(Il presente articolo è la continuazione di Che Fare Quando Non si Riesce ad Imprimere la Giornata?)
Imprimere la giornata è accettare fino in fondo e per sempre di aumentare la posta in gioco. Ho capito che devo vivere di più. E imprimo l’impronta di me stesso in ogni giorno che l’universo mi manda su questa terra. Se lo faccio ogni mattina, tutti i momenti che posso, il primo vantaggio l’ho già subito portato a casa, in battuta.
E non è altro che il meccanismo della Routine, di cui tanto si parla. Senza una struttura della giornata e delle abitudini, non si va da nessuna parte. Parlano tutti di questo meccanismo. Solo che non spiegano come si fa, cioè emotivamente-attraverso-il-corpo, e non soltanto con la testa. Altrimenti non vale niente. Dal magico potere del riordino a libri su libri.
Ci sono tanti giovani in età avanzata che vedo in studio semplicemente perché non sanno fare gli adulti. Quanti? Almeno 4-5 a settimana. Non sono per niente pochi. Non lo sanno e scoprono che occorre darsi una struttura fatta di rimandi, una vera e propria serie di rituali legati al piacere che ci accompagni nella settimana o molto meglio, nella giornata. Questo E’ essere adulti. Questo vuol dire crearsi una routine rassicurante, creativa e mai obbligata, positiva ed entusiasta e non opprimente e mentale, che ci faccia sentire se siamo o non siamo in progressione e ci induca a correggerci e ad andare per la strada che desideriamo. Non c’è altro che conti di più, e di più urgente e necessario, per moltissimi tra noi. Se non ce l’hai, sei perso per definizione. Se ce l’hai in negativo, peggio ti senti. Non esiste una terza possibilità. O hai rituali positivi o hai rituali negativi. Che vuoi fare?
Tutto qui.
E non bisognerebbe insegnarlo nelle scuole?
Per questo, ricapitoliamo, imprimere la giornata vuol dire che qualsiasi alba l’universo mi mandi in terra, io in qualche modo infondo la mia influenza alle cose e alle persone che mi circondano mentre seguo un’ispirazione che trascini ogni cosa. Lo faccio comunque. Lo devo sapere. E devo scegliere in che direzione. Positiva e coinvolta. Oppure.
Ma presto mi convinco che posso solo intenderla come un vento benevolo. Anche quando non so dove andare e dove capire e dove svoltare. Ma non rinuncio a questa sensazione di smettere per il resto della vita di sentirmi preso a schiaffi da chiunque e comunque. E a costo di andare solo a correre, ma qualcosa faccio, mi invento e mi muovo anche sul posto, anche facendo ammuina, cioè non cambiando nulla di nulla. Ma in nome della mia dignità, non recedo dalla sensazione che io determini tutto della mia vita. A partire da ora. La verità magari da accettare è che al momento non c’è più piacere dentro di me. Ma è un giorno. E’ un periodo. E’ transitorio. E così è sempre stato. Non esco mai dalla partita. Ricerco il piacere fin nelle piccole cose, non mi butto nel cesso.
E soprattutto non mi convinco mai che io non sia degno di giocarla, la partita. Perché così sarebbe più facile, pensa un po’. Visto che non ne vieni a capo, evinci che sei un fallimento esistenziale totale. Senza appello. Ma senza verità. E andando quindi incontro a periodi nefasti e terribili. E festa finita.
Perché tutto questo reagire invece funziona? Credi solo perché non bisogna mollare? Per il valore di credere in te stesso? Perché poi è molto più difficile riprendersi? Per non abbandonare mai la speranza e continuare a crederci? Ma no. Queste sono le conseguenze. Importantissime. E preziose. E cruciali. Ma non basterebbero per la natura, l’oceano e leggi dell’universo. Che si basano su questioni molto più semplici e incisive e imprescindibili.
Funziona perché rende concreto il passaggio da qui a lì. Perché conta solo la connessione. Il grounding. Lo stare sintonizzato alla realtà. Alle cose che sono qui intorno. Oggi. Conta sentire concretamente che mi posso attaccare semplicemente a qualcosa che porti da A a B. E’ concreto. E mi ci appoggio. Mi fa da sponda. Mi ci rilasso dentro, a contatto e poi mi slancio verso la successiva. Conta solo questo. E’ la saggezza del contadino. Le difficoltà non esistono se mi mantengo aperto. Eccola la scoperta. Tutto è arricchimento ed esperienza. E lo scopri nelle classi di esercizi di bioenergetica. Solo e semplicemente. Almeno noi lo abbiamo scoperto così. Con i muscoli, i tendini, i sudori. E assistendo a come ci si apre al dolore e ci si rigenera. E si produce da soli la propria energia e ragione. Importanza e sentimento.
