2. Il Circolo Vizioso della Ricaduta nella Ferita

(Questo articolo è la prosecuzione di Non esistono le Ricadute, Esistono Solo le Ripartenze).

Diciamo allora che in ogni momento di stress o di cambiamento di vita, o di svolta necessaria (affetti, cambiamenti nel lavoro, relazioni, età che avanza, conflitti interiori) si tende a tornare ognuno nelle proprie antiche atmosfere ferite.
Quando, invece, fino ad un attimo prima stavi bene e tutto scorreva.
Allora senti sempre la stessa sensazione: che non è l’evento in sé che è accaduto ad averti riportato lì. Bensì abitudini antiche, e circoli viziosi di stati d’animo e ricordi che premono per uscire, non essendo stati chiariti a noi stessi e risolti.

E allora trovano un appiglio a un qualcosa che accade normalmente e insieme si danno la scintilla per riportati in un fondo brutto, dove tutto dimostra di nuovo un punto vuoto e falso, ma sul quale tu ti tormenti da decenni: che tu non vali, o che non ti rispettano, o che sei escluso, o che non hai detto o fatto quel che avresti dovuto e così via.
C’è sempre un teorema che si dimostra a se stessi con la ferita, un ragionamento sempre uguale nella sofferenza interiore: ‘eh ma allora…lo vedi che la mia vita ha sempre lo stesso senso sbagliato e mortificante?”.
Se sentiamo questo, allora, nella formazione del nostro carattere (secondo La Trasformazione del Carattere di Stephen M. Johnson, Astrolabio Editore, il quale usa terminologie differenti e più tecniche, ma che si possono semplicifcare nello schema chiarificatore che segue) si individua lo schema de:

Il Circolo Vizioso della Ferita

1. Ferita: stato d’animo abbattuto o rassegnato, o escluso o arrabbiato, o in uno delle altre possibili combinazioni, che diventa cronico e caratteriale, cioè proprio delle nostre ormai abitudini comportamentali consolidate. Da qui la sensazione che abbiamo necessità di un reale cambiamento di attitudini.

Il carattere è una maschera abituale, da cui non ci si può liberare del tutto, ma se ne può essere consapevoli, cogliendo il meglio e le risorse e godendosi molto di più la vita, ammorbidendo molto le rigidità, sentendo profonde verità su di noi, oltre che vivendone le bellezze e non solo i blocchi, i limiti e le brutte atmosfere. E’ la differenza tra brutta e bella vita, restando sempre di più se stessi, anzi, essendo sempre di più se stessi, fino in fondo, non più a metà.

2. Tema Ricorrente e Irrisolto della Nostra Vita. E’ la lotta contro tutto e tutti per non sentirci più feriti ma senza mai riuscirci davvero. E’ l’impegno di decenni di fatiche, lotte e conflitti interiori, studi, sforzi economici, dilapidazioni di energie infinite, per non sentirci feriti. Ma che al contrario, così facendo, rinforza e rende più viva la Ferita, anziché risolverla (ingigantendola fino a che diventi il Tema che si ripete della nostra vita, detto anche Karma o Copione, a seconda dei modelli teorici di riferimento). Può essere ovviamente più o meno forte, al pari del livello di impedimento di quanto ci sentiamo feriti.

3. Adattamento: l’alternanza tra ferita e tema ci divide in due: la prima conseguenza è l’adattamento ad una vita che offre meno delle nostre possibilità e ci spinge ad accontentarci. E’ come se stessimo sotto una forza contraria, tanto forte da impedirci una vita completa. Allora ci sentiamo metà di noi stessi, parziali, incompiuti, impossibilitati a certe funzioni mature: non ci si può più  dedicare davvero alle proprie passioni, innamorarci sul serio, vivere pienamente, essere genitori, godere del proprio tempo e così via.
Ci sentiamo allora confinati ad una strada mediocre, di seconda scelta e senza troppe alternative per noi.

4. Auto Negazione o Ritiro: la seconda conseguenza è l’auto negazione, di parti più importanti di sé, fino a sentire di vivere in ritiro (noi la chiamiamo infatti posizione di Ritiro), considerando negate dentro di noi tutte le opportunità che la vita non accetta e ci proibisce, ma che in realtà ci auto neghiamo da soli. Va da sé, infatti, che se ci adattiamo a qualcosa di quotidiano che ci rimanda ad una vita mediocre, tutto il resto di noi stessi lo dobbiamo costantemente negare: mi verrebbe voglia certo di una nuova relazione, o di farmi valere sul lavoro, ma ogni volta devo reprimere queste istanze perché tanto sarei sconfitto e ormai devo rassegnarmi all’evidenza che non fa per me una vita realizzata. 

5. Carattere vero e proprio (o atteggiamento caratteriale). Si formano così una serie di modi di comportarci che sentiamo obbligati e automatici. Più o meno bloccati, rigidi, ripetuti. Esattamente, del resto, come sentiamo la nostra armatura posturale, energetica, corporea.
Pensate alle persone fissate, o ossessive, o troppo orgogliose, o senza forza, con mancanza di autostima, abbattute, complessate ecc. ecc.
Vale a dire quelli che poi diventano stereotipi. Li vediamo bene negli altri. Ma neghiamo quanto siano evidenti anche in noi agli occhi degli altri.


Badate bene: per chi sprofonda di nuovo nella ricaduta della ferita, non c’è niente, nessuna questione più spinosa e più importante di questa. Sono decenni che pagherebbe oro per risolverla, non sentirla più, capirci qualcosa del perché si sente così. E ovviamente come uscirne per sempre.

Continua la lettura: 7 Diritti Negati e 7 Ricadute nella Ferita Caratteriale.

 

Torna a: Ricaduta e Ripartenza dalla Paura: Riepilogo.

 

Oppure inviaci un messaggio con la tua richiesta all’indirizzo:

marco.digiovanni@analisibioenergetica.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.