Allora? Non partecipate ancora ad una pratica di crescita personale?
Da tempo volevo scrivere che le persone si dividono in due: chi lavora su di sé e chi no.
Due persone soltanto, in un’azienda multinazionale dove lavoravo come consulente, erano migliorate negli ultimi anni a detta di tutti, cogliendo affermazioni professionali, economiche, personali…
(“Eccheddiamine! -direte voi- Niente più?” …eppure, è così).
Ed entrambe lavoravano su di sè. Nel senso di counseling, o terapia, corsi professionali o di miglioramento personale quotidiano. Insomma, si notava al volo che avevano capito qualcosa in più su di sé e gli altri, e ci lavoravano sopra, umilmente.
Credete che oggi possiate ancora farne a meno?
In una delle aziende in cui ho collaborato tempo fa, una sola persona, uno dei primi manager dell’azienda, lavora su di sé. Ed è quello più apprezzato oggi, con maggior sviluppo potenziale previsto e che ha avuto più aumenti di carriera e di denaro.
Ancora non vi basta per convincervi?
In due diverse società con cui sto collaborando proprio in questi mesi, in passato NON venivano organizzati corsi di alcun genere. Oggi in ciascuna di esse, tutti i capi si mettono in discussione insieme, in incontri di gruppo in cui cerchiamo di conoscerci di più come singoli e come team e di imparare sempre di più.
E non stiamo parlando solo di managerialità, bensì di aspetti personali, carattere, di punti di forza, e di aspetti da migliorare. Piano piano tutti i capi di queste aziende si stanno avvicinando a qualche lavoro su di sé, anche fuori dal campo professionale in senso stretto.
Ora, perché ciò succede sempre di più ai nostri giorni?
Perché finalmente si sta affermando una grande verità: in passato non si percorreva questa strada perché il tempo per un surplus di impegno era insostenibile.
Oggi invece è sempre più chiaro che non è lo sforzo fine a se stesso a pesarci quanto la condizione psicologica che sottende tutta la nostra vita e stare meglio conviene prima di tutto a noi stessi.
Quindi si può star malissimo uscendo dall’ufficio alle 6 di sera e benissimo dopo un impegno che dura fino alle 9. E soprattutto: stare bene è già lavorare meglio; ed è anche vivere meglio: comunicare di più, gestire le proprie emozioni in modo appropriato, risolvere questioni complesse contando su un auto-sostegno, un braciere di energia sempre acceso.
Impegnarsi su tali aspetti, prima, era inconcepibile. Adesso non è ancora norma, ma lo diventerà.
Volete sapere come?
Al giorno d’oggi, chi sta meglio vive meglio, produce molto, lavroa di meno, quando lavora non ha la sensazione di lavorare, bensì di realizzarsi, e guadagna di più. Questo è il punto di attenzione migliore che possiamo avere.
Ma non basta: il tema vero che oggi alcuni pongono in modo vincente è:
che senso ha la vita professionale senza una crescita per noi stessi? Personale, spirituale, emotiva?
Sarete d’accordo con me che molte più persone se lo chiedono, inventandosi spesso vite e carriere alternative, modi di vivere diversi, più elastici, creativi.
Vi sarete chiesti come mai non si parli d’altro che di cambiare vita e andare a vivere al mare, che è la chiacchiera più praticata dai milanesi, soprattutto al ritorno dalle ferie…
Ora, perché secondo voi se ne continua a parlare ma solo pochi ad oggi hanno il coraggio di agire?
Questo è interessante: perché portare a compimento il sogno di cambiare vita non è abbandonare tutto e trasferirsi, altrimenti tutti lo farebbero.
Esiste infatti una forma di prudenza, un istinto di conservazione, che ci porta a non cambiare casa, lavoro, città, perché sentiamo che –se non ne siamo estremamente sicuri- poi il disagio si riproporrebbe in breve tempo, e ci ritroveremmo punto e a capo. Ciò ovviamente se il cambiamento è solo fuori di noi stessi…
Ne parliamo più nel dettaglio nella parte dedicata all’Emozione Corporea, al punto: “Mollo tutto? per favore, Non Farlo!”, che già dal titolo mostra quanto sia importante non fare scelte avventate. Leggetelo, se per voi questa tentazione di mollare tutto è d’attualità (!).
La scelta rivoluzionaria è –viceversa- portare quel cambiamento, quello spirito che ci fa desiderare di cambiare vita, nella propria quotidianità. Che cosa in realtà mi piacerebbe della nuova vita che sogno? E che cosa, di quello spirito, posso instillare nella mia vita di tutti i giorni, qui ed ora?
Il vero cambiamento è quotidiano, senza fatica e legato al piacere. Giorno dopo giorno. Ed è tutto nelle nostre piccole scelte, che seguono la direzione che sentiamo giusta per noi.
Se invece è un mutamento enorme, legato alla volontà, allo sforzo e al sacrificio di sé pur di raggiungerlo, raccoglierà solo altra fatica e rimandi continui fino alla rinuncia.
