L’accettazione incondizionata, se è tale, non appena viene intesa per quello che è, senza alcuna riserva o finzione, produce dei meccanismi notevoli di liberazione.
Permette di affrancarsi:
- dalla fatica continua, dallo sforzo incessante
- dai soliti meccanismi di mancanza di tempo e spazio
- dai corsi e ricorsi storici verso obiettivi che non potevano essere raggiunti
- da situazioni ripetitive, che finalmente vediamo per ciò che sono: una vana compensazione di qualcosa che avremmo fatto meglio ad accettare per ciò che è, la ferita che ci ha reso ciò che siamo e di cui siamo orgogliosi, con tutti i limiti e le meraviglie che ciò comporta.
Scrive Stephen M. Johnson a proposito:
La combinazione dell’arresto evolutivo costantemente frustrante può annullare gli effetti potenziali di nuove esperienze di apprendimento in potenza correttive.
Per queste ragioni, un adulto per altri aspetti normale, può continuare ad agire in base a strategie, difese, e sistemi di convinzioni che gli derivano da esperienze traumatiche della prima infanzia. E’ una cosa che tutti stentiamo a credere, ma che diventa più credibile per il terapeuta, il quale continua a constatare che questo modello di psicopatologia è compatibile con la realtà dei fatti.
E’ anche credibile per i pazienti tormentati, che hanno esperienza diretta dei loro comportamenti, atteggiamenti e sentimenti sintomatici come di qualcosa d’infantile, sottratto all’influenza immediata delle loro esperienze e nozioni adulte.
Soprattutto in analisi, i pazienti avvertono che la parte sintomatica della loro realtà si fonda su un modello del mondo e di se stessi in chiaro contrasto con la realtà corrente. A volte senza terapia e molto spesso dopo averne effettuata pochissima, cominciano a dire: “Questo non sono io. Io non sono affatto così”.
(Stephen M. Johnson, Stili Caratteriali, Ed. Crisalide, pag. 162 ).
Per tutti questi motivi, una volta raggiunta la consapevolezza di sé e averla accettata… il secondo passo verso il reale benessere, si sviluppa come una fioritura.
Lo stesso è accaduto nella mia terapia personale. E negli anni, molti miei clienti testimoniano di essere andati a lavorare il giorno seguente con un’epifania nel cuore, come fossero innamorati e con una prospettiva di cambio completo di vita.
E rappresenta l’immediata conseguenza, l’altra faccia dell’accettazione: se accetto, provo sì tutto il dolore che avevo rimosso e la sana tristezza di un adulto costretto a crescere e a salutare le illusioni di una vita, ma si alleggerisce qualcosa nella qualità dei giorni a venire.
Si percepisce così, e si tiene ben presente, che l’unica cosa che può realmente fare la differenza è la leggerezza con cui oggi, non domani, io vado incontro alle stesse situazioni in cui provavo proprio ieri un’angoscia profonda.
Solo che spesso, nel fai-da-te delle innumerevoli situazioni in cui ci abbiamo provato da soli questo sollievo, la nuova visione ri-motivante della vita crolla, soccombe, deraglia, di fronte alle atmosfere lavorative e relazionali che sentiamo risucchiarci immancabilmente, ricacciarci nell’angolo, abbatterci di nuovo, come sempre.
Quindi la domanda cambia.
Da:
“come faccio a risolvere le mie preoccupazioni una volta per tutte?”
(Tema irrisolto della nostra vita per decenni e impossibile nei fatti),
a:
“che cosa posso fare per mantenere l’anelito, lo spirito,
la leggerezza profonda che, in quanto tale, sento fragile e vulnerabile?”.
“Ma non è un paradosso in termini? -mi chiedono. Devo essere leggero e profondo in un mondo che sento angosciante e pesante?”.
Certo che lo è. Altrimenti non funzionerebbe.
E’ la verità: ci releghiamo in situazioni davvero paradossali. E siamo bravissimi.
Per questo abbiamo bisogno di uno schema di come funzioni tutto il giro del nostro disordine dei comportamenti. Per risolvere il paradosso ad un livello più profondo, con una domanda più chiara ed una risposta efficace.
All’inizio non si hanno proprio gli strumenti, ma in capo ad un periodo che va da poche settimane ad alcuni mesi, è una rivoluzione quotidiana.
L’immagine che risolve tutte le obiezioni è che occorre vivere e muoversi…
come quando andiamo a lavorare dopo che ci siamo innamorati,
o al ritorno da un viaggio incredibile che ci abbia cambiato profondamente.
E’ quell’attimo prima che il lavoro ci riporti al solito livello di stress.
D’altra parte il primo punto relativo all’Accettazione Incondizionata è proprio questo:
smettila di dirti “non pensare all’elefante”! (Che fa vivere sempre l’elefante!),
bensì comportati come se l’elefante non ci fosse,
come avresti sempre voluto!
Una piccola rivoluzione copernicana. E come posso compierla se non con l’ardire di stati d’animo diversi, per adesso rari, preziosi, non comuni?
