Se si vogliono trovare i segreti dell’universo,
bisogna pensare in termini di energia,
frequenza e vibrazioni.
Nikola Tesla
Viviamo come onde di energia
nel vasto oceano dell’energia.
Deepak Chopra
Il senso dell’energia è che non dobbiamo fare niente per scaricarla.
Si scarica solo in presenza di emozioni.
E in realtà dovremmo parlare di rigenerazione.
È il concetto stesso di energia secondo natura che non prevede la scarica.
Animali e bambini non prevedono scarica, solo rigenerazione.
La differenza tra chi è sempre stanco e chi invece è sempre pieno di energia è che:
chi è sempre stanco crede / è convinto / è stato educato a…
spendersi / disperdersi / sacrificarsi e sforzarsi / in ogni momento.
Chi invece è pieno di energia segue il principio che ha riscoperto e non lascia più: la vita non è mai fatica.
E qualsiasi cosa io faccia non mi disperde, mi dà e mi può dare solo piacere, soddisfazione, energia, trasformazione, “attraversamento”, qualcosa da imparare. E alla fine, rigenerazione, appunto.
Rigenerazione vuol dire che è molto diverso andare a dormire con un mix di troppa stanchezza e insoddisfazione rispetto a sentirsi leggero e coinvolto. L’abbiamo provato tutti in vacanza o nell’innamoramento. Ma per molti resta un lusso. Invece è un diritto. Quindi di partenza.
L’energia c’è o non c’è.
Ci sono situazioni che mi danno energia e situazioni che mi tolgono energia.
Nel tempo imparo a scegliere.
E questo secondo tipo di persone ha scelto di non stancarsi mai più in senso psicologico, conflittuale e di divisioni interne.
Mi dis-educo. O mi educo al contrario degli insegnamenti ricevuti.
Per di più: vale solo se è una scelta consapevole, adulta e matura.
Qualsiasi cosa mi succeda, e io attraversi,
resterò da oggi e per sempre aperto,
senza mai più agevolare da solo la mia perdita di emozione, forza, entusiasmo.
E’ ciò che abbiamo trattato ne: I Picchi Si Toccano e nel concetto di Vacanza, Viaggio e Paradiso.
Se infatti sono cresciuto con la preoccupazione, la fatica e il sacrificio insiti dentro di me, SOLO la sensazione di essere sempre in vacanza, mi farà stare sereno, cioè sempre pieno di energia. E’ la vacanza dalle nostre ossessioni, il senso generale di forza, entusiasmo e rigenerazione. La quale condizione di vacanza mi farà lavorare e spendermi molto di più, sentendomi sempre leggero, come in ferie (!).
Poiché nella nostra cultura, la fatica, il conflitto, la divisione in due, sono connaturati.
Quindi soltanto un lavoro su di sé, consapevole, porta ad assumere comportamenti univoci, aperture costanti e disponibilità totali, senza nemmeno più considerare che la nostra energia possa diminuire. Ma solo nutrirsi e mantenersi pulsante e viva. Come da bambini, appunto.
Basta.
Non discuto più con nessuno.
Vivo di altre atmosfere.
La faccio finita io per sempre con un modo di farmi abbattere
che riguarda me e la mia storia.
E mi apro in modo solo leggero e luminoso.
Il concetto di energia, così delineato, non contempla più rinunce, depauperamenti, posticipazioni, impedimenti alla fonte, rimandi e conflitti perenni e routine e ripetizioni fini a sé stesse.
E non le prevede più a prescindere dal lavoro che facciamo, dalla soddisfazione assoluta e dalla realtà affettiva e famigliare che viviamo.
Non si mette più in dubbio, come qualsiasi principio. Ma bisogna vederlo, assumerlo, considerarlo.
È nel gesto, nel “piccolo”, nell’assunto di base, nel non-grande-aspetto che però tutto coinvolge. Questo è il segreto dell’energia.
Se ho diritto di respirare non mi metto a negoziare di respirare.
Inizio a respirare meglio e ad esercitarmi per sentire un respiro più profondo.
Anche se vado in miniera, anzi, soprattutto…
Viceversa, se mi esercito sì al respiro, ma con l’immagine interiore che il mio nutrirmi di aria non sia agevole, e il prendermi lo spazio, e la soddisfazione e il desiderio, siano difficili da sempre per me, il mio respiro non si sbloccherà mai.
Quindi il problema vero è liberare l’aria dentro la mia testa, nell’immaginazione che ci emozioni, e poi fuori, soprattutto in situazioni soffocanti.
Tanto più che –come abbiamo visto nella “Ferita è un Dono” e negli articoli connessi– non è mai il problema effettivo a suscitare il blocco, ma è il mondo interiore, caratteriale, a farci ritrovare in situazioni che inibiscono il respiro e il diaframma -al lavoro e negli affetti- proprio in misura di 1 a 1 con i permessi che sentiamo possibili per noi fin da bambini.
C’è ‘l’andare in miniera’ effettivamente, fuori, perché vedevo solo quella, dentro, fino ad un attimo fa.
Per questo abbiamo bisogno di rifarci al principio, semplice e universale, che l’energia c’è sempre e non si discute mai.
E occorre rifarci al massimo grado a questo assunto, in modo che la sua portata sia travolgente. Altrimenti, “un po’ più di energia”, non stura le nostre passioni.
E ci sono solo situazioni che ci nutrono di energia e altre -dove ci andiamo a ficcare- che ce la tolgono. Punto. E poi punto. E poi punto.
Ed è qui che tutto cambia. E’ da qui che dobbiamo tornare a respirare. Dal buco del culo del mondo dove sentiamo di esserci andati a rintanare. Da questa scrivania. Perché qui siamo adesso.
Solo in questo modo, strato dopo strato, abitudine dopo abitudine, togliamo restrizioni e apriamo rigenerazioni.
L’energia c’è o non c’è.
Tu inizia a respirare davvero.
E a decidere che respirerai sempre di più.
Per tutto il resto della tua vita.
E che nulla può per principio minacciare e compromettere il tuo respiro.
Poi, ovviamente, lo capisci anche da solo che hai d’agganciare il respiro ad ispirazioni interne diverse e migliori per te.
Continua la Lettura: l’Energia 2.0
Me ne accorgo ad un certo punto, allorché…
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