Coloro che lo hanno capito vivono meglio, tutto qui. E allora sì che probabilmente potranno magari anche andare a vivere al mare, perché non è più così importante, non è più vitale, ma solo conseguenza, se arriva. E alla fine, vi assicuro, arriva di più.
Il segreto, allora, è che la felicità è il mezzo, non il fine ultimo della nostra esistenza.
E’ un atteggiamento. Un’attitudine che si impara, che si può raggiungere, magari grazie ad un aiuto.
Di tutto questo ne parliamo in molti degli interventi nei fine settimana che proponiamo, ciascuno dedicato ad un tema specifico relativo al benessere e al lavoro di consapevolezza di sé.
Organizziamo queste iniziative al preciso scopo di cambiare le nostre immagini interiori, sfatare pregiudizi su noi stessi e gli altri e continuare ad evolverci: è l’unica chiave che funzioni, questa è la verità, questo è The Secret.
E quali sono le possibilità di evoluzione personale? Vi interessano? Vediamo qualche esempio:
- iscriversi ad una seduta settimanale di: Bioenergetica, Pilates, Yoga, Qi Gong (ecc., ecc.) o ad un’arte marziale
- diventare alla lunga operatori di qualche disciplina di cui sopra: Shiatsu, Watsu, ecc.
- specializzarsi sempre in ambiti diversi del proprio lavoro
- frequentare un corso di sviluppo personale
- frequentare un corso manageriale di volta in volta diverso
- leggere libri di auto-miglioramento, personale o professionale
- partecipare ad un corso di comunicazione di PNL, Analisi Transazionale, Pragmatica della Comunicazione, ecc. ecc.
- iscriversi ad un corso serale, per puro piacere e svago, un hobby conosciuto o nuovo, magari ad un corso comunale: Tiro con l’Arco, Lingue, Balli latino-americani ecc.
- partecipare a conferenze, incontri, avvenimenti interessanti e stimolanti, personalmente e professionalmente.
Ora il segreto vero è che dovreste curare a turno ognuno di questi aspetti, nessuno escluso e con piacere, fino a trovare al vostra -inaspettata- dimensione; ma questo lo scoprirete più avanti; quando ciò sarà diventato facile, naturale e senza sforzo.
Ora concentriamoci sullo scegliere da che cosa partire: ammettiamolo: non facciamo finta che non ci siamo capiti: stiamo perseguendo quella sensazione che vi ha fatto dire Sì! alla lista di cui sopra? Oppure no, ci pensiamo ma non stiamo facendo niente di tutto ciò che è lì riportato e/o non crediamo di poterlo fare o di averne il tempo e le possibilità.
Ma credete, davvero, che chi ha preso questo spirito di uscire dalle proprie zone di sconforto abbia avuto tutto il temo e le possibilità enomiche prima di decidere di buttarsi?
Ciascuno di noi se lo è ricavato lo spazio e il tempo e il denaro con le unghie e con i denti, nelle sere e nei weekend, per anni.
Perché allora dovremmo proprio farlo? Il mio amico Sergio diceva, “lavoro fino alle 8 di sera, mi sto esaurendo, allora alle 9 mi iscrivo ad un corso di tedesco…”.
Io stesso ho cambiato davvero vita, iniziando il lavoro che faccio adesso, in modo alternativo a quello ufficiale, andando nel mio studio dalle 7 alle 10 di sera, per anni e anni.
Perché dovremmo farlo? Perché oggi, se alle 7 tornando a casa ci sentiamo insoddisfatti, abbiamo solo una scelta: sentirci in gabbia e senza alternative, e avvitarci su noi stessi, stagione dopo stagione, oppure decidere di rigenerarci, di reagire, di parlarne, di fare qualcosa subito, oggi! Non “quando avremo più tempo”, perché non lo avremo mai.
Un mio antico Direttore Generale in vacanza dormiva 5 ore a notte. Si scatenava, ma si rigenerava completamente.
Questa è la ragione per cui un weekend coinvolgente ci rimette a nuovo come fosse durato 10 giorni!
La Bioenergetica si occupa proprio di questo meccanismo di carica e scarica universale. Tutte le cellule del corpo, tutti i sistemi naturali, funzionano secondo un ritmo di carica energetica e rigenerazione naturale.
Ritrovare il benessere significa riappropriarsi di questa spontanea tendenza a esprimere e a rigenerare le proprie energie.
Se ad esempio abbiamo un torcicollo, la cura non è semplicemente la distensione, ma l’alternanza tra tensione e distensione, fino a ritrovare l’elasticità perduta.
La pratica settimanale di Bioenergetica serve proprio a questa flessibilità, all’abbandono di tensioni e conflitti inutili e al ritorno ad un’espressività corporea (ed emotiva!) che sia intensa e rigenerante.
Volete provare? Nel mio studio chiunque è ben accetto per un mese di prova gratuita di Bioenergetica.
A me ha cambiato la vita, quindi perché non condividere l’esperienza?
Vai al punto successivo:
Torna a Evoluzione Sostenibile: Riepilogo.