Il sesso è come il sonno.
Non se ne può fare a meno,
ma uno non passa tutta la vita a letto.
(Evan Hunter)
È sempre possibile svegliare uno che dorme,
ma non c’è rumore che possa svegliare
chi finge di dormire.
(Jonathan Safran Foer)
1. Non Dormire è un’Abbondanza
Non dormire è una mancanza?
Risposta banale, direte voi.
Eppure, non è una mancanza di sonno: è la rappresentazione che nella nostra vita manca qualcosa.
La mancanza di riposo notturno allora, in questa luce, è preziosa, ci dice qualcosa. Ci mantiene attivi, solo che non sappiamo decifrarla. Tutto qui.
Quindi Non Dormire è un’Abbondanza?
Certo che lo è.
E Questa sola differenza può cambiare completamente la nostra serenità.
E comunque una cosa sola è certa: non dormire è la presenza di uno stato di veglia che si protrae.
La scoperta della Legge della Mancanza e dell’Abbondanza, in terapia, nel counseling, re-indirizza di solito verso quella che è una delle Leggi più importanti dell’Attrazione: quanto viviamo nella mancanza e quanto nell’abbondanza.
Quindi, se Non Dormire è un’Abbondanza, il secondo punto per partire alla ricerca del sonno perduto è:
2. L’Abbondanza di Veglia è un Segnale
Non vi è mai capitato, infatti, di dormire tanto, magari in vacanza, e di continuare a riaddormentarvi in senso buono, rilassato, riposato?
Ci sono infatti diversi tipi di insonnia. Solo che chi non dorme bene -ormai da tanto tempo- non sa più bene perché.
Concentratevi allora e appuntate quanti tipi di cause ci sono alla vostra mancanza di riposo notturno.
Perché non dormo?
Per:
- preoccupazioni diffuse
- insoddisfazione generale
- conflitti con gli altri che mi lasciano scosso
- atteggiamento tormentato che ho nei confronti di me stesso/a
- non mi viene da dormire semplicemente
- mi sento nella testa, continuo a pensare
- cattive abitudini prese ad esempio da giovani oppure con i figli piccoli
- è di famiglia, a casa mia non si è mai dormito tanto
- non ho mai tempo per me, allora faccio tardi la sera e alla fine mi passa il sonno
Se avete contrassegnato almeno uno di questi elementi, vi gioverà sapere che non sono tanto queste cause, ma il significato che noi attribuiamo loro a togliervi il sonno.
E’ che non dormire rende felici… ecco tutto.
3. Non Dormire Rende Felici
Rimuovere il problema del sonno: chi non dorme vuol essere più felice, soddisfatto e risolto.
Non ve lo ricordate, eh? Allora pensateci.
Una volta abbiamo portato a casa una nostra amica all’alba -a quell’ora ormai solo mezza ubriaca- e l’abbiamo consegnata tra le braccia della madre. Avevamo passato una notte in barca a remi, non so più in quanti, e credo che la barca non fosse nemmeno nostra. E allora? E’ questa la felicità? A 18 anni? Certo che lo è! Può essere qualcos’altro?
Quando è stata l’ultima volta che morivate di sonno e poi, all’una o alle due di notte, dopo che è passato il torpore, vi siete goduti la notte fino al mattino? E al momento di andare a letto, non c’era più verso di prendere sonno… E il giorno dopo? Un desiderio di dormire, non potendo minimamente permettervelo? Cercate di appuntare tutto ciò che vi viene in mente. E state lì: potrebbe arrivarvi un ricordo o una suggestione di momenti indimenticabili della vostra vita ormai rimossi. Oppure –meglio- di qualcosa che vi renderebbe felice davvero ma non vi arrischiate più nemmeno a pensarlo.
Ma caro Marco, abbiamo ormai 30 anni, i figli, passati i 40, quasi 50 e già sulla soglia dei 60. Come facciamo?
Abbiamo mai visto le persone che stimiamo fare distinzioni d’età? Anche solo quelle che abbiamo ammirato per la vita che fanno. Pensateci un istante per favore.
Il “capitano” della barchetta che ci portava con i figli in un’isoletta a fare il bagno, quanti anni avrà avuto? E può immaginare una vita diversa solo perché passano gli anni? Ma neanche per idea.
Siamo noi che viviamo nella testa, amici miei. Condizionati e pieni di stereotipi. I miei amici Mario, Ottavio, Dimitriu, che ristrutturano case e vivono abbondantemente –non nel senso economico!-del loro lavoro, non potrebbero pensare di essere diversi da come sono tutti i giorni e non anticipano la vita.
