Occuparsi dell’oggi è il contraltare di subire le giornate sempre uguali.
E’ uno dei problemi più importanti della vita matura, in famiglia o al lavoro.
E’ legato certo ad età ed esperienze. Ma non soltanto e molto in realtà si può fare per ritrovare e mantenere questo senso dell’avventura, della scoperta, della ri-generazione.
E’ noto che da giovani si è presi dalla parabola della novità / apprendimento / costruzione / evoluzione.
Accade anche nelle relazioni, dopo alcuni anni: “l’altro”, il partner, sembra diventato insopportabile. E il lavoro? Ancora di più. E’ proprio una fatica trovare nuovi stimoli, nella vita in generale.
Si può NON fare più fatica? Questa è la domanda cardine.
Come? E cosa si può fare?
Il problema nasce quando questa parabola dovrebbe poi portare a “qualcosa” che non arriva. Allora la novità non c’è più, l’apprendimento è sempre meno, la sensazione di costruire qualcosa diminuisce, come scema anche l’evoluzione naturale insieme a quella biologica e fisica.
E anche da giovani questo può verificarsi.
Accade un fenomeno semplice ma misconosciuto e che va affrontato prima o poi; quindi meglio saltare il fosso il più presto possibile.
Accade che ce la raccontano a noi stessi per una vita. E’ una storia fatta di passi in realtà falsi e per niente soddisfacenti.
E noi, a nostra volta, non abbiamo schemi sociali e informazioni diffuse su che cosa fare quando accade di sentire che questo disagio non evolve più.
Quindi siamo portati a considerare che la smania di cambiamento sia solo nostra e inadeguata.
Pensiamo, ci convinciamo -e siamo costretti a credere- che l’unica strada sia sottometterci e stare nel disagio e che in realtà non vogliamo e non possiamo “crescere”. Soprattutto se tanto giovani ormai non siamo.
Invece occorre proprio resettarsi. Imparare le dinamiche nuove per rigenerare le proprie giornate e rigenerare se stessi.
Per esempio: fino a 40 anni uno può sopportare di avere un capo che non insegna più niente. Ma poi?
Esiste una progressione, una metafora personale, uno scopo primario (scopri qual è il tuo) che siamo prefissati da madre natura a perseguire.
Perché nessuno ce lo dice e di mette in guardia?
Guarda che la passività, l’accontentarsi, prendono chiunque,
ma solo se non ti premunisci per tempo, se non vai dietro alla tua evoluzione,
al tuo potenziale, alla tua vera natura.
In più: quando vediamo un bambino con le stampelle portare a termine una maratona, cosa proviamo?
Oppure una nostra amica che arriva alle riunioni con i colleghi, insieme alla sua piccola di 7 mesi, che accende lo spazio e l’atmosfera?
O chi studia di notte, o fa volontariato di notte? Insomma, chiunque abbia una luce particolare che gl’illumina il viso?
Secondo voi queste persone sono state preparate a fare qualcosa di speciale? No, lo hanno scoperto a proprie spese e poi ne hanno fatto tesoro.
Ecco: il tema vero è che lo schema per costruire la propria vita
è diverso dallo schema per ri-trovare piacere, benessere e significato.
Mentre noi mandiamo avanti a memoria lo stesso insieme di punti di riferimento.
E’ come se andassimo a consigli di amministrazione con le stesse conoscenze, aspettative e prassi del liceo.
Per questo c’è tutto un proliferare di corsi per il benessere. Sia nella vita privata che in quella lavorativa.
Il classico esempio di oggigiorno è “il lavoro fisso”, tra l’altro riportato in auge al cinema in questo periodo, come colossale presa in giro.
Nessuno sa più come fare a trovare altri riferimenti, ora che è stato svelato che il posto fisso è una colossale invenzione tutta italiana e che non esime dal chiedersi ogni giorno che cosa vogliamo fare, come ci possiamo sentire più creativi, incisivi, soddisfatti eccetera.
Abitudini nuove, nobili e legittime, operano a latere, sulla persona “che vuole e ha bisogno di trovare altri significati all’esistenza dentro di sé”.
Occorre possedere nuovi schemi e motivazioni e modi di intendere le relazioni e il lavoro, nella prassi quotidiana, nel modo che non ci sembri più routinario e inadeguato e inattuale.
E’ necessario rigenerarsi personalmente dentro e quindi fuori.
Occorrono semplicemente nuovi punti di riferimento che non ci facciano più amare e lavorare come negli anni cinquanta.
Vediamo questi punti, indicati nei successivi articoli, dal 2 al 6.
- Scegliere Che Cosa E’ Più Importante
- Divertirsi di Più Per Essere Più Efficaci
- Farsi Sentire
- Rendere Speciali le Comuni Giornate
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