8. Non c’è più Sordo di Chi Non Vuol Sentire il Corpo

Un pensiero crea un modo di sentire, una scarica elettrica, elettromagnetica, un’energia, che noi chiamiamo emozione, la quale influenza a sua volta il pensiero e così via.

Una serie ripetuta di associazioni tra pensieri ed emozioni crea un atteggiamento.

Una serie di atteggiamenti crea una convinzione.

Una serie di convinzioni crea il carattere. Un sistema per intendere il mondo che noi chiamiamo carattere.

Formazione del Carattere

  1. PENSIERO > EMOZIONE > PENSIERO
  2. SERIE DI PENSIERI ED EMOZIONI > ATTEGGIAMENTO
  3. SERIE DI ATTEGGIAMENTI > CONVINZIONE
  4. SERIE DI CONVINZIONI > CARATTERE

Sto lavorando con una persona con un carattere rigido in queste settimane e mi vengono in mente alcune categorie che sono solo nella testa del rigido:

  • “Le cose si fanno prima con sacrificio e poi con piacere”.
  • “Se mi dici di fare una cosa, io -stai sicuro- che farò il contrario”.
  • “Scherzi? Non posso andare a dormire se in casa non è proprio tutto ma tutto-tutto a posto!”.
  • “Ma no! Prima di fare l’amore o di concedermi un piacere, occorre che ci siano tutte le condizioni altrimenti come faccio a rilassarmi?”.

Di solito, atteggiamenti e convinzioni si basano sul passato e sull’attenzione all’esterno.
Ma possono essere trasformati benissimo se ci basiamo su consapevolezza e coscienza del presente per ascoltare l’interno e incidere sul futuro.

MALESSERE (CARATTERE)

  • > PASSATO > PRESENTE
  • > ESTERNO > INTERNO

E se quindi, con consapevolezza, ci de-programmiamo dal passato e ci ri-programmiamo per il futuro.

BENESSERE (RISORSE)



  • > PRESENTE > FUTURO
  • > INTERNO > ESTERNO

Questo si fa in terapia, corporea bioenergetica, ma anche nelle pratiche degli esercizi bioenergetici, che cessano di essere un semplice modo per stare un po’ meglio e diventano, con questa coscienza, un prezioso strumento di evoluzione personale.

In che modo possiamo lasciare definitivamente il passato e ri-programmarci per il futuro?

Attraverso 3 elementi:

1. Il primo è rimettere il corpo al centro della nostra vita. In realtà ci siamo dimenticati quello che sapevamo da bambini e che da grandi, vivendo malamente, ABBIAMO RIMOSSO:

Se stiamo bene e siamo felici
lo sentiamo nel corpo.

E cambiare settimana dopo settimana le associazioni tra pensieri ed emozioni ri-mettendo il corpo al centro della nostra vita. Come fanno i bambini e come facevamo quindi anche noi alla loro età.
Non “un po’ più di corpo”, bensì cosa sento ora nel corpo che considero di nuovo al centro della mia vita.
Lo stress, pensate un po’, non è altro che perdere di vista il fatto che se ci sentiamo bene o male lo sentiamo dove sono le emozioni, il sentire, che diventa importante nel cambiare i pensieri, e non più viceversa, se siamo sempre e soltanto nella testa.

Questo è il contributo sostanziale di Lowen e della Bioenergetica.

2. Sviluppare delle Meditazioni Attive di Movimento, quotidiane, legate ad immagini interiori.

Su questa base corporea, le meditazioni di movimento sono il secondo elemento di progressione verso il benessere, perché indirizzano la nostra vita su una pratica e sintonizzazione, connessione, con noi stessi attraverso il corpo.

Pensate alla parola connessione e a quanto abbia assunto un significato e una presenza primari nella nostra vita e nei nostri discorsi dal punto di vista virtuale e tecnologico.

E quanto appunto diventa necessario a livello vitale, esistenziale, radicale, affrontare allora, al contrario, in direzione opposta, la connessione con noi stessi.

Perché il benessere e la terapia e questa connessione possono funzionare solo attraverso il corpo? Perché il corpo è la nostra rappresentazione che per definizione deve per forza rispettare le leggi della natura. Distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Se ho appunto messo il corpo al centro della mia attenzione.

Se invece mi fisso sempre allo stesso modo su una pretesa nella mia vita, per continuare a stressarmi, devo staccare la connessione col corpo.
Se al contrario me la impongo e la rispetto tutte le mattine, tale sintonizzazione su che cosa sento nelle viscere, nei tessuti… E se imparo a rilassarmi ad un livello che avevo perso come possibilità nel corso dei decenni, il mio corpo e le emozioni ad esso legate mi dicono se la natura, l’universo e quindi la mia salute, il benessere, la pienezza, sono d’accordo con i miei scopi o se sono appunto stressanti e in emergenza e in allarme.
Non c’è più sordo di chi non vuol sentire il corpo.
Per questo nelle meditazioni bioenergetiche, non c’è inizio né fine, c’è solo ascolto, consapevolezza ed esperienza corporea ed emotiva.