Il senso della vita (anche questo me l’ha insegnato il lavoro bioenergetico d’integrazione corpo-mente-emozioni…) non è mai nel riposo costante, ma nell’alternarsi tra cariche profonde di energia e momenti di scarica altrettanto profondi… E sempre al più intenso livello di profondità, a prescindere dall’età. E’ proprio questo è il segreto.
Non c’è età senza emozione.
L’emozione non ha età.
4. Il Sonno Non Presuppone il Riposo
Il riposo pretende attivazione.
Il riposo rigenerante, quello vero, richiede di attivarsi sempre e comunque, con emozione e desiderio.
Smettiamola di ossessionarci con il dormire come priorità.
E occupiamoci solo di ciò che ci rimette in circolo interesse, adrenalina, soddisfazione.
Si dorme bene, benissimo, solo dopo “qualcosa” d’importante. Questa è l’unica verità che conta. E lo sappiamo. Punto.
E il furore? Che ci lasciava notti in bianco a camminare? Ad imprecare? E la delusione, la tristezza, l’abbandono? E quell’urgenza che ci ha preso di risolvere tutto questa precisa intensa e indimenticabile notte? Dov’è finito?
Sapete un’altra cosa? Tutto ciò che ci ha illuminato o incasinato la vita lo abbiamo realizzato di notte.
Ricordo una sera in cui in preda a sconvolgimenti interiori per una ragazza (eh sì, le donne ci rovinano), tornai semplicemente a casa a piedi, scomparendo agli occhi degli amici. Abitavo a Roma a quell’epoca. Erano tra 20 e 30 chilometri… ma non ho nemmeno il ricordo del cammino fatto. Era un cammino interiore, necessario.
Riscopriamo il necessario, per dormire.
Quindi? Quindi non dormite. Ecco tutto.
Ma sì, è un paradosso, però è molto vero.
Ricordate? Il problema è nei modi: il paradosso è dentro il nostro sistema di riferimento interiore, non è assoluto. Non appena si approfondisce, si svela, si scioglie, si risolve.
Dico sempre alle persone che incontro: cambia la tua vita come se andassi a vivere in India senza andare in India. Fai un grande cambiamento, di decisione, di atteggiamento. La ricerca, che seguirà, sarà solo il viaggio, ma la luce nel cammino l’hai messa tu, cambiando completamente modo di affrontare le cose… Ma se non metti in conto di affrontare con vigore stravolgimenti delle tue abitudini, comportamenti molto diversi dalla norma e non dormire qualche notte, allora stai fresco.
La notte è il momento della verità, quello più profondo, quindi potenzialmente anche più felice. Solo se però scegli A PRIORI intensità, profondità ed entusiasmo. Riprendine lo spirito; e il corpo, le tue emozioni e la tua testa risponderanno al sincrono. Sono anni che aspettano che tu capisca che cosa loro vogliono sentirsi rispondere, che cosa desiderano che si attivi ed esulti in te(!).
L’estate scorsa eravamo come al solito in riva al mare, in una splendida pineta, nella stessa associazione culturale in cui ogni anno cerco di far conoscere la pratica bioenergetica.
E’ una specie di villaggio turistico alternativo, dove puoi praticare, oltre alla bioenergetica: yoga, contact, shatzu, movimento creativo, attività manuali, teatro, danza, ecc. (www.sognamondo.it)
Una sera, a cena, una signora si alza e –davanti a 100 persone- informa tutti di una particolarità del posto: la spiaggia lunghissima su cui si estende la pineta ha un aspetto unico del suo genere; si può vedere da un lato il sole all’alba sorgere dal mare, e dall’altro lato tramontare alla sera, sempre nel mare. Emozionata, invita così tutti a cogliere quest’occasione, alzandosi tra le 5 e 30 e le 6 del mattino e poi al pomeriggio, a tardare la cena, fermandosi in spiaggia fino alle 8 di sera. Effettivamente, commentano tutti, è davvero un regalo prezioso.
Sapete quanti di noi hanno accolto l’invito? Una minoranza. Perché? Perché cambiare le abitudini richiede, sull’altro piatto della bilancia, un piacere enorme, una rivoluzione, un premio talmente importante che sradichi le pigrizie.
Esattamente ciò che succede in una pratica bioenergetica: spesso non ci va di essere “qui ed ora” e ci costringiamo agli esercizi per poi solo alla fine scioglierci completamente e sentire –rilassati e rigenerati- che è la strada giusta.
