gioco -come riportato nella testimonianza di cui sopra- che ormai sono certo che non mi piace affatto? Esiste? Come lo posso descrivere nei dettagli?
E a che cosa mi porta come constatazione? Se sto in questo gioco, dove mi ritroverò nella migliore delle ipotesi?
E se ne esco, questa decisione dove mi porterà nella peggiore delle ipotesi?
E reggo il meglio e il peggio di queste simulazioni?
Una volta che iniziamo a seguire l’ispirazione giusta, la frittata è fatta. E la discesa è iniziata.
E ci farà esplodere di vitalità.
Booom.
Fine.
Per chi è interessato, qui di seguito sono riassunte le domande riportate in questo articolo.
E se non ti piacciono queste cose -come dice un commentatore dell’NBA, bravo bravo, di certo nel pieno del suo scopo primario- non sono sicuro di voler essere tuo amico.
Come mi vedo di fronte al Senso della Mia Vita?
Guarda il Video: Scoprire il Proprio Scopo Primario