Il Resto è Già Qui

Chi guarda l’esterno, sogna.
Chi guarda all’interno si sveglia.

Carl Gustav Jung

 

 

Marcella piange davanti a me, disperata, raccontando quanto il suo lavoro d’ufficio sia frustrante.

“Ma poi -conclude tra le lacrime- arriva il venerdì sera e io vado a ballare…

..e rifiorisco”.

 

Ma vogliamo rifiorire ogni settimana, solo per una sera?

Oggi, lei ha imparato a coltivare questo stesso stato d’animo del ballo ogni santo mattino, a portarlo in ufficio, a vedere la propria immagine di sé che balla.

Il suo corpo è rinvigorito ed entusiasta.

E tutto è rifiorito nella sua vita.

Chi sta bene, sta bene nel corpo.
Il corpo conosce solo piacere o dolore.

Il piacere è collegato solo a sensazioni di espansione, vitalità e calore nel corpo.
Non basta quindi ripeterlo. Occorre dedicargli tempo e immaginazione interna.

E non basta muovere il corpo.

La chiave di volta è approfondire le emozioni legate al corpo.

Scrive Luciano Marchino:

Avere grounding, nell’accezione loweniana, significa essere in contatto con il proprio corpo e con le proprie emozioni, quindi con le verità della propria esistenza. Perché ciò avvenga, è necessario sciogliere i muscoli contratti: dove c’è contrazione, infatti, non c’è sensazione, e dove non c’è sensazione non c’è emozione. E se non si sentono le proprie emozioni, non si sa chi si è.

Luciano Marchino, Il Corpo Non Mente, Frassinelli Editore, pag. 4.

 

Occorre tornare ad indirizzare le sensazioni e chiederci:

  • dove le sentiamo
  • che cosa si apre e che cosa si chiude
  • e in quali situazioni ci apriamo
  • e dove invece ci chiudiamo inesorabilmente.

Solo praticando questa attitudine, dedicandosi ad un pratica, dalla Bioenergetica allo Yoga, dal ballo a qualsiasi altra disciplina ci coinvolga:

sentiamo che qualcosa di più saldo, esteso e potente si sviluppa nella nostra vita.

E dopo aver accettato che questa -e non altra- è la nostra realtà…
E aver tolto l’inafferrabile dai nostri obiettivi…

Allora sì che siamo pronti per comprendere appieno:

… come vivere più semplicemente qui ed ora
… quale azione ci motiva ogni giorno, tanto da smuoverci dentro un piacere tale che chiameremo finalmente: il nostro Scopo Primario in questa vita.

 

Il punto è che vivi soltanto quando ti sintonizzi attraverso il corpo.

Ogni momento toccante, che ricorderemo, si scatena quando rimettiamo il più possibile ogni funzione nell’alveo della natura.

La testa non può che arrivare per terza, dopo corpo ed emozioni.

Soprattutto oggi, che la nostra vita è sempre più virtuale e le infinite possibilità fanno leva proprio sulla testa, sul nostro ego e NON su effettivi bisogni e sinceri desideri.

Vuoi cercare il tuo centro? Lo senti solo nel corpo. Il corpo univoca tutte le emozioni.

C’è qualcosa oggi che gli esseri umani cercano di più della sicurezza di sé e dell’intensità?

Ancora Marchino fa un esempio che spiega bene un caso molto frequente della “via del corpo”, durante le sessioni di esercizi:

Quando, in una classe di esercizi o nel corso di una seduta di terapia, ad esempio, sciogliamo una zona contratta del corpo, l’organizzazione cristallizzata delle nostre difese psico-neuro-muscolari cede il “compito difensivo” ad una modalità (o zona corporea) più avanzata o limitrofa. E questa è una garanzia. Per esempio: talvolta, quando sciogliamo il collo, cediamo la difesa al diaframma. Allora il diaframma si stringe, sentiamo qualcosa nella zona dello stomaco che preme dal basso per salire, la respirazione diventa molto conflittuale e avvertiamo un senso di nausea. Il significato che diamo ai messaggi corporei determina poi il nostro comportamento: in questo caso, se interpretiarno il senso di malessere come un segnale negativo, scegliamo di interrompere l’esercizio, se invece pensiamo: “Il collo ha ceduto, ora è il diaframma che devo rilassare”, proseguiremo nell’esercizio. Di solito, il malessere (che può assumere connotazioni come “sto per svenire”, “ho nausea”, “mi viene da vomitare”, “mi sembra di impazzire”) significa che stiamo facendo qualcosa di buono: stiamo muovendo un passo in una direzione nuova e quindi ignota.

Per rinunciare a una difesa alcune persone hanno bisogno di collassare, cioè arrivare al punto di non farcela più a reggere la difesa, perché è diventata un costo energetico troppo alto. Per alcuni tipi caratteriali, uno stato di estrema spossatezza è quindi spesso l’unico modo per uscire dalla trappola, l’inizio di una liberazione e la fine di un conflitto antico di cui sentono finalmente tutto il peso.

Luciano Marchino, Il Corpo Non Mente, Frassinelli Editore, pag. 20-21.

 

Marcella mi dice: hai ragione tu. Ci ho pensato tanto e hai ragione tu.
E’ inutile: ci sono solo due modi di vivere. Vivere Sul Corpo. Usare e consumare la vita. Vivere Nel Corpo. Dedicarsi a percepire sensazioni ed emozioni.

Prova allora a mutare solo il modo di fare qualsiasi cosa -le rispondo io.
E rendilo solo ogni giorno un po’ più corporeo, concreto, sentito e naturale.

Il resto? Il resto è già qui.

 

 

 

 

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