Dire che la Ferita è un dono può suonare difficile da credere. Soprattutto quando si presenta come reale impedimento, caratterizzato da inconsapevolezza, ripetitività, mancanza di speranza.
Tutto cambia tuttavia, quando è sviscerata attraverso un lavoro su di sé e si accompagna a inevitabilità, chiarezza e valorizzazione della propria storia, in una parola: energizzazione della ferita e trasformazione da blocco in risorsa, come del resto già facciamo abbondantemente da soli nella vita, senza saperlo, ma con risultati alterni e non consolidati.
Esempi di Ferite
Angelo: Non posso vivere sereno. Ho sempre lo stesso problema, colossale: devo stare nella testa, pensare, tormentarmi, e fuggire poi per le mie fantasie. (Cerebrale)
Amanda: Nessuno mi ama, mi pensa, mi ha mai pensato. E’ un dramma per me non avere un amore, una vita affettiva mia. (Orale).
Piera: Un altro uomo che non mi vuole! Un’altra sfiga lavorativa. Io non valgo niente! Non posso mai avere niente! Perché non so mai davvero chi sono e che cosa voglio, da una vita. (Simbiotico).
Gaetano: Non sento niente, mi considero un automa, so solo lavorare, non sento amore. So che è una vera malattia. (Dominante).
Alberico: Di nuovo, mi sento un reietto, solo, indegno, disperato. (Narcisista).
Noemi: Tutti si appoggiano a me! E io non ho mai una vita mia! Da sempre! Mi distrugge questa oppressione, fatica, sentirmi sempre in secondo piano rispetto ai bisogni degli altri. (Sottomesso).
Fernanda: La mia tensione mi uccide. Mi sento perennemente stanca, afflitta, abbattuta, senza speranza. Non posso avere amore, qualcuno per me, solo sacrificio, routine, fatica. (Rigido).
A Fernanda viene in mente un mattina, all’alba, il ricordo dello zio che la molestava. Per anni, fino alla pubertà.
Le dona una rabbia incredibile, inaspettata. Non credeva fosse stato un danno così grande.
Il ricordo arriva al termine di un percorso in cui il lavoro, e altre situazioni bloccate, sono state viste da tanti punti di vista.
Il lavoro sulla gratitudine, di cui abbiamo parlato al punto “Ti Ringrazio Perché” ci offre l’esempio di uno dei lavori sull’energizzare la ferita.
Come si affronta e come se ne trae tutta l’energia bloccata?
E in quale forme si sviluppa o si avviluppa un’energia bloccata?
Nei miei interessi sono dinamiche commoventi come romanzi riusciti. Riusciti perché sono la realtà: sono riusciti per forza, sono lì, davanti ai nostri occhi. Riusciti perché l’esito della terapia è sempre nella direzione della verità e del ritorno alla vita.
Quali sono le Trasformazioni di questa Energia?
- Rabbia diventa energia, attivazione
- Abbattimento ritorna ad essere Tristezza, esperienza preziosa, necessaria
- Gioia diventa da occasionale e compensativa di sfiga, a profonda e totalizzante
- Paura diventa sensibilità, la più alta risorsa per decifrare noi e gli altri.
Lo Schema Inconsapevole di tutte le Ferite
Se non effettuiamo un lavoro di consapevolezza, lo schema è per tutti sempre lo stesso:
- Io cerco di impegnarmi “a più non posso” APPARENTEMENTE per realizzare ciò che la FERITA mi ha impedito di avere
- Ma non ci riesco mai davvero.
- Questo schema caratterizza talmente la mia vita che diventa il mio TEMA ricorrente.
- Il tema rinforza la ferita: mi sforzo per riuscire ma alla fine non riesco, perché so solo confermare ciò che sento dentro: che non riesco.
- E tutto ciò dura fino a che capisco intimamente che devo accettare la realtà: dentro di me sento che non ce la potrò mai fare.
- E proprio questo attira situazioni in cui effettivamente non ce la faccio.
- Più vado contro la ferita e la nego, più mi vado a ficcare in situazioni in cui la confermo e la rinforzo.
- Solo se accetto che non potrò mai uscirne, non avrò più bisogno di fallimenti per ricordarmi la verità.
- E capisco perché: non è oggi e non è fuori di me che devo uscirne, ma solo accettare che una volta, tanto tempo fa, sono stato ferito, in un modo preciso, e oggi posso smetterla di cercare di rimediare: non c’è nulla cui rimediare.
- E di colpo, un po’ di più, ce la farò ogni giorno. E avrò uno spessore personale e una maturità diverse, non solo “migliori”, ma incredibilmente luminose.
Vediamo, nei punti successivi, quali sono le caratteristiche delle ferite e delle reazioni ad esse (Tema, Ritiro e Trasformazione).
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