Posso vivere dove desidero, sempre, in ogni momento,
solo sintonizzandomi lì, non standoci realmente.
Se invece aspetto di stare materialmente in quel posto
e in quella atmosfera per illuminarmi da fuori,
non arriva mai come vorrei e quando mai arriva,
mi coglie impreparato e mi lascia insoddisfatto.
E qui si affaccia l’Energia 2.0, se mi passate la metafora: dopo il primo periodo di rinascita, in cui salvaguardiamo l’energia scegliendo situazioni sì e situazioni no, dal punto di vista energetico, ci rendiamo conto che non è la persona che ho di fronte o l’atmosfera reale in cui mi vado ad immergere, che produce la mia energia. No.
E’ il MODO, cioè l’ispirazione, l’IMMAGINE di me e degli altri, il filo rosso a cui attingo dentro di me, e come attingo, che fa la differenza concreta e mi rende finalmente indipendente dal depauperamento delle mie risorse vitali.
Me ne accorgo ad un certo punto, allorché mi sorprende che Tizio, che sembrava la mia più grande spina nel fianco, non mi sfiora nemmeno più, proprio perché ho imparato a seguire così tanto il mio filo delle passioni che lo re-coinvolgo in una mia palpitante atmosfera tutta diversa, e allora, in questa ottica, lui e gli altri -onzi, semplicemente non lo sono più, sono disattivati.
E mi appaiono per quello che sono, teneri o miseri, ma comunque non più bloccanti come prima.
Ed è lì che si apre una sintesi che mi spalanca il cuore.
Non sono le persone o le situazioni,
sono i modi di funzionamento che ci danno o tolgono energia.
Ciascuno ha i propri.
Se do luce, agio, possibilità, e anticipo dentro di me, immaginando che le cose andranno molto bene per me con tutti, soprattutto con qualcuno che non mi ha fatto una buona impressione, mi sarò reso sempre energico e indipendente dal campo delle energie degli altri, che non mi determineranno più, non mi bloccheranno e non mi renderanno più dipendente dal contesto.
Quindi, che fare?
- I(n)spirati allora ad immagini interiori di posti e situazioni in cui palpiti di emozione ed energia. Anche se sono per adesso disconnessi o veri e propri sogni ad occhi aperti.
- E immagina -per connettere alla tua vita concreta quell’agio che vedi dentro di te- di dare anche solo 1 minuto di luce intensissima (esagera, è meglio), solo positiva, a persone e situazioni sfavorevoli. Vere e proprie meditazioni da 1 a pochi minuti, quando necessario.
Altrimenti, il respiro da solo, senza ispirazione non ha storia.
E una storia che ci coinvolga equivale a:
1 immagine + 1 emozione = storia.
Senza la quale non c’è vitalità.
L’importante allora è che la nostra accensione, OGNI mattina, sia legata ad una qualsiasi scintilla, all’inizio. Poi diventerà la nostra storia.
PRIMA chiudo gli occhi e mi vedo allora SOLO dove sto bene e come e perché mi sento così bene.
POI immagino di coinvolgere questa persona con cui non vado d’accordo, o questa situazione che mi mette ansia, nella stessa atmosfera di agio e positività che ho vissuto fino ad un secondo fa. E trasferisco questa intensità a ciò che fino ad oggi avevo sempre considerato spiacevole, per me. E noto come riesco a star meglio e a far andare meglio relazioni e situazioni.
Un caso personale recente -che rende bene il processo- mi è capitato a scorsa estate, allorché giravamo in bicicletta in una pineta immacolata in riva al mare, lunga decine di chilometri. Ad un certo punto, il pensiero di una persona, inserita in una situazione spiacevole e potenzialmente minacciosa, solo nella mia testa, mi ha risucchiato lontano. E mi è bastato ritornare con un impeto a guardarmi intorno, respirare di nuovo la bellezza incredibile che stavo vivendo, e a chiedermi: ma se immagino materialmente che questa persona sia qui ora accanto a noi in questa pineta, come la vivrei, come ci sentiremmo l’un l’altro? E con una sonora risata mi sono visto moltissimo meglio con lei e come meritiamo entrambi. E ho svelato di nuovo una delle mie paure ataviche e caratteriali che avevo da bambino, con cui quella persona non c’entrava proprio niente.
E di colpo, da allora con quella persona le cose sono andate e vanno benissimo.
E questo processo l’ho iniziato a mettere a punto almeno vent’anni fa.
Spiacevole non esiste.
Esisteva solo dentro, per le esperienze passate.
Ora basta.
Guardiamo infatti le vicende interiori che sembrano toglierci energia. Non è mai ovvio come sembra che non riposiamo bene e non riusciamo a dormire perché abbiamo problemi.
In realtà, il tema evidente è che questi problemi sono sempre uguali e i nostri modi di non riposare e di non rigenerarci ci allarmano a prescindere, in equilibri solo nostri. E attirano sempre chissà come mai le stesse atmosfere e insoddisfazioni che poi non ci fanno rigenerare.
Le nostre paturnie, i modi di dormire male, le intolleranze, le piccole paure sotto traccia, le rabbie malcelate, le allergie, sono sempre le stesse, negli anni, in modo distinto dalle situazioni. Non è così?
E’ il carattere, Baby.
Questo è il problema.
Ed è da qui che occorre cominciare.
L’energia c’è o non c’è.
O arriva tutto o non arriva niente.
E può arrivare solo PRIMA dentro di noi.
Ci sono solo condizioni che ce la tolgono ed altre che ce la danno, l’energia. E le creiamo da soli, all’interno di noi, queste condizioni.
Tutto sta a scegliere di “figurarsi” di vivere sempre in avventure e con compagni di viaggio che ci riempiano di energia. NON di farlo effettivamente. Altrimenti, l’assurdo è -che se non lavoriamo prima nel nostro sistema, ri-trovando il bello “inside”, la nostra vita resti una ricerca infruttuosa che gira in giro.
Abbiamo già ricordato che -se anche non dormiamo una notte intera- basta dedicarsi per pochi minuti a respirare in modo che ci carichi il respiro per ritornare ad avere un tono di energia immediatamente più alto. E i clienti a cui lo facciamo provare, ci guardano come a dire: e perché questa informazione non è nota a tutti?
Sei il benvenuto. Sempre.
Perché mi porterai sempre energia.
Qualsiasi cosa tu dica o faccia.
Questo è il segreto.
E’ molto diverso dal dirsi: tu e questa situazione non mi date energia allora mi chiudo a te e mi apro ad una ennesima ricerca: perché è una vita che lo facciamo e non funziona. Poiché è una ricerca caratteriale di qualcosa di ineffabile che non può arrivare poiché lo abbiamo già. Dentro.
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