Evoluzione Sostenibile: 15. Importanti Distinguo alla Regola del Quattro

 

Alcune leggende da sfatare sulla nostra vita lavorativa:

sapete da dove viene questa leggenda del posto fisso? Da decenni, da centinaia d’anni di emigrazione, in cui gli italiani si sono dati da fare soprattutto per il loro spirito imprenditoriale.

Quando siamo con il culo per terra, noi tiriamo fuori il meglio di noi ed emergiamo e ci sentiamo vivi, migliori e ottimisti. Per questo ci sono stati gli ultimi decenni con questa sindrome, del “trova un lavoro sicuro”, proprio perché la precarietà era stata davvero eccessiva, prima.

E sapete che la tredicesima è un privilegio esclusivo degli italiani, creato da Mussolini per i militari e poi passato prima ai dipendenti pubblici e poi nei decenni ai contratti privati?

E che solo in Italia le tasse sono trattenute alla fonte, cosicché il lavoratore “dipendente” sia deresponsabilizzato?

 

Ehi, ti do allora una notizia: sei col culo per terra comunque. Questi istituti contrattuali sono finiti ed erano fumo negli occhi. Trovati la tua strada su come vuoi vivere per sempre, non solo per i prossimi giovani anni.

Ecco come La Regola del Quattro, da semplice riflessione ronzante nella testa, è diventata una specie di movimento d’opinione: una rivoluzione sociale per quattro gatti.

Puoi seguirla 1 giorno ogni 2 settimane? 1 giorno al mese? 1 giorno a stagione? Beh, meglio di niente, perché te la godi a pieno e meglio di prima, perché sei più consapevole di ciò che fai. Sembra ovvio, ma… provare per credere.

I distinguo sono:

  • solo se ce lo possiamo permettere. E’ solo tendenziale e può essere smentita.
  • Non è la regola principale: ce n’è un’altra molto più importante: non bisognerebbe mai avere la sensazione di lavorare, e quindi se senti che non ti pesa lavorare, fallo ad libitum, come succede per me nei weekend di lavoro, dove appunto sto in un’atmosfera di flusso emotivo e di intimità indefinita per giorni. E io lavoro per un paio di weekend al mese.
  • In queste pagine ci sono tanti articoli in cui tratto della sensazione di non lavorare; di profondità e di leggerezza, contrapposti a pesantezza e superficialità.
  • Quindi come vedete, la regola del quattro non è affatto una legge da rispettare per sempre, anche perché, diciamoci la verità, chi se lo può permettere economicamente?

Ma è il premiarsi con un giorno libero o solo qualche ora a noi dedicata la cosa importante, che prima non ci concedevamo mai.
E conosco schiere intere di persone che non se lo concedono, semplicemente.

E non riguarda solo i liberi professionisti, anzi… perché è un’accortezza, è un uso oculato dei permessi e delle ferie, del tempo a disposizione, del dosare le proprie forze e del premiarsi che risultano preziosi proprio negli ambienti più controllati e misurati.

Alcune settimane fa, sono stato ospite per lavoro in diverse città italiane. E ne ho approfittato per alternare giorni di lavoro entusiasmante a giorni di ferie.

Ad esempio, sono andato un Martedì pomeriggio al Museo di Villa Borghese ed ho chiesto una visita guidata. Eravamo 3 persone + la guida, il museo era deserto. Ci muovevamo nelle sale con un’intensità e una velocità, come fosse casa nostra. Nei due momenti in cui eravamo davanti ad Apollo e Dafne e nella sala dei Caravaggio, eravamo da soli… La guida era eccezionale, ci ha raccontato i retroscena delle opere, le vite di papi e artisti, in un crescendo che è durato due ore. Le due ore più intense degli ultimi mesi.

Eccolo, il segreto: è l’intensità, che altro se no? E sapete l’ultima volta che ero stato nello stesso museo? Quando, 13 anni prima, ci ero andato insieme ai partecipati ad un corso da me tenuto- chiedendo il permesso all’azienda di finire prima, alle 16 e 30, e a spese degli stessi dipendenti, felicissimi di potersi permettere una gioia così grande.

Quindi il tema è: se io mi sento schiavo e mi sottopongo a qualcosa che non sopporto e di cui mi posso lamentare perennemente, allora mi disinteresso e vivo in riserva, semplicemente, per decenni con il pilota automatico.

La Regola del Quattro serve così a non perdere i riferimenti.

Ci ingiunge di chiederci, cosa ci faccio di questa mezza giornata di permesso, di queste ore accumulate?

Sapete quanti hanno il “monte ore recuperi” inutilizzato e non sanno capitalizzarlo per nulla se non per compensare i ritardi? Perciò è utile trovare qualsiasi stimolo che ci faccia uscire da un’esistenza fatta di ritardi da compensare.

Insomma, nella nostra quotidianità accidentata è uno dei tanti regolatori a cui io personalmente mi attacco e di cui scrivo, come per altri spunti, anche se miseri, piccoli e teneri.

Perché noi questo siamo: miseri e teneri, umili e consapevoli, ma non morti o “spaccati in due” come ci consideriamo.

E poi prepara al futuro, che è una lunga e profonda nebulosa: chi conosce il mondo del lavoro lo sa: dove sono gli anziani nelle aziende? Perché non si vedono mai? E come faremo con i 72enni al lavoro? Nei Call Center?! E chi risolverà questo problema se non noi personalmente, ciascuno per proprio conto?

Allora elaborate una regola tendenziale. Che sia una, magari non questa, ma che sia vostra, personale, presente.

Compresa la sostanza? Oggi noi siamo diventati americani in un attimo dal punto di vista previdenziale ma soprattutto esistenziale, senza avere la loro cultura previdente e autonoma, basata sull’IO, sull’orgoglio e sul self made man fin da quando hanno 18 anni. Siamo viceversa ancora, tutti noi italiani -e lo saremo per tanti decenni- azzeccati (nel senso di zecca al collo) ai gruppi, alle istituzioni, e alle famiglie che ci dovrebbero risolvere i problemi. Peccato che questi istituti non esistano più già da tempo e non ritorneranno.

Quindi cosa vogliamo fare? Restare impotenti, fatalisti, idealisti e lamentarci? O attrezzarci a livello individuale, una volta per tutte?

Tanto comunque funziona così, ci arrangiamo in ogni caso.

Soprattutto perché noi siamo maestri nell’arrangiarci col culo per terra, come abbiamo ricordato poco sopra.Basta solo accettare incondizionatamente che il culo lo abbiamo abbondantemente a terra.

 

Insomma, qualcosa ciascuno di noi occorre che si inventi, per passare il resto della propria vita nella progressione e non più nel pantano.

Io intanto, se posso e quando posso, seguo la Regola del Quattro. Per adesso due volte al mese, tra 5 anni due volte a settimana, tra 10 anni, chissà?

 

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