(Questo articolo è la continuazione di 7 Diritti Negati e 7 Ricadute nella Ferita Caratteriale).
Ora, hai avuto la sensazione, leggendo di avercele tutte, non è così?
Niente paura, è normale, sono archetipi che in ogni vita possono emergere almeno una volta.
Anzi, senza saperlo e quindi senza affrontarli, non puoi vivere, letteralmente.
Anzi, accade che sulla strada della vita, noi guidiamo senza sapere il codice della strada.
La Trasformazione del Carattere ci dice allora per fortuna che cosa sapere e cosa non fare più di assurdo; assurdo che invece continua ad essere parte del comportamento di tutti, chi più chi meno.
Tuttavia, agli occhi di un esperto, saltano subito agli occhi le reali ferite di una persona che ci parla di sé.
E così tu cliente in terapia puoi vederle per quello che sono e ricostruirle nel loro sviluppo, nelle fasi e in ciò che è successo realmente nella tua infanzia.
Fino a che puoi ritornarci in seduta, accompagnato e poi da solo, per vedere con curiosità e interesse profondo come sei davvero tu come persona e che cosa ti hanno lasciato tali dinamiche, perché le nostre risorse vengono da lì. Questo è il bello.
E tale atteggiamento sanato e positivo sancisce la Ripartenza dalla Ferita, con coinvolgimento e umore concretamente migliori.
Vedi chiaramente, nella ripartenza, che lo stesso evento che hai considerato oggettivo, e che ha segnato la ricaduta per l’ennesima volta, è in verità un momento di riorganizzazione semplicissimo, in cui cerchiamo molto più di prima di star bene e di alimentare le nostre emozioni, il più possibile positive.
Ma è molto corretto e nella natura delle cose che all’inizio non lo sappiamo mantenere. E va da sé che ci sentiamo allora abili e poi di colpo non più; e così, ci sentiamo vecchi, nuovi, poi ancora vecchi, poi nuovi, entusiasti e un attimo dopo di nuovo timorosi e così via. Soprattutto all’inizio del cammino.
Quando però realizzi che non puoi chiedere la luna a questo tuo nuovo e vero sé, e che devi avere pazienza, procedendo con il trial and error, ti accorgi dell’enorme cambiamento di sguardo. Il tuo punto di vista resta nel cammino della Ripartenza dalla Ferita, entusiasta, un po’ rammaricato, certo, da quella vecchia paura che ha fatto capolino, ma questa è una sana tristezza, necessaria in tutti i momenti di maturità.
E tu ora ti vedi dal punto di vista più vero e concreto e reale delle tue risorse, dei tuoi profondi entusiasmi e degli interessi, diritti acquisiti e passioni che stai sviluppando di nuovo, dopo tanti anni ad arrancare.
E di colpo capisci: la ricaduta è lo stesso stop della ripartenza, ma visto dalla ferita, con l’abbattimento del ‘va beh, ma allora è tutto inutile’; del ‘vedi che ti eri illuso per l’ennesima volta di uscire per sempre dalle tue paure e impossibilità, rabbie e tristezze, ma invece sempre al fondo del fondo del fondo sei destinato a stare?’.
Ed è in quel ‘uscire per sempre’ il problema.
Perché nella ripartenza scopri che non ne vuoi uscire mai più, perché come si fa ad uscire dai propri ricordi e dalla propria storia? Anzi, ti interessa moltissimo come ancora ti traumatizzi da solo o ti fai traumatizzare dalle cose che succedono.
L’unica cosa importante è avere sempre più consapevolezza mentre ci godiamo tanto di più il cammino. Il resto non ha alcuna importanza, soprattutto se ci sono soltanto dei semplici stop ogni tanto.
Anzi, li aspetti gli stop, come segnali e allenamenti necessari. Ti apri a qualsiasi ritorno di fiamma di umori antichi e questa volta li affronti con decisione, pieno di mezzi anche tu e con pari grado e valore di quelle voci interiori che da sempre vogliono rimetterti nel tuo cantuccio ferito. La paura di qualcosa, ad esempio, torna ad essere quello che è per natura: qualcosa da affrontare se sento che mi fa paura. La paura-segnale. E non è più la paura-dramma paralizzante.
