Ogni azione genera una forza energetica
che ritorna a noi con la medesima intensità…
quel che si semina, si raccoglie.
E quando scegliamo di compiere azioni
che portino felicità e successo agli altri,
anche i frutti del nostro karma sono felicità e successo.
Deepak Chopra
L’affermazione in sé, della legge di causa-effetto, dice semplicemente che a ogni causa corrisponde un effetto. Corrispondente, in misura esatta, di ritorno.
E tutto sta quindi a essere consapevoli, a ripetizione e per tutta la vita sempre di più, di ciò che realmente stiamo facendo per capire che cosa stiamo mettendo in moto, per poi riconoscerne gli effetti sulla nostra vita.
Percepite leggendo l’effetto della ruota del tempo e delle conseguenze?
Se sì, questa è la legge delle cause e degli effetti.
Si badi bene, noi non facciamo altro.
Pensiamo ogni giorno a: che cosa ha determinato questi risultati? Oppure, viceversa: che cosa posso fare di risolutivo, per raggiungere proprio quell’obiettivo?
Per questo, la Legge delle cause che determinino certi effetti muove il mondo, la vita energetica, le cose, il denaro, la spiritualità, insomma, tutto l’universo. Non male come principio da considerare, non è così?
Il Karma, dal sanscrito Karman, è il termine usato nei Veda che indica il generico ‘agire’, traducibile per noi occidentali in ‘azione’, per raggiungere un fine, secondo il principio di causa-effetto.
Va da sé allora che nel nostro linguaggio Karma è sinonimo di causa-effetto.
E’ la legge naturale secondo la quale questo agire ci coinvolge e ci vincola alle conseguenze materiali, energetiche e morali che ne derivano, e quindi al Samsara, il ciclo delle rinascite, come dicono sempre i Veda indiani.
Per questo, il karma nei secoli ha assunto il carattere di qualcosa di karmatico legato alle vite precedenti che si ripresenta fino a che non lo capiamo, accettiamo e infine lasciamo andare, permettendoci di attrarre situazioni di livello superiore alla vita di soddisfazione a cui siamo tutti destinati.
Per lo stesso motivo, scherzando, quando accadono situazioni ripetitive all’inverosimile, ci diciamo: ma io chissà cosa devo aver fatto in qualche vita precedente, per dover oggi affrontare tutte queste disgrazie!
Ma senza andare a scomodare concetti non grati a tutti come le vite precedenti, ci si può concentrare su ciò che ci accade ogni giorno, come lo spirito occidentale e tutte le terapie considerano.
E sempre per tali questioni spirituali e orientali, infatti, una moltitudine di noi rifiuta questo concetto della causa che ha determinato quell’effetto, re-legandolo a fenomeni esoterici, non scientifici, non degni di attenzione per un atteggiamento occidentale, laico e razionale. Ma è la razionalità che ci ammazza. Soprattutto oggi.
Ed è una mancata occasione della nostra cultura che continua a ripetersi nelle ultime centinaia d’anni.
Deepak Chopra ci ricorda a tale proposito due aspetti fondamentali della legge del Karma o di Causa-Effetto.
Il primo è che la consapevolezza è basilare per appropriarsi e rispettare le cause e gli effetti, poiché noi scegliamo sempre di reagire in qualche modo a ciò che ci capita. Mentre tendiamo ad automatizzare le nostre reazioni in modo pigro e ripetitivo. Tale tendenza non porta al benessere mentre essere consapevoli sì, perché ci impadroniamo della nostra chiarezza nello scegliere. E ciò non ha niente di religioso o spirituale, bensì è molto concreto e decisamente utile. Oltre al fatto, come ricordato sopra, che noi non facciamo altro che ragionare su cause ed effetti.
Quindi oscilliamo tra due poli: l’automatismo e la riflessione e responsabilità su ciò che facciamo. Entrambi ovviamente sono soggetti sempre alla legge di causa-effetto. Ma immaginate: le persone si dividono in due, come diciamo spesso. Chi vive e crede negli automatismi, preferendo non mettere in discussione abitudini e scelte, e chi invece provvede a porsi domande su che cosa sta realmente facendo, dove sta andando rispetto a ciò che desidera, cosa sta attirando in realtà, affinando le sensibilità, le intuizioni e le consapevolezze. Proprio per questo le filosofie indiane ci ricordano che la consapevolezza è la radice della responsabilità.
E tale sempre maggiore coscienza di sé si raggiunge in due modi: la meditazione e il corpo. Soprattutto sul corpo i messaggi di Chopra sono decisamente vicini ai concetti di Lowen e della Bioenergetica. Scrive infatti:
L’universo si avvale di un meccanismo molto interessante che aiuta l’uomo a fare spontaneamente le scelte opportune e che è regolato dalle scelte corporee. Il nostro corpo avverte infatti due tipi di sensazioni: di benessere e di disagio. Al momento di scegliere un’azione cosciente, concentratevi sul vostro corpo e chiedere a esso: cosa succede se effettuo questa scelta? Se avvertite una sensazione di benessere, la scelta è giusta; in caso contrario, è inadeguata.
(…).
Soltanto il cuore conosce la risposta giusta. Molti ritengono che sia sdolcinato e sentimentale, ma si sbagliano. Il cuore è intuitivo, olistico, valuta ogni cosa in funzione del contesto e delle relazioni. Non segue il principio del “o lava o la spacca”. Esso attinge alla fonte cosmica, cioè al campo della potenzialità pura, della conoscenza pura, del potere organizzativo infinito, e considera tutti gli elementi. Nonostante possa talvolta non apparire razionale, possiede una capacità analitica superiore, per accuratezza e precisione, a tutto quello che si colloca entro la sfera del razionale.
Deepak Chopra, Le 7 Leggi Spirituali del Successo; pagg. 29-30. Pickwick Editore.
Se allora la legge della potenzialità pura e la legge del dare sono concetti relativamente nuovi e per iniziati, la legge del Karma o di causa-effetto applicata la corpo e alle emozioni è una delle leggi di cui si è sempre sentito parlare nei millenni scorsi, fino ad illuminare la fisica negli ultimi secoli.
Ma se ci chiediamo nel corpo quale causa ha provocato quale effetto?- ci viene da rispondere immediatamente. Perché il corpo sa perfettamente cosa vuole. Occorre solo imparare a ad ascoltarlo. Il ché equivale ad applicare la legge di causa-effetto al corpo. Questo è affascinante e pieno di sorprese e dona benessere in sé.
Per capirlo, proviamo allora a rinunciare per prima cosa a voler uscire da qualcosa. Da una smania. Da un problema esistenziale. Equivale a scoprire che quel qualcosa è insito, ontologico nella nostra storia e nella nostra famiglia d’origine. Questo si fa, non altro, nelle sessioni di Bioenergetica.
E’ non opporsi più e lasciare finalmente arrivare la vita, l’esistenza e l’intensità.
E un attimo dopo, legge del Karma si rivela per quel che è: è accettazione al buio + consapevolezza alla luce.
Nel prossimo punto vediamo quelli che noi chiamiamo i 3 più 3:
3 atteggiamenti nei confronti del Karma, cioè delle cause-effetti, e i 3 modi per influire su cause ed effetti.
E predisporci così, materialmente, ad evolverci e ad occuparci poi finalmente nel Dharma, che è il nostro scopo nel mondo.
La quale legge del Dharma non a caso è l’ultima delle 7 Leggi universali, che vedremo appunto in seguito, perché regola la nostra definitiva affermazione nel mondo. E non è più possibile sottovalutare, non credete?
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