Ma che lavoro si fa sulla Ferita?!
(Sottinteso: Benedetto Iddio! Parlate sempre di ‘sta Ferita, ‘sta Ferita! Ma che cosa diamine ci possiamo fare di concreto!?)
Il lavoro sulla Ferita Caratteriale è presto detto.
Ci sono Due modi di avere a che fare con la Ferita.
1. Uno è la coazione a ripetere. Ed è inconsapevole, ripetitivo appunto.
E’ un gigantesco fai da te, composto da abitudini, evitamenti, sottili angosce sottese, attività che possiamo fare e altre che assolutamente non vogliamo o non possiamo proprio approcciare. E’ pieno di sintomi psicosomatici e di rigidità diffuse.
- La prima sensazione di trovarci di fronte a qualcuno ferito e inconsapevole, è la discrepanza tra le dichiarazioni pronunciate da queste persone e gli effettivi pensieri/sentimenti che comunicano.
- Ad esempio: “Non mi farò più fregare dalla generosità! E’ solo una grande fregatura. Da oggi in poi mi farò alla grande i fatti miei! Mi chiudo e chi s’è visto s’è visto…”.
- Immediatamente dopo, quel che colpisce è la ricerca di obiettivi sia fasulli, sia ripetitivi, sia insoddisfacenti per queste persone.
- Ne abbiamo parlato in diversi punti, uno di questi è: Sostituire il Tema Irrisolto con lo Scopo Primario.
2. L’altro lavoro da fare è elaborare, lavorare sulla consapevolezza, esserne coscienti, conoscere, applicarsi e andare a visitare noi stessi nei ricordi da bambini alle prese con la ferita. Senza rientrare più nella suggestione che la ferita sia qui ed ora, nelle cose che accadono oggi.
Questo è il nocciolo duro delle nostre esigenze.
E del lavoro che dobbiamo compiere su di noi per realizzare la nostra vita.
Altrimenti, si assiste ad un parterre di persone ferite che si agitano all’infinito, inconsapevoli.
Questo, riassumendo, lo schema Generale del Lavoro sulla Ferita.
LIVELLI DI ACCETTAZIONE DELLA FERITA
1. Rendersi conto che è sempre la stessa Ferita, Atmosfera, Emotività, senza soluzione
2. Accettarla e starci fino in fondo come ricordo reale, senza ricadere mai più nella disperazione, difficoltà, problema ricorrente
3. Ripetersi che non cambierà mai perché ormai costitutiva, quindi che senso ha star lì ad alimentarla, facendo finta di risolverla? Meglio l’intensità possibile oggi, ogni giorno, con leggerezza e sdrammatizzazione
4. Smetterla allora di cercare la soluzione al problema fuori di noi, lottando contro il presunto diritto negato a suo tempo
5. Condividere il più possibile queste nuove sensazioni, cercando rispecchiamento, risonanza, parità, scambio, reciprocità
6. Farsi sostenere sempre di più dalla parte adulta, reattiva, matura, concreta, che ce la fa, a prescindere, con fiducia in sé stessi, e attraverso di essa dagli altri e così, via via sempre più da un Sé più vero, realizzato, emotivo, pulsante
7. Cambiare in questo modo il Genitore Interno, rendendolo molto più di Sostegno e Calore
8. Sentire il Diritto alla Progressione, trasformando “da dentro” la propria vita
9. Se Questo è un Mio Diritto, quello di star bene, nel fidarmi di me e delle mie capacità, non si discute, non si deve guadagnare, si esprime e basta
10. Sentire entrambe le opzioni, “Posso-Non Posso”, e scegliere ed esprimere finalmente, in ogni occasione, il Diritto Negato dalla Ferita.