Visione Radicata: 38. Ognuno Ha la Metafora che si Merita

Le metafore puzzano.
Citazione di una vecchia storia
ambientata a Venezia nel ‘700
che non riesco a ricordare.
Le metafore agiscono anche sotto la coscienza?

A Ciascuno la Propria Metafora. In ogni momento.

Qual è la tua?

 

Ho chiesto recentemente ad una bambina:

– “Angelica: cosa fate domattina?”
– E lei ha risposto. Ci svegliamo, giochiamo. Ci alziamo, facciamo colazione, con tante cose buone, ad esempio… e poi giochiamo, poi ci prepariamo, usciamo e andiamo a vedere dei nostri amici che comunque vediamo anche quando non andiamo a scuola. E giochiamo.

 

Per me che l’ascoltavo, il respiro, le emozioni, le immagini che vedeva Angelica mentre parlava, erano vive e presenti, coinvolgenti e vitali.
E sono state un’esperienza. Perché lei si muoveva col corpo e tutti i sensi, dentro le immagini che raccontava. Come in un balletto.
Le rappresentava da dentro, se capite ciò che voglio dire.
Si trasportava facilmente nell’assaporare quelle situazioni, e lo faceva momento per momento.
E, da lì, raccontava, come in un resoconto dal vivo, come se già lo vivesse in prima persona.

I bambini non pensano, raccontano storie che palpitano, narrano testimonianze vitali.

E così accade ogni volta che ciascuno di noi adulti, più raramente, prova qualcosa di semplice e significativo allo stesso tempo.

Ora, c’è un segreto? E come fare a ri-scoprirlo?

La grande rivelazione della terapia corporea bioenergetica è che, tutte le persone, nessuna esclusa, proprio ciascun essere umano su questa terra…

… o ritrova per prima cosa questa sintonizzazione attraverso il puro coinvolgimento, la soddisfazione di vivere emozionandosi…

…oppure arriverà invariabilmente uno scampato pericolo, un sintomo, un guaio, un blocco, un piccolo o grosso problema, a riportarci con urgenza a questa priorità.
E questo messaggio che la realtà ci manda, sarà piccolo se la distrazione dal vivere il presente sarà piccola; mentre sarà via via più grande se proprio non ci vogliamo sentire.

 

Perciò, che fare? Occorre per forza avere un’ispirazione, una metafora, una realtà interiore molto evidente anche da fuori, che ci guidi, come un amore o una condizione appunto di leggerezza e intensità insieme, come i bambini.

E occorre avere dei riferimenti per mantenere questa condizione.

Abbiamo visto negli anni, nei clienti in terapia, che noi esseri umani abbiamo necessità di istruzione per questo benessere, altrimenti veniamo travolti dall’incalzare degli eventi.
E ciò solo perché la nostra educazione occidentale, ha limitato molto la spontaneità e le emozioni sentite con il corpo. E così, il coinvolgimento emotivo puro e spontaneo dei bambini, per un adulto è vissuto solo come un lusso, un privilegio, una rarità, buono solo per chi se lo può permettere.

Mentre invece, il segreto del benessere è riprendersi lo spirito dell’infanzia. In terapia lo si re-impara, come primo passo di consapevolezza.

Allora è bene ribadirlo a noi stessi ogni mattina, ma non ossessivamente, non “di testa”, bensì con una storia, una metafora, una narrazione.

Per questo, come si è visto negli altri punti di questo ennesimo scacco al malessere, abbiamo costantemente bisogno di una visione, una storia che ci guidi.

E può avere livelli diversi di concretezza. E’ ovvio che più concreta e fattuale la troviamo, e più benefici ci porterà. Ma, per adesso, limitiamoci a ribadirne l’essenzialità, il “necessario“ del fenomeno. Poi, vedremo che proprio con gli Atti Simbolici, rendiamo le nostre storie interiori sempre più reali ed efficaci.

La metafora può essere più d’una. Ma più metafore hanno da essere legate tra loro da un senso comune.

E possono ovviamente cambiare.

Da qui l’istruzione da me ricevuta a suo tempo in terapia e passata poi, ogni giorno, ad ogni mio cliente:

Trova la Tua Metafora. Scegli la Tua Essenza.
Se non lo fai coscientemente, lo fai comunque,
come puoi, improvvisando e senza rendertene conto.
Allora non è meglio saperlo e viverci bene dentro?

