Leggerezza Profonda: 50. Onorare Intensamente La Perdita

E’ sempre dura, quando muore una persona, in qualunque circostanza. Si apre un buco nel mondo. E noi dobbiamo celebrare questo lutto. Altrimenti il buco non si chiuderà piú.

Haruki Murakami

 

Una serie di eventi in questo periodo costringe me e i miei clienti a porci queste domande come bivii esistenziali, inevitabili.

Un caso in particolare, ha riportato in primo piano 3 aspetti:

 

a) L’Accettazione è un lutto. Ogni accadimento di rilievo è un trauma che scatena un processo di lutto, quindi di accettazione che è la stessa identica cosa

 

b) Le persone non sanno materialmente che fare di fronte ad una perdita, che quindi può procrastinarsi e diventare invalidante, oppure trasformarsi in una crisi che permetta di ripartire in una vita migliore, più piena di senso per noi.

 

c) Solo Onorare questa perdita con un’energia e una qualità almeno degna di quella persona o di quell’attività che non c’è più, ci dona l’intensità necessaria e spesso superiore per dare il senso reale e naturale a quel che è successo.

 

Allora, come abbiamo visto già in altre note:

  • Cosa possiamo fare per onorare le persone che non ci sono più? 
  • Cosa vorrebbero loro io facessi in loro onore, se ci fossero ancora?
  • O per superare la mancanza di pezzi di vita -come ad esempio un lavoro di decenni- che vengono improvvisamente a mancare?
  • O la salute su cui all’improvviso non possiamo più contare? Ad esempio dopo una malattia invalidante?
  • O dopo un tradimento che ci riconsegni apparentemente alla solitudine?
  • Oppure ancora dopo un attacco di panico che CREDIAMO non ci permetta più chissà che cosa…?

 

Questo è lo schema, rivelatosi cruciale, che usiamo per aiutare le persone di fronte ad un’accettazione importante:

1. Cosa ti obbliga a fare materialmente questa perdita?

 

 

2. Cosa ti fa vedere che non volevi vedere?

 

 

3. Cosa ti costringe a decidere?

Ad esempio, in un caso reale: che lo stato d’animo di nirvana assoluto da ragazzo, senza responsabilità e senza limiti, non esiste?

E poi ancora?

 

 

4. Una volta deciso quanto ti viene spontaneo dal cuore, come ti senti? Quale stato d’animo si apre, possibile?

 

 


5. E come ti fa sentire?

 

 

 

6. Cosa non sarà più la stessa, in senso buono?

 

 

 

7. E cosa fiorisce come un dono, visto che il dono c’è sempre?

 

 

 

8. E come puoi dare Luce ad X ogni giorno? (X può essere qualcuno che non c’è più o me stesso) Che lo illumini con queste stesse decisioni e consapevolezze che stai vivendo tu GRAZIE alla sua perdita? (Si veda questo articolo per i dettagli sul Dare Luce)

 

 

 

9. Come puoi immaginarlo che ride e scherza grazie alla luce che emani tu e che emoziona lui avvolgendolo totalmente? Se è un’attività o una facoltà importante che hai perso, come puoi immaginarti ancora e sempre DENTRO DI TE mentre la fai?

 

 

 

10. Come riesci a passare anche a questa persona -o a questa attività- una nuova maturità e immaginare come quella persona o attività non è forse mai stata?

Ci puoi provare?

L’universo sente se ci proviamo, ogni giorno, non se ci riusciamo.

 

 

 

11. Infine, cosa vorrebbe questa persona che tu facessi per te e nella tua muova vita in onore suo? (O quel te stesso che onorava l’attività prima della perdita). Cosa ti direbbe? Puoi immaginare il dialogo con lei e scrivere in dettaglio quali frasi ed espressioni userebbe? 

 

 

 

Quando ci accade un evento importante noi ci fissiamo a pensare, ripensare, ruminare, ossessionarci.

Al contrario, l’unica che possiamo fare, e dovremmo impararlo nelle scuole, è percorrere visioni di noi stessi auto guidate, dove poter emozionarci ancora insieme all’esperienza che abbiamo perso.

L’accettazione funziona secondo il principio che non puoi cercare fuori quello che hai già dentro.
Non puoi perdere pertanto quel che l’esperienza che è venuta a mancare ti ha lasciato nel tempo.
Nessuno può togliertelo.
L’unica cosa che puoi fare è continuare allora a lasciarti ispirare e emanare fuori quel che ormai sei grazie a quella esperienza e a quella persona, amore, attività.

la Natura non considera il vuoto. Considera il pieno. Quel che è successo quale pieno ti lascia? Non quale vuoto.

Considera sempre l’essenza di quel che ti è capitato e condividila con chi ti sta intorno, chiunque in qualsiasi occasione. E’ l’unica cosa che puoi fare. E scoprirai il più grande segreto della vita, attraverso la leggerezza profonda che ti dona, qualsiasi cosa ti faccia accadere.

C’è sempre un ciclo che riparte ad un livello più intenso.

Poichè le persone e le esperienze vissute a questo punto, non essendo più fuori, sono necessariamente dentro, 24 ore al giorno, e possiamo parlarci molto di più e onorare quel che continuano a donarci.

E’ solo uno stadio della vita più simbolico e profondo, come è giusto che sia.

E’ uno punto cruciale e naturale del nostro passaggio sulla terra. E chi siamo noi, chi sei tu, per opporti alla Natura? Ne usciresti solo prostrato e senza alcuna speranza.

Ciascuno di noi è l’insieme degli amori e delle perdite e dei momenti intensi vissuti. Gli incontri e le partenze fanno parte di questi. Perché vorremmo non fossero mai accaduti? Non possiamo.

E scrivi tutto e rileggi per mesi e mesi tutte le risposte alle domande precedenti, dando luce, ogni giorno.

E ti sentirai leggero e di nuovo entusiasta della vita. Ancora più di prima.

E non entrare mai più nella disperazione, in onore proprio dell’evento che ti è capitato.

Fuori per sempre dalla disperazione grazie a lui/lei e NON sprofondato definitivamente nella disperazione a causa sua o di quel che ti è capitato.

Senti la struttura, il calore che emana da me, da noi, dal gruppo, da queste auto fantasie, colloqui, parti di te che si parlano, GUIDATE da te.

 

E’ la struttura che magari credi di non aver avuto ma che ti puoi dare da solo.

Impara a ragionare per struttura, connessione, presenza.

Tutto questo ti sostiene ma te lo puoi dare soltanto tu come faccio io con te e con me stesso.

Io ho imparato.

Impara anche tu.

Se non ora, quando?

 

 

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