Sapete infatti alla fine chi ha visto l’alba?
Un folto gruppo di amici che -trascinati da una notte di balli in strada per la festa del paese- alle 4 di notte aveva deciso di aspettare l’alba. Quindi, non qualcuno che rinunciasse a 2 ore di sonno, ma chi aveva scelto di non dormire per niente (!).
Più grande è più facile. Eccolo “The Secret”.
Si segue la strada del piacere: di ballare fino a mattina e poi ancora piacere nel vedere l’alba, nonostante la stanchezza.
Ecco la verità che sente il nostro corpo.
I racconti, i visi e le emozioni di queste persone raccontavano da soli l’intera notte passata in pizziche e tarantelle e culminata con un’alba spettacolare.
E il giorno seguente la loro priorità non era certo recuperare il sonno, ma lasciarsi andare all’arricchimento ricevuto, abbandonandosi gradatamente ai ritmi del proprio corpo, fino a godersi il naturale riposo.
5. Il Sonno è la Metafora dell’Accettazione
La notte ci fa chiedere: oggi dove sono al momento esatto in cui me lo chiedo?
Nella parabola dell’esistenza, questo momento è proprio dove voglio stare? Si chiama notte, ma dovrebbe chiamarsi bilancio.
- Ho riposato bene questo bilancio…?
- Sto bene con me stesso alla fine di questa (intensa?) giornata?
- E con le persone che mi hanno accompagnato questa sera, come sto?
- Insomma, che grande cambiamento sono costretto a tentare, per non fuggire più questa urgenza che mi prende di notte?
Se vuoi, puoi appuntare indicazioni utili su questi aspetti (qui sotto se stampi questa nota oppure su un foglio a parte):
Una persona a me cara lotta letteralmente con il sonno. Legge fino a tardissimo, fino poi a svenire e a dormire di un coma così profondo che la casa può anche crollare.
Un’altra persona altrettanto cara ha dovuto diventare volontaria della croce rossa e passare una notte o due a settimana in bianco, ma felice, motivata, coinvolta, per poter dormire di un sonno profondissimo le altre notti di quiete.
Quali strade voglio provare? Le elenco dettagliatamente qui di seguito e le provo. Punto. E la smetto di raccontarmi fandonie.
In questo senso:
6. Dormire Non Riesce Quando è una Pretesa
Il Sonno non esiste. Perché non esistiamo noi mentre dormiamo. O esistiamo in un’altra dimensione. Possiamo scegliere: dimensione migliore o peggiore?
Quindi… dormire non riesce quando è una pretesa.
Sinceramente, io pretendo di dormire?
In base a quale assunto? Ci chiediamo che cosa manca per dormire, e viviamo nella mancanza? Perché, sinceramente?
Eppure, il paradosso del non dormire è la ricerca che ci dà: il sintomo-segnale di questa forza immane che ci tiene svegli: per fare che? Questa è la domanda. Ma senza sentirlo come una mancanza indicibile e non affrontabile. Per fare che cosa di praticabile e concreto? E’ questa la risorsa estremamente utile della nostra fisiologia. I bambini si attivano per qualcosa di molto presente e raggiungibile, non per le nostre paturnie irrealizzabili.
E la risposta può essere banale: una questione puramente procedurale. Di rituali, di abitudini. Tutto essenzialmente qui.
Lo sapevate che un certo tipo di piacere è proprio del gioco? Del divertimento? E favorisce la sensazione di sicurezza, che porta al sonno? Il gioco si fa quando si è sicuri. L’ho imparato in un corso. E quando si è sicuri, si dorme.
Sta a noi cercare la nostra forma migliore di gioco che ci piaccia. A me ad es. alcuni tipi di film o di divertimenti non mi predispone affatto al sonno, altri sì: piombo svenuto sul divano dopo 10 minuti secchi…
Al contrario, chi non prende le cose per la loro verità, naturalità, si blocca, fa delle abitudini le proprietarie della propria vita, della volontà (di testa) la propria canzone, ripetuta ad libitum. E allora VUOLE -anche se in realtà NON VUOLE- dormire, a tutti i costi… Ma non fa nulla per attivarsi, interrogarsi e finalmente, soddisfarsi, prima di dormire.
Ci credereste? Il motivo per cui non si riesce a dormire è soltanto questo: non facciamo nulla per vivere meglio e quindi dormire meglio, se non prendere delle pillole, con una pigrizia assoluta.
Non è facile da accettare, vero?