E in quel punto capisci che ripartire dalla ferita, come in un rimbalzo dato dalla consapevolezza, vuol dire non rientrarci più nella ferita, entrandoci proprio paradossalmente di più, ma solo in visita, senza più trauma, viceversa ogni giorno con spirito curioso, divertito, sdrammatizzato, perché ora è il godimento della vita, il refrein necessario alle tue giornate.
La senti, certo, la ferita, ma in modo molto diverso, come un difetto necessario da cui non farsi influenzare, e non compi più le idiozie che compivi prima. E cogli di questi stati d’animo il bello e il prezioso che la ferita ti ha dato.
La mia ferita, ad esempio, mi ha dato il dono più grande della mia vita, la sensibilità. Dovevo sentire e diventare attento a cosa succedeva a chi era intorno a me, perché le atmosfere nella mia casa erano imprevedibili, e la violenza poteva esplodere in ogni istante.
Mentre io ero solo convinto di essere -per nascita e costituzione- il più pauroso del reame.
A quel punto, la sono andata a visitare il più possibile in terapia, la mia ferita, per nutrirmi dei doni che mi ha dato (ripartenza) e non ri-bagnarmi nei blocchi, come fossero oggi (ricaduta).
Per questo è prezioso il concetto di ripartenza. E’ il segreto della ripartenza:
Il Circolo Virtuoso della Ripartenza
‘Certo, capisco, ma da dove ripartiamo?’- chiedo ai miei clienti oggi.
‘Innanzitutto: vuoi ripartire o tornare di nuovo nel pantano?’.
E così, prendiamo che la sensazione della ferita in uno dei possibili casi sia che il nostro capo ci abbia rimproverati perché il nostro lavoro non era abbastanza buono. E ciò ci abbia fatto sprofondare nella sensazione di totale umiliazione, di non valere niente, di essere stati scoperti nella nostra paura di essere un bluff.
Io allora ho due strade: ricaduta o ripartenza.
Circolo Virtuoso della Ripartenza dalla Ferita
Ad ogni Ripartenza:
1. Umore Alto 2. Slancio
3. Iniziativa 4. Trasporto
1. Non perdo l’umore e la motivazione a partecipare sempre in profondità alla mia esistenza
2. Ma anzi ne traggo ancora più slancio, vista l’occasione di imparare qualcosa ancora sui miei meccanismi
3. Tali consapevolezze mi fanno percepire una motivazione vera e propria, autentica e reale, verso nuove iniziative
4. Provo allora da tutto questo processo un impulso creativo, e sono finalmente in una sensazione di trasporto continuo.
(Tutte sensazioni che sento sinergiche, che si rafforzano l’un l’altra, tenendomi motivato, ottimista, partecipe).
Rutto ciò è opposto, ricordiamolo, al:
Circolo Vizioso della Ricaduta nella Ferita
Ad ogni ricaduta:
Ad ogni Ricaduta:
1. Abbattimento 2. Tornare Indietro
3. Inutilità 4. Nessuna via d’uscita
1 Ritrovo di colpo situazioni sempre uguali di profondo abbattimento
2. Provo allora di nuovo la sensazione di impedimento, di essere ricacciato indietro
3. Vivo la condanna a che sia stato tutto inutile
4. Sento per l’ennesima volta la disperazione che allora che non ci sia via d’uscita.
(Tutte sensazioni dalle quali poi dovrò uscire, scuotendomi, tirandomi fuori in qualsiasi modo, perché sento che se le seguo, e cerco di risolverle chissà come, come ho fatto per anni, poi non mi portano a niente, se non ad abbattermi sempre di più).
E dopo due o tre volte che nel pantano ci è tornato eccome, pur avvertito delle ripartenze e delle ricadute, il cliente mi guarda, lascia andare la ricaduta e sorride.
E questo è il dono più bello.
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