 

Che cos’è una metafora?

Dal Gioco, al part time, dal sentirsi in vacanza o in viaggio, dal lavorare per hobby, dal perseguire la propria arte, dal partecipare sempre al proprio sport, queste sono tutte metafore della propria CONDIZIONE di Benessere.

Per trovare l’ispirazione adatta a ciascuno di noi, basta rispondere alla domanda:

qual è la condizione e quale il momento in cui ti sei sentito o ti senti abitualmente meglio, oppure molto bene, coinvolto, sereno, leggero e senza nulla che ti manca?

E, come vedete, non per tutti è facile rispondere. Ma se qualcuno ci guarda perplesso, la nostra reazione, di solito è:

Se non ti dai, nella terapia, un obiettivo manifesto di benessere, come puoi pensare di star meglio solo incidentalmente?

Quindi, ogni metafora risponde ed è legata al senso che ha la difficoltà caratteriale del singolo.

Attenzione però, si chiama metafora, o storia, o condizione esistenziale che ci ispira, proprio perché non dobbiamo necessariamente praticarla nella realtà in ogni momento. Perché spesso non possiamo.
E’ proprio una connessione emotiva, una sintonizzazione quotidiana su un’atmosfera e un funzionamento di noi stessi che ha reso una volta / o renderebbe / o renderà / la vita più fluida e le energie più nutrite.

Prendiamo, ad esempio, che alla domanda di cui sopra: cos’è che ti fa sentire molto bene, qualcuno risponda: il mio hobby, la recitazione, la pittura, o il volontariato, lo shatsu o lo yoga.
E seguiamo, sempre come caso, la recitazione.

La metafora che possiamo proporre, è semplice: cosa succederebbe alla tua vita se tu ti considerassi un attore? Se stessi sempre preparando uno spettacolo?

In altre parole, se questo hobby che dici essere così importante per te, che hai da quando sei piccolo, ma che avevi rimosso nei decenni, smettesse di essere incidentale e fosse più ispiratore e cardine del tuo stato d’animo? D’accordo: non hai potuto far l’attore e non possiamo tornare indietro. Ma puoi ispirarti di più a questa condizione che per te è di assoluto benessere?
Possiamo farlo anche solo come simulazione terapeutica? Sì? Ecco.
E soprattutto: quali conseguenze intravvedi? Come ti sentiresti, se potessi farlo tutti i giorni?

Le risposte a queste domande: mi sentirei… sono i punti forti del benessere che stiamo cercando.

Vediamole: provate anche voi a rispondere alle domande di cui sopra, prima di continuare la lettura.

Fatto? (Davvero? Ci si mettono solo 3 minuti).

E’ chiaro, poi, che questi cardini vanno dichiarati con un Atto Simbolico, di cui parliamo al punto relativo, che sanciscano un emozione chiave per noi e un’immagine più vera e profonda?

Se non vi è ancora chiaro, leggete gli altri punti evidenziati, in relazione alla Metafora, secondo lo schema:

Emozione Chiave: Togli il Bambino dal Freezer
Vera Immagine di Me: La Vera Immagine di Te, è Tutto
Nuova Metafora: La Metafora Vien di Notte (articolo successivo)
Atto Simbolico: L’Importanza dell’Atto simbolico

 

Ma se invece lo schema adesso vi è chiaro, allora ecco svelato il senso della Metafora: inquadra una strada e traccia una possibilità concreta.
E lo fa anche solo come ipotesi. Cioè come tentativo. Per poi passare eventualmente ad un’altra metafora.

Ma è ragionare secondo metafore che è importante.

Prendiamo infatti il caso di aspiranti attori che non sanno se la loro è una vera passione oppure una fuga nel sogno narcisistico, e si chiedono come fare a realizzarla appieno e senza perdersi in compromessi e soprattutto come campare e riuscire a pagare le bollette… e vi assicuro che è una condizione non rara tra i giovani d’oggi che vogliano realizzarsi…

Che cosa accade in questi casi? Che la metafora spazza via ogni titubanza, di fronte ad una verifica.

La metafora verifica.

Ecco cosa fa.

E se tu fossi un attore davvero? O un ceramista? O uno sceneggiatore? O qualsiasi altra cosa che -lo sai- puo’ farti palpitare il cuore? Che cosa sentiresti e come ti comporteresti di conseguenza? A prescindere da come passi le tue ore, e da come ti guadagni da vivere?

