Imprimere la giornata è la prima e l’ultima spiaggia.
Lo impari con la bioenergetica.
Cioè, lo sai, mica non lo sai.
Poi te lo ripeti per anni.
Ma lo senti, quando lo senti dentro, solo se lo assumi come prassi e pratica quotidiana.
E’ la principale diga per evitare le derive.
E’ una decisione consapevole.
Da una cosa che sai diventa una cosa che fai. Prima di ogni altra.
Qualsiasi sia il livello di sonno di stamattina e di paturnie del periodo, la sola e unica cosa che ho da fare è imprimere la giornata di tutta la mia energia, quale che sia al momento, mantenendo la direzione che ho deciso, smettendola di titubare e di girare in giro, di staccare e riattaccare la spina, di complicare ed elucubrare. Magari facendo proprio quella cosa che rimando, proprio oggi che mi sento una chiavica, proprio in questa mattinata in cui mi sento meno lucido.
Non si transige, mi sono detto una mattina. Solo andare verso un punto preciso che mi piace il più possibile, conta davvero. Che desidero. Che illumini la mia vita. Che sia una cosa piccola-piccola come un libro da leggere (piccola, un libro?) oppure un progetto di creare qualcosa dal nulla con un respiro immenso, comunque ho necessità vitale di appoggiarmi ad una sponda concreta in ogni momento, in modo corporeo, cellulare, che mi dia lo slancio per la mia soddisfazione. Quindi semplice.
Qual è la cosa più semplice e immediata che posso fare per stare nel solco?
Attaccarmi a qualcosa.
Questo ho da rispondermi.
Fare le cose quindi viene prima o dopo. Prima di chiederci qualsiasi cosa e come costrizione. Abituati solo al dovere. E non va bene.
Oppure dopo aver deciso che ogni mattina partiamo con l’accensione emotiva. E va benissimo.
Quindi amici miei, ci sono momenti, come quello nel quale si arriva in terapia, per esempio, o quelli in cui ne senti enormemente il bisogno e non ci vai mai (…), dove la primissima cosa da fare è mettere un freno alla deriva. E per farlo non puoi frenare, fermarti, toglierti dalle relazioni e lasciarti andare alla crisi. Perché vai incontro a bugie colossali a cui dai credito semplicemente perché ti lasci travolgere. Che poi ti bloccano completamente. Mentre hai da mantenere un contatto sempre aperto con una rete di stimoli corporei, emotivi, relazionali e di pensiero e attenzione, una rete appunto che ti sostenga e mantenga la tua orma su ciò che stai creando giorno dopo giorno.
Eccolo il benessere in divenire.
E’ nella direzione opposta del malessere in derivare.
Ecco cosa vuol dire imprimere la giornata.
Le prime confessioni al terapeuta sono di solito così cariche di dramma e di pensieri ancora mai espressi e così confusi, che occorre semplificarli, catalogarli, e dire: questo attiene a X e quest’altro all’altra categoria. Tranquillo. Tutto ha una spiegazione. Adesso te la fornisco bella impacchettata. Ma dopo, con le idee più chiare e tutte le cause a posto, almeno le più immediate, tu fatti il piacere di non svaccare, di non lasciarti andare così clamorosamente.
Dì a te stesso:
Non ti crederò mai più! Soprattutto se dici ‘ste cose terribili sul nostro conto.
Imprimiamo invece un’accelerazione opposta, per favore, riprendendo il senso e la direzione di costruire sempre qualcosa e non smettere mai.
Per esempio: hai scoperto che questa idea del dimetterti e del mandare tutti al diavolo, è una fuga, non ti porta a niente e ti toglie energia ed è molto pericolosa? Sì? È così? E’ assodato? Ok, allora smetti di cullarla ed esci dall’altalena. Dai momenti on e off. Per sempre. E’ come se facessi tuo lo stato d’animo di qualcuno che dice basta a un vizio: da oggi mi comporto come se non avessi mai fumato o mai bevuto, ho solo pensato per un periodo ad una baggianata chiamata fuga da tutto, poi però mi sono convinto e non l’ho più pensata, per sempre. Basta. Fine.