Ogni volta che un esercizio mi mette alla prova, e resto disponibile a vedere che succede, dopo, mi sento rigenerato, e più centrato, esattamente come mi aspettavo. Tutte le volte in cui invece mi chiudo e fuggo un po’ dalla ‘prova’, alla fine mi sento ‘meno’ di prima e meno sicuro di me, esattamente al contrario di quel che mi aspettavo.
Se mi chiedo di fare grounding su una gamba a poi ancora, lo ripeto allargando l’anca. E poi mi chiedo di ripetere l’esperienza dall’altro lato del corpo, alla fine io sento precisamente di aver collegato la destra alla sinistra. E l’alto e il basso tra la mia testa e la mia base dei piedi. E mi sento espanso, più presente e potente. In larghezza e lunghezza. E’ una sensazione di raro benessere, ma che poi però ritrovo ogni settimana. E se voglio, ogni mattina. E’ tutto più collegato. E tutto più vero. Reale. Sta accadendo davvero qui in questo momento, e lo creo io quando voglio, mentre invece i soli pensieri, senza più far niente di concreto, mi illudono che possa accadere di tutto e poi il contrario di quel tutto di un attimo fa. Ogni cosa è possibile nei pensieri. Solo qualcosa invece è vero nelle emozioni collegate al corpo. E funziona sempre allo stesso modo. Garantendomi la salute. Fisica e mentale. Che sono la stessa cosa. E la routine quotidiana. Ci posso contare.
Per questo le connessioni, ragionare per connessioni, semplici e concrete, e aprirsi a piccoli punti piacevoli per ciascuno di noi, sono una bussola imprescindibile per star bene sempre e comunque. E non smettono mai di nutrirci e di orientarci. E non ce li porta via nessuno.
Semplifica allora. Conta solo e tanto di più andare da A a B e sentire la soddisfazione di ogni piccolo passo che fai. Concentrati solo su quel piccolo piacere. E poi a seguire su quell’altro. E così via. Fino a sera.
Se stai male è solo perché lo hai perso come principio ordinatore.
E se non ce l’ho proprio qualcosa che mi piaccia? Allora il tuo piacere è nello sperimentare da oggi e per tutto il resto della tua vita, sempre cose nuove che ti possano piacere. Semplice e facile.
‘Guarda, oggi ho preso mazzate da tutte le parti, ma almeno sono riuscito a chiamare per iscrivermi a quel corso. Volevo farlo da mesi e non riuscivo mai. E questa sensazione di andare verso qualcosa che forse mi piacerà e godermelo, è tutto, davvero tutto’.
E’ il premio, il segreto. E’ darsi un premio ogni giorno, l’importante, ogni momento, collegando i vari punti di piacere e benessere. Da qui a lì e mi piace. Poi da lì a li e di nuovo mi piace. Oggi non mi è piaciuto questo e ora ho bisogno ancora di più di ritrovarmi facendo quella cosa che mi rilassa e mi emoziona. Se mi guardo intorno, chi sta bene fa solo questo. Sempre e soltanto questo. È il segreto più semplice di tutti. Concentrarsi sul filo delle piccole soddisfazioni. E se l’ho perso come meccanismo, lo ritrovo.
Imprimere la giornata allora è come quando vai in bici e vedi da lontano la piccola salita e imprimi energia alla pedalata per far sì che superi con slancio la difficoltà. E poi quando ci riesci scopri che ti ha anche dato piacere averlo fatto senza entrare più nello sforzo e nella fatica, bensì conservando chiarezza e struttura e piacere di pedalare. Con slancio. Appunto. Sempre. Mentre ti dici: bastava solo imprimere energia e crederci…
Lo slancio è la chiave. E tutto senza mai stare solo nel dovere, altrimenti non funziona più. Se ci pensi, lo slancio nel dovere è un concetto che proprio non esiste. Perché il dovere è freddo e mentale. E noi non lo siamo per natura. Punto.
Imprimilo. Fai in modo che da oggi, da questa lettura, la tua vita si sviluppi per decenni serenamente e con trasporto in un’aria profonda e colma di sorrisi.
E contaci.
Vai a Imprimere la Giornata, capofila di questi tre articoli, oppure al precedente: Che Fare Quando Non si Riesce ad Imprimere la Giornata?
Leggi l’articolo seguente , correlato: E’ Bellissimo! Non Vedo l’Ora!.
Leggi I Tre Livelli d’Esistenza e della pratica del whirling, il primo tibetano.
Approfondisci:
– l’aiuto de l’adulto nel suo dialogo interno, rinnovato o ricreato in terapia.
– La tecnica delle due sedie, che può aiutare enormemente.
Ci sono infine qui decritti decine di passi precisi per non vivere più di paure.