(Rispondi, amico lettore, dai retta. Che male potrà mai farti?).

E piano piano, così facendo, si vanno a scoprire le proprie carte a se stessi. Ed emerge, nel giro di poche settimane, nello studio di terapia, se questa è una velleità o una fuga nella fantasia, oppure qualcosa di più profondo, e che cos’altro viceversa può essere altrettanto importante.

Perché qualcosa di più ontologico e primario per cui viviamo e siamo venuti al mondo, c’è sempre.

 

Vi ricordiamo che al punto della terapia in cui siamo, non stiamo più cercando la soluzione a problemi tematici irrisolvibili. Lo abbiamo già capito e abbandonato, il sentiero della finta soluzione a temi e karma e copioni sempre uguali che fungono da specchietti per le allodole.
Si veda ad esempio il punto: Il Paradosso dell’Apparenza: i problemi non sono mai quello che sembrano.

Come caso, è frequente, in analisi, portare le solite stesse dinamiche che si ripresentano: le relazioni ad esempio.
Ma settimana dopo settimana si arriva a stabilire:

Se tu comunque vivessi ogni giorno qualcosa che ti faccia star bene, molto bene e meglio di oggi, le tue relazioni sarebbero migliori? Sì? Allora perché non ci occupiamo di questo?

E così, invariabilmente, viene smontata la grande scusa: prima avrò messo a posto questo annoso problema delle relazioni, o del denaro, o di qualsiasi altro tormentone caratteriale, e così… solo quando lo avrò messo a posto… allora potrò… fare l’attore o realizzare qualsiasi altra mia passione.

 

Tolto di mezzo questo grande malinteso, puoi affrontare la realtà concreta:
le tue relazioni sono lì che ti aspettano, mai viceversa. Non accadrà mai che tu trovi la relazione migliore per te e troverai così te stesso. Accadrà sempre che trovi te stesso, sei più vero e quindi più pronto a trovare la relazione giusta per te.

Si affronta così la verità su di sé:

Scopri e realizza te stesso. Adesso.

 

MA NON DEVI farlo necessariamente per prima cosa. Poiché, senza una bella fioritura dentro di te, potresti andare incontro alle solite delusioni.

Quindi curiamo prima la scatola che si chiama vita, l’accoglienza e lo spazio ideale e poi il regalo che c’è dentro, eventualmente, facilmente, e solo se ha da essere e porta reale soddisfazione e coinvolgimento.

E alla fine, addirittura, se anche non fossimo più in tempo -generazionalmente- per realizzare quella specifica condizione…

… resterebbero:

– La verità su di sé, che è prioritaria e mette a posto l’esistenza, preziosissima a qualsiasi età, fosse anche solo 1 minuto prima di morire.
– L’ispirazione e la motivazione corporea ed emotiva e trascinante, che è davvero proprio tutto ciò che ci manca per avere un respiro pieno e solare e quindi vivere nel famigerato benessere.
– E infine, il prezioso adattamento di quella condizione alla vita attuale: d’accordo, non posso più fare l’attore magari, tuttavia: che cosa mi fa vibrare di quella condizione che mi ispira e come la posso ritrovare nell’esistenza di ogni giorno?

 

Ora, cosa dobbiamo fare per inculcarci una buona volta queste semplici verità?

Dobbiamo seguire la natura: e lei vuole che noi ci nutriamo di belle ispirazioni, storie, condizioni, fino a quel momento, solo sfiorate e mai approfondite per il senso del dovere e/o svariati traumi più o meno condizionanti.

Più in generale, le metafore possono essere esistenziali e meno concrete, ma allo stesso modo, molto efficaci.

Una dei racconti a me stesso che mi ha cambiato la vita, più di vent’anni fa, è stata l’esortazione trovata in un libro:

“Dimettiti oggi, virtualmente, dentro di te, immedesimati nella decisione di andare in pensione ancora giovane da una vita che non ti piace, e inizia a fare un lavoro appassionante per te, che ti soddisfi così tanto che lo potrai fare per tutta la vita”.

E così ho fatto. Letteralmente. Trovando qual era quell’atmosfera in cui volevo vivere il resto della mia vita.

Vediamo altri casi d’esempio?

 

La Metafora vien di notte

Alcuni casi concreti.

 

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