Non indugiarci più. Proprio come se non avessi mai avuto quel vizio, che è il solo e unico e vero segreto per smettere qualsiasi pessima abitudine, come diceva Allen Carr nel suo E’ facile Smettere di Fumare. Da adesso.
E come si fa? Si imprime un’energia, qualsiasi essa sia, senza nemmeno avere le forze magari per respirare. Ma tuffandosi dentro le cose da fare nella direzione di star bene. E non dismetterle mai. Trovandone sempre di nuove (!). Non fermando mai la macchina. Eccola la bioenergetica, le classi, gli esercizi a casa, le terapie, che tornano fuori.
Ma attenzione, non è mai più fatica. Non è la solita sensazione. E’ una scoperta nuova. È Piacere, Coinvolgimento e Significato. Le tre componenti della felicità secondo la Positive Psychology. Pleasure, Engagement, Meaning. E si allenano. Mandare avanti la macchina con la volontà è il problema. Seguire il guizzo, l’emozione di una maniera diversa, di una passione qualsiasi che ci faccia “non vedere l’ora” è la soluzione. Sempre.
Lo abbiamo visto nel whirling, il primo tibetano praticato tutte le mattine, interpretato al terzo livello dell’essere. Praticalo allora, e in capo a poche settimane scoprirai il senso profondo dell’imprimere la tua vita intera.
Quindi è il modo di. Non è solo la passione per la pesca o per la natura o per chissà che. E’ lo spunto nel fare qualsiasi cosa. Volto a sentirmi emotivo e coinvolto, partecipe e proattivo in ogni piccola impresa.
E mai solo impaurito e titubante e bloccato e in perenne crisi. E’ come costringersi in modo sano a navigare a vela dalla prua e sentire gli spruzzi vitali del mare invece che dalla poppa di una nave da crociera, senza alcun ardore e sentendoci portati da altri e chissà dove.
La storia della mia mia spalla dopo una caduta è emblematica. Con l’ennesimo lockdown, non ho più fatto fisioterapia per 2 mesi e lei si è semplicemente disabituata a muoversi. E ora rimetterla in moto è davvero molto più difficile di prima. Che peccato, mi dico ogni mattina. Mai più.
E’ la natura che funziona così. Mentre io cullavo l’illusione di tornare a muovermi “un giorno” come e quando volevo.
Ecco, l’entusiasmo si atrofizza come un muscolo. L’entusiasmo è un muscolo. Lo dico sempre. E i circoli viziosi ci mettono un attimo a farci ritrovare senza più sapere come star bene, sereni, attivi ed energici. E diventa, lo star bene, un pallido ricordo, in una settimana.
Dai che vi è capitato. Di smarrire la via in pochi giorni. E di chiedervi come ci siete arrivati. Quale filo avete smarrito e come avete fatto a perdervi in un bicchiere d’acqua. Così avete fatto.
Quindi ve lo dico, non aspettate di venire in terapia (tanto non ci venite): Certi dubbi assurdi e certe debolezze e derive drammaticissime, bloccatele per definizione. Certe insicurezze, bilanci disastrosi e crolli totali, semplicemente aboliteli, non sono veri, né credibili, né autentici. Basta. Non ti credo. Esci da questo corpo. E se avessi ragione?! E perché allora, se hai ragione, mi parli con la voce e i toni e i discorsi di mia madre o mio padre o dell’atmosfera che da sempre mi rompe così tanto le scatole e mi critica e mi rovina la vita?! Vedi?
E’ sempre la stessa canzone che ci boicotta l’esistenza.
Vai alla continuazione del presente articolo: Che fare Quando Non si riesce ad Imprimere la Giornata?
Oppure al successivo ancora:
Perché Imprimere la Giornata Funziona?
Leggi l’articolo, correlato: E’ Bellissimo! Non Vedo l’Ora!.
Leggi I Tre Livelli d’Esistenza e della pratica del whirling, il primo tibetano.
Approfondisci:
– l’aiuto de l’adulto nel suo dialogo interno, rinnovato o ricreato in terapia.
– La tecnica delle due sedie, che può aiutare enormemente.
Ci sono infine qui decritti decine di passi precisi per non vivere più di paure.