Evoluzione Sostenibile: 24. La Vera Svolta del Benessere

La Bioenergetica, i diversi tipi di Yoga, arrivano attraverso energie profonde e sottili a risultati diversi eppure simili; e così lo stretching zen oppure i 5 tibetani ripetuti ogni mattina. O molte altre discipline.

Perché tecniche corporee? Perché molto più profonde e perché il corpo manca nella nostra cultura e nella quotidianità.

E poi perché sviluppare queste attitudini fa appello ad energie spirituali e complessive, che coinvolgono la nostra evoluzione e non solo lo star bene del momento.

Il corpo univoca, rende più certi e centrati, sicuri e vitali. Questo è il motivo del proliferare dei centri benessere e delle spa, le quali vanno benissimo ma sono prive di un aspetto attivo, partecipativo, e con un senso diverso dal solo stravaccarsi e riprendersi.

E se non lo facciamo?

Ci buttiamo comunque nello sport, nei lavori di bricolage, di casa, di pulizia e di mettere ordine. Con l’inconveniente che molti di questi “lavori” li portiamo avanti con la volontà.

Cioè portiamo a casa la stessa attitudine che usiamo al lavoro: programmiamo la spesa nel traffico del sabato con la caparbietà delle riunioni di lavoro e la medesima temerarietà del raggiungere una cima nonostante poi ci sentiamo da buttar via anche il sabato sera.

 

Cambiare abitudini, emozioni, e dedicarsi invece al piacere è la vera svolta, poiché la volontà presuppone uno sforzo, sempre; e ciò che ci porta fatica ci porterà sempre fatica. Tutto qui.

Mi ha colpito e ricordo ancora a distanza di mesi una ricerca in cui venivano isolati due gruppi di addetti alle pulizie di diverse imprese americane. L’unica caratteristica comune è che il loro lavoro era fare pulizie negli uffici. A tutti veniva chiesto che rapporto avessero con lo sport e l’attività fisica.

Generalmente tutti rispondevano che non avevano tempo né voglia di praticare uno sport al termine di giornate faticose.

Solo ad una metà di essi, tuttavia, venne in seguito spiegato quanto la loro attività lavorativa agisse come un vero e proprio sport e quanto loro fossero privilegiati per il fatto che il loro corpo dovesse mantenersi elastico per lavorare bene. E furono illustrati loro i benefici del proprio lavoro sulla salute generale, su tutti gli organi, sugli arti e in generale sulla resistenza immunitaria a qualsiasi malattia.

Ci credereste? A distanza di mesi e poi di anni, il gruppo a cui erano stati esplicitati gli effetti positivi del proprio lavoro sul corpo aveva raggiunto un’effettiva e riscontrata miglior salute oggettiva, comprovata da esami di laboratorio rispetto al gruppo di controllo.

Quindi non solo una sensazione di star meglio, ma anche reale miglior benessere psico-fisico.

 

Che cosa prova tutto ciò? Che se so di fare qualcosa per me, che mi fa bene, se scelgo di andare costantemente in una direzione di benessere, la salute e il piacere arrivano realmente.

Se invece lo faccio lo stesso, ma con la testa da un’altra parte, il risultato è infinitamente minore.

Ora, che aspettiamo? E’ un cambiamento epocale che negli ultimi decenni ci è stato messo in grembo: la possibilità di avere benessere e maggior carriera sulla stessa direttrice. Allora, perché non approfittarne? Oggi non va avanti solo chi sa di più o ha più talento:

  • bensì chi comunica meglio
  • si gestisce meglio
  • riposa meglio
  • si alimenta meglio
  • trova motivazioni ed entusiasmo perché si è abituato a nuovi modi per farlo

 

In una parola: si prepara per questo.

Lasciamo stare i casi di aziende che non funzionano e dove i capi vengono scelti con criteri clientelari e d’inefficienza: se subiamo situazioni del genere, a maggior ragione occorre essere saldi sul proprio modo di mantenersi in salute (!).

E non è meraviglioso che oggi ci si possa preparare per star bene e rendere meglio? Non vi è ancora chiaro? Non dovrebbe essere insegnato a scuola? Perché non è mai stato previsto un insegnamento su come riconoscere, seguire e comunicare e gestire i propri talenti? E come comportarsi con gli affetti? E’ mai stato insegnato?

 

Il mio cliente Dario, ogni volta che sta preparando una maratona non ha più le solite insoddisfazioni lavorative, “paturnie” con colleghi e superiori, disturbi fisici e un generalizzato “scazzo” come lo chiama lui. Appena finisce e prima di ri-cominciare ad allenarsi, ri-prende a dimenarsi interiormente. La sua domanda è:

“ma allora -ogni volta- per star bene devo prepararmi ad una maratona?”.

“Certo che no!” è la risposta, ed è semplice per tutti.

 

Ma occorre sapere cosa salvare della maratona e dove “innestarlo” nella nostra vita.

Il mio collega Alberico si sta dedicando al Total Immersion Freestyle Swimming, dopo che lo ha visto in un video di un personaggio incredibile, talmente motivante, che la fatica ve la scordate all’istante… è una forma nuova di nuoto con musica e stile molto più meditativo. I risultati sono straordinari in termini di relax e integrazione corpo-mente-emozioni.

I benefici di questa forma di nuoto derivano -esattamente come per la Bioenergetica- dal cercare il benessere direttamente senza prima dover sottostare ad un duro lavoro sportivo di cui la pienezza psico-fisica resterebbe comunque un sottoprodotto (!).

 

Ma prima Alberico cosa faceva? Semplicemente 50 vasche ripetute, con uno sforzo di volontà alla lunga scoraggiante. Ora ha addirittura comprato un dispositivo conta vasche da polso per risolversi il problema e un paio di cuffiette mp3 acquatiche. E il suo nuovo sport è diventato una meravigliosa meditazione in acqua, con un benessere esponenziale.

In questo video, un altro personaggio incredibile parla del tipo di nuoto e di altri apprendimenti affrontando le proprie paure (cliccare per i sottotitoli in italiano):

(http://www.ted.com/talks/tim_ferriss_smash_fear_learn_anything.html)

Allora: avete una qualsiasi attività che praticate? Trasformatela in un benessere rigenerante e toglieteci la forma stressante. Imparerete non solo a rigenerarvi davvero: imparerete a vivere meglio ogni giorno, anche sul lavoro.

Nell’azienda dove ho lavorato di più, c’erano sempre e solo due persone che mostravano chiari segni di quella che io chiamo la Doppia Rigenerazione: la capacità -all’arrivo al lavoro- di sentirsi rigenerati dalla sera precedente passata a casa. E a casa, arrivavano la sera rigenerati dal lavoro, con la capacità di valorizzare sempre la soddisfazione, a prescindere dalle diverse condizioni e progetti a cui si impegnavano.

Io li guardavo ogni giorno ammirato. E mi dicevo: questa abilità è cruciale, perché prima o poi una delle due fonti -casa o lavoro- viene a mancare per un periodo, che sia per la crisi o per altro. Ma l’altra forma di rigenerazione ci verrà sempre in aiuto.

 

Allora, in conclusione: che fare? Ancora parole? Basta… Vi abbraccio, sperando di aver smosso se non le vostre coscienze, almeno il vostro culo dalla sedia.

 

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