Infine, il Corpo

Non possiamo cambiarci mediante uno sforzo di volontà.
Sarebbe come cercare di sollevarsi da terra tirandosi per le stringhe delle scarpe.
Il cambiamento avviene quando il soggetto è pronto,

disponibile e capace di cambiare. Non può essere forzato.
Comincia
 con l’accettazione di se stessi e con la consapevolezza di sé e,
naturalmente,
 con il desiderio di cambiare. Ma la paura del cambiamento
è grande. La mia paura di morire d’infarto ne è un esempio.
Bisogna imparare la pazienza e la tolleranza, che sono un fenomeno corporeo.
Gradualmente il corpo sviluppa la capacità di tollerare
una vita più ricca di energia, un sentire più intenso e un’espressione di sé più libera e piena.

Alexander Lowen, Bioenergetica, pagg. 100-101.

La pratica corporea vuol dire collegare i vari punti tortuosi del cammino.
Per illuminarli ogni volta con più sicurezza e fiducia.

Ogni volta, ciascuno di noi passa da periodi in cui le emozioni ci sorprendono, trascinano e, non così spesso, illuminano.

E’ il nostro metterci alla prova tutti i giorni, affettivamente e al lavoro, per poi smarrirci e infine riprendere il filo, la strada, il percorso.

Inserire una pratica corporea in questo tumulto, permette di collegare più facilmente i momenti ispiratori, di lucidità, di indirizzo alla nostra vita, in un modo che si addica a noi, ci stia bene addosso e sia pieno di scoperte.

Ci obbliga a fermarci e far luce, quindi evita di venire travolti da una struttura di tempi, rituali, verifiche corporee ed emotive, più importanti se vuoi del lavoro in sé o del rapporto con il nostro partner.

E’ un ritorno all’essenza, un richiamo costante alla profondità, un check up del respiro, della spiritualità del corpo, del “vale la pena vivere solo se ti senti vivere”:

  • Ci si perde molto meno spesso
  • Si sta di più nelle situazioni
  • Si abbassa il livello di ansia, smania e inquietudine
  • Ci si sintonizza di più
  • S’impara a “risuonare”, nel corpo quando ne abbiamo più bisogno
  • A riparare, a lenire, a prendersi cura, a respirare
  • Ma anche a sforzarsi quando è necessario
  • A capire che è necessario schiodare le pigrizie e le paure
  • A disarcionare i pensieri d’inadeguatezza ricorrenti.

E’ vivere più intensamente.

E’ vivere più secondo natura.

  • Ci sentiamo più parte
  • Percepiamo noi stessi e il gruppo passare ad un altro livello
  • Proviamo più vicinanza col prossimo
  • Più solidarietà, più tenerezza e accondiscendenza
  • Meno orgoglio e lotte banali
  • Più sensazione di seguire tutti lo stesso fluido vitale
  • Più anime simili nella corrente

E alla fine, guardarsi come se gli sguardi si toccassero letteralmente e così comprendere. Di com-prendere, prendere insieme, tutti insieme, di comprendersi.

E non ci sembra vero che fino a poche settimane prima ci sentivamo drogati di inconsapevolezza e adolescenza.

Ah, allora non era un complotto del grande fratello!
Era più comodo ingannarsi. Era non sapere come fare. Tutto qui.

Pertanto, come riconoscere i segnali di necessità di una pratica corporea?

Questo è uno schema possibile di domande da porsi.

Conoscete qualcuno che vive in uno o più di questi modi, che ha questi sintomi?

  • Non riuscire a chiedersi, non saper riflettere e non saper spiegare in che direzione stiamo andando
  • Non conoscere, non esplorare, non sentire l’esigenza di quali sono i propri punti di riferimento: valori, preferenze, capacità di incidere nella realtà; propri e non subiti passivamente
  • Perché vivo? Al di là della lotta quotidiana, con quale scopo primario? Me lo sono chiesto? Cerco una risposta, se non ogni giorno, almeno ogni tanto?
  • Che cosa ho messo in discussione di me e di ciò che ho trovato nella mia famiglia e che cosa mi sono riproposto di essere e di fare?
  • Quali pessime abitudini per me continuo da una vita a mantenere, sopportare, alimentare, cercare invano di abbandonare?

Non importa il livello e il punto d’arrivo. E’ importante porsi da adulto questi elementi fondamentali.

Quando tu smetterai di voler riempire la tua coppa di felicità ed inizierai a riempire quella degli altri, scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena.

Paramahansa Yogananda

La domanda a cui il corpo aiuta a rispondere è sempre, ogni giorno, una sola:

ma come faccio concretamente, sant’Iddio!?

Ecco il senso di queste note e il mio obiettivo primario: dare spunti concreti, sostegno, idee, schemi su come fare.

La verità è una sola:

se non mi avventuro mai
al di là del promontorio protetto,

un vento diverso non lo prenderò mai…

 

 

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