Ed è per questo che le intendiamo come meditazioni corporee di movimento e non quali semplici esercizi corporei.

Occorre tuttavia indirizzare queste esperienze attraverso fantasie guidate, con tutti i sensi attivati, verso visioni di noi che ci muoviamo con immagini interne diverse e ci evolviamo secondo nuove possibilità.
Ciò vuol dire davvero de-programmarci e ri-programmarci sul serio per ciò che desideriamo nel nostro presente, il quale solo così si realizza OGGI, prima, per svilupparsi, poi, nel futuro.

Tutto questo processo, a nostro avviso, permette di avere maggiori risultati ad esempio rispetto alla mindfulness, come del resto accade in meditazioni più profonde e radicali, decisamente più corporee, quali la Vipassana o ad altre tecniche più sintonizzate appunto sulle emozioni che scaturiscono dal corpo.

Solo qui, a questo livello, si arriva davvero a dei cambiamenti reali, proprio perché -al contrario- semplicemente seduti e senza aver lavorato col corpo prima, non si ha un trasformazione di stato, cosa che invece avviene in una classe di bioenergetica.

E -come secondo motivo- perché solo meditando con una pratica corporea e una pulsazione, ci si suggestiona secondo esperienze di visualizzazione profonda e simbolica, approfondita, anziché solo accennata e ripetuta sempre uguale. Vale a dire che muta proprio prospettiva la meditazione bioenergetica dove ci muoviamo immaginando simbolicamente la nostra vita, rispetto alla semplice e pur preziosa coscienza compassionevole della Mindfullness.

Ma come terzo elemento della triade che maggiormente funziona per la famigerata felicità, manca ancora l’aggiunta determinante:


3. Emozionarsi ad un livello alterato di coscienza.
Cambiare la frequenza di funzionamento delle Onde Cerebrali mentre si rispettano insieme i due elementi precedenti: corpo e meditazione attiva.

Vale a dire che occorre considerare, mutare, incidere sul livello di funzionamento del cervello, attraverso le onde della frequenza a cui funzionano i nostri pensieri.
Esistono le onde Beta, Alfa, Tetha, Delta, e se io imparo a meditare su una base corporea, in uno stato di trance, cioè di coscienza alterata, arrivo a pensare come mentre dormo o sono appena sveglio.

Schema della nostra piccola felicità

  • Corpo
  • Meditazione Attiva di movimento + immagini motivanti
  • Emozioni ad uno stato alterato di coscienza.

E mi sono reso conto negli ultimi mesi che tutte le discipline del benessere trattano di questo stato alterato di coscienza, dove il cervello può usare fino al 95/98 % delle sue possibilità altrimenti inespresso.

La quantistica, il theta healing, l’autoipnosi, lo sciamanesimo, le meditazioni dinamiche di Osho, la tradizione orientale delle meditazioni, le pratiche buddiste, come abbiamo visto ai punti precedenti, permettono a tutto il lavoro di Lowen su consapevolezza, espressione e padronanza di sé, di arrivare a compimento in modo più completo e accelerato.

Ma scusate, qual è l’obiezione che noi tutti, terapeuti corporei abbiamo sempre fatto a psicanalisi e terapie cognitivo comportamentali? In cosa consiste questa famosa terza via, fin dagli anni ‘60, rappresentata dalle nostre terapie umanistiche, oltre appunto al lavoro dei due grandi blocchi culturali, di Freud (Psicanalisi) e di Skinner (Comportamentismo) degli inizi del ‘900?
Nella parola.
La parola, i discorsi, i fiumi di considerazioni, concetti, astrazioni, non arrivano a niente fino a che non vengono irrorati da emozioni, corpo ed energia.
Solo se cambiamo stato di funzionamento, nel corpo, nell’attenzione all’interno e al potenziale, e nel funzionamento cerebrale creativo ed infinito, allora qualcosa smette di essere sempre uguale, lunghissimo e sterile.
9 anni di terapia solo di parola per due volte a settimana producono molti meno cambiamenti di 1-2 anni di approccio combinato di questi 3 elementi: corpo, meditazione e Funzionamento del cervello.

Ciò perché oggi tutti i nuovi approcci al benessere illuminano altre strade da integrare.
Per il bene comune di tutti.

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Oppure inviaci un messaggio con la tua richiesta all’indirizzo:

marco.digiovanni@analisibioenergetica.com

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