Quando sono nella Ferita rigida, non ho accesso al piacere spontaneo e all’amore.
E’ un altro tratto fondamentale che fa parte di me.
La Ferita del Rigido è detta Ferita da Ingiustizia e assume questa forma:
“Sarò respinto da tutti se non m’impegno enormemente,
se non divento bravo,
ma bravo davvero e soprattutto sempre più bravo…
Solo se avrò successo, affermazione e dimostrerò che sono bravo,
allora avrò amore, affetto, riconoscenza, approvazione.
E per riuscirci devo fare fatica, tanta fatica”.
Questo tendenza caratteriale -e tipo di ferita- è più difficile da percepire come NON VERA rispetto alle altre, perché più integrata, premiata dalla Società, abitudinaria, ego sintonica, meno “fulmine a ciel sereno” rispetto alle altre.
Col tempo è diventata una risorsa che è capace di farmi fare tanta strada nella vita…
…MA solo se non crede più nei suoi presupposti.
NESSUNO MI AMERA’ DI PIù
soltanto se sono molto più bravo
e affermato e di successo di ciò che mi sento.
Quindi IL DONO CONSISTE NEL:
Sapermi impegnare e riuscire nelle cose,
ma solo se le faccio per aiutare gli altri,
che è una missione ben più alta e soddisfacente.
Ciò è prezioso se è condito dal mio essere orfano, e quindi dal mio mantenermi umile, modesto e a seguire un profilo basso, sobrio, serio, applicato, come mia madre mi ha insegnato.
Quest’ultimo è proprio lo Stile Caratteriale RIGIDO.
Pieno di dovere e di sensi di colpa,
ma strutturato, progredente e che si evolve e si afferma.
Che affronta i problemi,
che sfida e ne esce.
Che pospone le proprie esigenze ai fini di un risultato,
dallo studio all’applicazione al lavoro, al pagamento di un mutuo.
Cosa mancava ancora? Mancava a questa personcina -come a tutti i caratteriali- il corpo. E ripartire ogni giorno dal piacere corporeo ed emotivo.
Prima lo sport da giovane e poi la bioenergetica mi hanno fornito per fortuna la strada maestra da percorrere. E che percorro, oggi, per me e per gli altri.
Allora, Perché la Ferita è un Dono?
La ferita è un dono quando diventa ciò che è in profondità:
la nostra più grande alleata.
A me il TEMA legato al mio essere stato ignorato da mio padre -di cui al punto precedente Perché Parliamo di Tratti Caratteriali: il Mio Esempio Narcisista- …
…ricorda ogni giorno il regalo infinito di non poter essere mai egoista
e di non fare mai le cose per me o per interesse personale.
Semplicemente perché l’ho visto fare da mio padre nei miei confronti e agli altri, ogni giorno per decenni…
Pertanto, solo per il mio scopo primario posso attivarmi:
avendo visto a quanto spreco di energie e modi di vivere insensati ho assistito da piccolo, quanto è stato ignorato il valore della vita, la realizzazione, l”espressione…
“Mi riempie di senso e significato aiutare gli altri con tutto me stesso
a non sprecare nemmeno un briciolo della propria esistenza e del potenziale vitale”.
Possiamo solo aiutare gli altri ad attraversare le stanze che noi abbiamo attraversato.
E questo succede con tutti i tipi di esperienze e quindi di ferite.
Più gravi sono e più recano un messaggio alto e profondo. Difficile da cogliere se la posta in gioco è la morte o l’invalidità, o un trauma o le ingiustizie incolmabili.
Ma c’è sempre un dono nella ferita.
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Se non sono stato visto, so cosa vuol dire questa sofferenza e apprezzerò per tutta la vita “stare alla luce”.
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Se non sono stato rispettato, rispetterò gli altri al massimo livello.
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Se sono stato rifiutato, so mettermi alla prova e farcela da solo e sempre e comunque posso aiutare chiunque ad essere aiutato e a farcela.
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Se sono stato sottoposto ad un’educazione rigidissima con ogni tipo di ingiustizia e sono stato “avversato” per tutta l’infanzia, in realtà io sono in grado di superare qualsiasi sfida.
Dipende allora a che scopo utilizzo questa mia mia capacità.
Se al servizio del mio carattere o della mia reale soddisfazione.
Leggerla ci connette ad un’illuminazione preziosa. Esattamente la stessa della Ferita è un Dono.
Ora, è chiaro da dove nasce il malessere?
Semplice.
Se resto AL SERVIZIO DELLE MIE ISTANTE CARATTERIALI allora resterò deluso e insoddisfatto a vita.
A volte fa sorridere chi -avendo ricevuto dei torti- si dispera con tutto se stesso per “non saper abbastanza infliggere dei torti agli altri”.
Non ce la potrà mai fare. E vivrà una vita contro natura.
Ecco da dove viene il malessere di vivere.
Da non aver capito niente e andare in direzione contraria
e in questa strada mettere in piedi un circo che la metà ammazzerebbe un cavallo.
Mentre basterebbe solo chiedersi: qual è la mia vera natura?
E una volta impostata la vita su questa ricerca, il resto sarà solo meglio.
Ogni giorno meglio.