Non dico che non facciamo proprio nulla, ma solo che a noi SEMBRA di attivarci, invece non prendiamo la direzione giusta. Non le proviamo tutte, le alternative, come dovrebbe essere.
In sostanza, la domanda è una: il problema è il sonno? Se sì, allora non dormirò. Perché è sbagliato il modo di vedere il problema. Il sonno non esiste.
Nel libro pietra miliare della mia giovinezza, “Le Parole Per Dirlo”, di Marie Cardinal, lei arriva a rivolgersi ad un analista quando è talmente a terra mentalmente e fisicamente che ha continue perdite di sangue, come se avesse perennemente le mestruazioni, incontenibili dagli indumenti. E’ il motivo più avvilente che la porta in terapia. Ma l’analista ignora letteralmente il sintomo: “le sue perdite non esistono. Non mi interessano, passeranno. Parliamo di cose più importanti”.
7. Che cosa posso fare mentre non dormo?
Esatto, siamo sulla strada giusta. Qui è utile ri-considerare tutte le possibilità. Viceversa, molti si confinano a letto, “in attesa” di dormire.
Mentre, in realtà va bene qualsiasi azione concreta in risposta alla domanda di veglia: stilare una lista il più completa possibile delle attività semplici o complesse che possiamo compiere. E provarle e riprovarle una ad una, nessuna esclusa. Rimarrete sbalorditi. Ricordate: vale tutto. Dall’uscire sotto la pioggia ad andare a ballare il tango. Alcuni fanno le pulizie di casa. Altri invece si dedicano a lavori creativi. Ma ognuno di noi ha in sé la risposta, basta non darsela con la testa e il ragionamento. E provare in maniera inconsueta.
Che cosa non ho provato sinora, perché magari mi sembrava troppo strano?
La soluzione, se non è personale, non è. Se non è mia, non funziona per me.
Potrebbe essere che non dormo proprio perché cerco da troppo tempo di uniformarmi a modi di vivere e di risolvere i problemi che non sono miei, ma solo pubblicamente accettati dai più? Ci ho mai pensato?
La soluzione, se non è strana, non è.
Nei corsi di vendita, comunicazione, management, ho approfondito per 20 anni che se vogliamo cambiare le cose NON dobbiamo compiere sempre la stessa azione con maggior determinazione. E’ l’errore che facciamo tutti perché continuiamo imperterriti nel “fai da te”. Che ci blocca e irrigidisce.
Nelle situazioni più difficili i problemi si risolvono soltanto programmando almeno 5 tipi di SOLUZIONI (AZIONI) diverse. E poi provandole una dopo l’altra.
Se voglio provare ad alzarmi di notte per andare a ballare il tango, occorre che mi sia iscritto ad un corso e che sappia dove andare. In almeno 5 posti diversi. Oppure almeno 5 attività tra cui il tango. Non posso provare solo col tango, “perché me l’hanno detto”.
Ho da scrivere almeno 5 possibili motivi per cui non dormo? Li scrivo e li affronto in 5 varianti diverse. Sono 25 azioni concrete per migliorare il mio benessere e quindi il riposo.
Ho individuato almeno 5 azioni (semplici o complesse!) che posso tentare per dormire meglio? Le provo in modo programmato. E non mi sposto da qui: cambio ogni sera tipo di soluzione. Fino a trovare, garantito, il mio modo di vivere la veglia, che mi predisponga al sonno (ma non come obiettivo principale!).
Vivere è semplice se ci apriamo. Si complica se ci chiudiamo.
Quali sono i 5 motivi possibili secondo me per cui non dormo?
Quali sono almeno 5 attività differenti che posso provare la sera, prima di dormire?
Quali sono le 5 azioni diverse che posso tentare per ciascuna delle 5 attività di cui sopra?
(Esempi:
- Leggere 5 categorie di libri di generi diversi e provarne 1 ogni sera, fino a che scopro che un tipo di libro mi fa dormire molto di più
- Alzarsi per fare 1 azione di un tipo, quale? E programmarne 5 alternative dello stesso tipo: ad es. guardare film o programmi? Allora scegliere almeno 5 generi diversi, 1 per notte, fino a che troviamo quello che ci fa cadere svenuti dal sonno
- Assistere a conferenze su ted.com, su quali temi? 5 argomenti diversi e provare
- Alzarsi per fare un’altra azione, quale? Ad es. fare esercizi di rilassamento? Scegliere almeno 5 tipi di esercizi, 1 per ogni notte (o settimana) in cui non dormo come vorrei: es. 5 Tibetani, Yoga, bioenergetica, Chakra, stretching dei meridiani. Troverò quella che mi connette maggiormente al sonno. Oppure (meglio!) che mi faccia scoprire mondi nuovi, che è la chiave di tutta la faccenda. Questo è il senso! Che cosa posso scoprire, imparare, che cosa mi può far ancora vibrare? E programmo il modo inaspettato e non conforme in cui scoprirlo.
