Quel momento in cui, in pratica,
stai passeggiando nudo in strada,
hai esposto troppo il tuo cuore,
la tua mente e quello che hai dentro,
ti sei mostrato troppo…
Ecco, è quello il momento in cui forse
hai cominciato a fare le cose nel modo giusto.
Neil Gaiman
Quale fine ultimo può esserci in una terapia?
Se non quello di vedersi davvero per come si è nel profondo?
Al contrario, se non ci conosciamo per come siamo realmente, cerchiamo di risolvere problemi non autentici o non profondi…
…o che non vogliamo risolvere, poiché di quel problema ne abbiamo un disperato bisogno.
Il risultato, in ogni caso, è lo stesso:
se il problema sembra inossidabile ai nostri tentativi di soluzione,
allora vuol dire che il punto non è quello e non è fuori,
ma va compreso all’interno delle nostre immagini interiori.
Ciò accade per quello che abbiamo constatato essere uno dei cardini del nostro malessere:
4. Problema dell’Attribuzione:
I Problemi Sono Dentro, Non Fuori.
Attribuire e risolvere all’esterno le apparenti difficoltà non serve a niente e non riesce mai, mentre assumere un punto di vista interiore più vero, le dissolve istantaneamente.
Credere che le difficoltà siano solo esterne e univoche e lineari, non serve a niente…
…e tentare il risolverle per ciò che sembrano non riesce mai…
…mentre cambiare punto di vista le dissolve istantaneamente.
Se non riesco a smettere di fumare, o a bloccare relazioni deleterie, a non mangiare compulsivamente o a interrompere comportamenti assurdi, allora come abbiamo già visto, solo l’ennesimo paradosso ci può aiutare:
4. Paradosso della Visione Radicata
Cercare di risolvere i problemi, li rafforza. Vedere i problemi diversamente, li dissolve.
Non posso mai cambiare l’esterno: se cerco di farlo, in realtà rinforzo i miei problemi.
Posso solo cambiare la mia impostazione nel vedere i problemi per quelli che sono realmente.
Se lo faccio, le difficoltà e i tentennamenti… letteralmente, si dissolvono.
La Prima Immagine di sé e del mondo, infatti, di solito è caratteriale, e noi tendiamo a ripeterla e a difenderla ad ogni costo.
E’ stupefacente il nostro modo testardo di essere alle prese sempre con le stesse dinamiche.
Ma noi NON siamo le nostre istanze caratteriali.
Questa è la novità. Informazione che non viene mai e poi mai divulgata, insegnata, sviluppata e appresa.
Possiamo ascoltare, comprendere e accogliere le nostre prime esigenze
ma senza più agire i vecchi schemi irrisolti.
Infatti:
La Legge della Visione Radicata ci dice:
Resta Solo Ciò che Trascende.
Vale a dire che ci vuole
un’immagine di noi stessi e del mondo che ha da essere così
potente, radicata, motivante…
(per i bambini lo è sempre, ogni giorno)…
…in modo che i problemi letteralmente vengano travolti
da questa nuova visione di sé e degli altri,
molto più vera, realistica, realizzabile e soprattutto naturale.
La nostra vita meritevole può seguire solo immagini naturali, assennate e non nevrotiche e imposte.
Per questo curare le immagini interiori è uno dei 5 cardini della pratica nel Benessere.
Per questo parliamo di scelta di benessere, e poi di militanza.
Perché è una scelta.
E poi un allenamento quotidiano e continuo.
Ma spalanca, fin dal primo giorno, universi di soddisfazione, intensità e leggerezza che stiamo anelando da decenni senza permetterceli mai.
In sostanza, NON è all’esterno che risolveremo i nostri problemi, amici miei.
Mai.
Perché ci abbiamo già provato e ri-provato e ri-ri-provato.
E ci siamo già massacrati su soluzioni che non avevano né capo né coda.
Solo se cambiamo le nostre immagini interiori e vediamo le situazioni
in modo svelato e profondamente diverso, naturale e radicato nel reale e nel possibile,
allora trascendiamo di nuovo tutto al di là dell’ostacolo senza nemmeno rendercene conto.
Esatto: i problemi della nostra vita sono -per la totalità dei casi- nella nostra aspettativa irrealistica e nell’immagine sballata di noi stessi.
Ad esempio, in una sola seduta di Terapia di Gruppo Bioenergetica, sono venute fuori le seguenti immagini assolutamente arbitrarie e fuorvianti rispetto alle verità sottostanti:
A. – “Tenderò sempre a vedere solo la fatica e quindi la rabbia per la fatica cui mi sento costretta:
“io ci sono per tutti, nessuno c’è per me”. E una difficoltà enorme a raggiungere tutti gli obiettivi della mia vita …di “mamma che lavora”.
La verità di cui invece mi rendo conto, è che il mio provare fatica e rabbia mi fa raggiungere invece appieno il mio reale obiettivo: NON provare mai piacere.
Che è la condizione che continua a ripetersi, alimentando fatica e rabbia. Alla fine l’obiettivo vero lo raggiungo sì… non godo mai, non alleggerisco mai, non mi diverto mai. Così mi dimostro che solo nella fatica e nella rabbia posso stare”.
Da Condanna alla Fatica Rabbiosa
a
Conta solo la Leggerezza e il Lasciare Andare
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Tenderò Sempre a Vedere la Fatica ed Altre Amenità che Continuano ad Ossessionarci
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