Scrive Luciano Marchino:
Negli anni più maturi Lowen ritrovò la connessione smarrita con la spiritualità e con il pensiero di Reich che aveva per lunghi anni penalizzato il suo lavoro e quello degli analisti bioenergetici più ortodossi e lo espose con chiarezza, con coraggio e insistentemente: il fine dell’analisi bioenergetica è ritrovare la capacità di arrendersi al flusso della vita. Conseguenza dell’arrendersi è l’esperienza della gioia e coerentemente con le antiche scritture, la natura stessa di Dio è gioia. In altre parole la gioia è Dio. È qui che Lowen, come tutti i grandi maestri, riassume e integra nella sua prassi e nella sua teoria il senso del mistero, quel qualcosa che non possiamo definire in termini tecnici, mentali o fisici, ma di fronte a cui è richiesto un atto di gioiosa, fiduciosa umiltà: un arrendersi che non è sconfitta ma la vittoria più grande.
Luciano Machino, dalla Prefazione a La Voce del Corpo, di Alexander Lowen, Astrolabio Editore.
E’ questo il momento in cui mutare i circoli viziosi in virtuosi. Del capire in quale preciso istante io mi sia rovinato questa giornata.
Facciamo un piccolo passo indietro: la molla alla nuova leggerezza viene proprio dall’esercizio di accettazione incondizionata che abbiamo appena effettuato.
Dopo alcune settimane ad accettare, accade:
- si percepisce un soffio
- un recupero di energia
- un’evidente rigenerazione.
E ci fa dire naturalmente:
“ma se devo accettare tutto in modo doloroso e profondo, e va bene…!
…allora mi dedico però a me stesso! Completamente!
Oggi, qui ed ora e senza più progettare, sognare, compensare.
Mi santifico e riservo a me tutto ciò che ho sempre rimandato,
nella gioia delle piccole cose e senza mai più drammi e angosce.
E -soprattutto- nessuno mi può più fermare!”.
Lo abbiamo reso in questo resoconto in prima persona, che abbiamo chiamato “Scateniamo l’Inverno”.
A questo punto, come abbiamo scritto nell’accettazione quotidiana, basta allenarsi a: …
- staccare la testa dei problemi
- imporsi di distrarsi
- rendersi conto dei danni che facciamo agli altri con le nostre ossessioni -ai bambini che educhiamo per esempio-
- dedicarsi a pensieri molto diversi (luminosi! Non mi sembra vero…!)
- affrontare le cose come stanno
- fare le giuste azioni o telefonate per risolvere le questioni, e non per aggravarle
- evitare allarmismi
- parlarne più spesso
- esprimere le proprie emozioni
- non tenersi tutto dentro
- affrontare le proprie paturnie con ironia: “mi sento preoccupato in modo assurdo, ma so che ci devo ridere su. E adesso almeno ne parlo…”.
(Se vuoi leggere tutto il punto: Marc e Jenny e L’Accettazione Profonda).
Il focus quindi, di questo secondo passo nel benessere attraverso la leggerezza, dopo l’accettazione, è l’affidarsi al navigare a vista e il riuscire a farlo fidandosi dell’essere sintonizzati solo e soltanto sulla base del trampolino di lancio dell’accettazione e quindi di una nuova accondiscendenza, priorità, leggerezza, fluidità, profondità, appunto.
Abbiamo parlato più volte di questi aspetti, Due su tutti:
Check-list: Piacere al Posto di Tempo
Leggi il punto successivo:
Leggerezza Profonda: 3. Sintonizzarsi sulla Leggerezza Profonda
Riepilogo:
- Leggerezza Profonda: 1. Smetti per Sempre di Discutere e Dai Luce Emotiva
- Leggerezza Profonda: 2. Il Senso della Leggerezza Profonda
- Leggerezza Profonda: 3. Sintonizzarsi sulla Leggerezza Profonda
- Leggerezza Profonda: 4. Leggeri Fino All’Ultima Goccia
- Leggerezza Profonda: 5. La Burrasca E’ un’Abitudine
- Leggerezza Profonda: 6. Né Spazio Né Tempo
- Leggerezza Profonda: 7. Da Vacanza a Costanza
- Leggerezza Profonda: 8. Neverending Summer
- Leggerezza Profonda: 9. La storia di Endless Summer
- Leggerezza Profonda: 10. Adalgisa e il Dramma
- Leggerezza Profonda: 11. Armonia e Passione
- Leggerezza Profonda: 12. Due Connessioni, Due Leggerezze
- Leggerezza Profonda: 13. Il Segreto degli Esercizi Connessi
- Leggerezza Profonda: 14. Nella Relazione, la Connessione Segue gli Stessi Principi
- Leggerezza Profonda: 15. Le 2 Funzioni dell’Adulto
- Leggerezza Profonda: 16. Il Posto nel Mondo
- Leggerezza Profonda: 17. Pronto Soccorso Bioenergetico
- Leggerezza Profonda: 18. Il Diritto alla Progressione
- Leggerezza Profonda: 19. I Picchi si Toccano
- Leggerezza Profonda: 20. Ti Ringrazio Perché
- Leggerezza Profonda: 21. Io Ti Amo
Conferenza Gratuita 1 Dicembre 2016, 20,30
5 Ricette per una Piccola Felicità
Scopri di Più sull’Accettazione e la Partecipazione
a 4 Serate per una Piccola Felicità
Altri approfondimenti:
- Progredire Ogni Giorno
- La Legge della Progressione
- Ti Ringrazio Perché
- Ci si Lascia Davvero Solo Quando Ci si Lascia Bene
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