E più in generale:
Che cosa mi spinge a fare -al mattino dopo- il non dormire?
Come posso ri-organizzare le mie serate, la mia vita privata, le mie abitudini, il mio entusiasmo, rimettermi in discussione A PRESCINDERE DAL SONNO, SENZA PROPRIO NEMMENO CONSIDERARLO? Allora sì che siamo in dirittura finale per un riposo NON così importante e quindi -poi- profondo come la vita che abbiamo scelto fino a un momento prima di chiudere gli occhi.
Se vivo profondo, dormo profondo.
Io conosco gente che va al lavoro direttamente dal tango. Senza problemi di età. E la notte dopo, dorme sonni da bambino.
Quindi questo punto prende in considerazione la struttura entro cui inseriamo il nostro modo di vivere. Come arriviamo all’ora e al momento di dormire. O di non dormire (!).
8. Che cosa stavo facendo le volte in cui ho dormito profondamente?
Chi dorme bene, cerca di non dormire per vivere appieno. E quando dorme, cade svenuto dal sonno.
Qui la questione matura nella sua essenza: smetto di preoccuparmi del riposo per iniziare con piacere ad occuparmi della veglia.
Che cosa NON mi farebbe dormire? Che cosa di eccitante (exciting nel senso inglese, di attivazione) mi terrebbe sveglio?
Dormire non riesce invece quando è troppo spesso una decisione impositiva. Cioè volontaria, di chiusura e non di ascolto e di apertura. Con il sonno la volontà?! Maddai!
Allora, recuperiamo i ricordi: che cosa facevo, nei periodi in cui dormivo profondamente?
9. Perché in verità non dormo?
Qual è il motivo? Che cosa mi sto raccontando, in verità? Questa è una domanda infinitamente più corretta. (E la mattina dopo ne parlo almeno con qualcuno, con molta sincerità!).
E porsela ogni volta, provando però poi -fissata un’ipotesi di risposta- ad approfondirla di giorno, senza rimuoverla fino alla prossima insonnia.
10. Quale Aspetto Vitale Rimetto in Discussione?
Questa è la domanda delle domande: se abbiamo finalmente affrontato il perché non dormiamo, andiamo ad incidere sulla profondità e la radice.
“Smettila di fare lo struzzo -ti dice da tempo la voce dentro di te- non vedi che non stai vivendo per niente come vorresti? E io –piccola voce dentro di te- non posso far altro che tenerti sveglio per ricordartelo”.
Non puoi cambiare questioni strutturali come lavoro e relazioni? D’accordo. Ma puoi iniziare ad interrogarti, magari con l’aiuto di un esperto o di testi o di amici fidati, su che cosa ti piacerebbe o solo potrebbe aiutarti a vivere meglio.
- Chi ho contattato per risolvere il problema (nessuno? Allora chi posso contattare?)
- Quanti e quali libri ho letto sul mio problema (qualsiasi problema, soprattutto quello di cui il sonno è solo il sintomo)
- Quante ricerche ho fatto su internet? Quali?
- Quanti e quali tentativi concreti ho effettuato con decisione, per cambiare le cose?
Come diceva un cabarettista: “E’ chiaro ‘stu fatto?”.
Vediamo adesso concretamente, punto per punto, come fare:
Vai agli approfondimenti:
- L’insonnia è di Chi Non Usa il Corpo
- Dormire bene: Check –list
- Questionario sul Sonno
Oppure ritorna a ciascun punto per stampare e compilare le risposte:
Riepilogo:
1. Non Dormire è un’Abbondanza: Lode Al Sonno Perduto
2. L’Abbondanza di Veglia è un Segnale
3. Non Dormire Rende Felici
4. Il Sonno Non Presuppone il Riposo
5. Il Sonno è la Metafora dell’Accettazione
6. Dormire Non Riesce Quando è una Pretesa
7. Che Cosa Posso Fare Mentre Non Dormo?
8. Che Cosa Stavo Facendo Tutte le Volte in cui ho Dormito Profondamente?
9. Perché in Verità Non Dormo?
10. Quale Aspetto Vitale Rimetto in Discussione?
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