Non ci eleviamo all’altezza delle nostre aspettative,
ci abbassiamo al livello del nostro addestramento.
Archiloco di Paro
Scrive Tim Ferriss, nel suo libro Il Segreto dei Giganti, che più dell’80% delle persone eccezionali che ha intervistato, ha come pratica una forma di meditazione. E se c’è una costante che accomuna chi ispira gli altri e ha raggiunto qualcosa che resta, è proprio la capacità di star bene ogni giorno, a prescindere.
Lo schema della Trasformazione del Carattere, che qui riportiamo, è pertanto, ogni giorno:
Trasformazione del Carattere
Ferita > Accettazione Incondizionata
Tema > Leggerezza Profonda
Ritiro > Evoluzione Sostenibile
Adattamento > Visione Radicata
Ogni mattina, dal Ritiro -a cui tenderei per abitudini consolidate- posso passare all’Evoluzione Sostenibile, che sancisca un cambiamento su rituali diversi, che ponga i desideri e i bisogni in primo piano, e non che sia una rinuncia, una chiusura, un ritiro, appunto, dalla vita.
Così come dalla Ferita siamo passati all’Accettazione senza più alcun compromesso.
E dal Tema ricorrente -in questi casi riguardante sforzo, sacrificio, salute- alla Leggerezza come scelta di ogni mattino che Dio mandi su questa terra.
E così come attraverso una Visione Radicata, di cui predisponiamo proprio nell’Evoluzione Sostenibile le basi, possiamo arrivare a una visione matura e adulta delle cose, che sconvolga concretamente l’Adattamento alla propria esistenza dimezzata.
Pertanto, questo terzo passo dell’Evoluzione verso il benessere riguarda:
- l’inserimento e la cura dedicata a creare un tessuto di emozioni motivanti
- una rete di tanti piccoli spazi vitali
- un’abitudine, una pratica che aiuti a mantenere ogni giorno l’intensità
- sentire progredire la profondità del relax
- sperimentare il vero divertimento che da tanto non ci permettiamo
- il senso reale dello svago, come autentica rigenerazione
- la passione intensa e profonda che finalmente ritroviamo
- l’interesse e la concentrazione, il famoso FLUSSO, che desideriamo e che molte volte perdiamo per troppo tempo.
La nostra storia, la storia di tutti, è di smarrimento e di ripresa di questi meccanismi, che siano delle semplici cene tra amici, o degli hobby, oppure ancora delle passioni sviluppate in età adulta e così via.
Scrive Edgar Morin: L’evoluzione è deriva, devianza, creazione, ed è interruzioni, perturbazioni, crisi.
Oscilliamo tra la sensazione di averne necessità e la constatazione che non ne troviamo mai il tempo a sufficienza.
Solo se ne parliamo, qui o altrove, solo se se ne comprende l’imprescindibilità, allora si compie un lavoro più strutturato. Suona come: “me lo ha detto il medico. Allora lo faccio”.
Purtroppo, come dico spesso, noi ci muoviamo troppo sul negativo e troppo poco sul positivo.
Non ci decidiamo quasi mai da soli, senza un terapeuta o un’esperienza forte, sull’anticipazione di benessere e sulla direzione di prevenzione e salvaguardia dei nostri umori e energie.
Al contrario, ci attiviamo per darci da fare solo quando abbiamo avuto una delusione notevole sul lavoro, un problema di salute decisamente grave o una preoccupazione famigliare che ci faccia riflettere sull’importanza di saper staccare e preservarci.
Marc, allora, di cui parliamo in queste note come un filo conduttore degli esempi, insieme alla moglie Jenny, riprese a fare le cose che adesso enumereremo; le troverete familiari, perché ci appartengono.
Marc:
“Se io posso star bene solo in montagna e ci posso andar poco, non posso star bene (!).
E’ incredibile come, per tanti anni,
questa è stata l’immagine e il pensiero che mi hanno accompagnato.
Dalla scorsa settimana invece mi ripeto due cose completamente diverse:
io posso star bene comunque e basta.
E poi ho diritto (e me lo prendo!), di andare a camminare in montagna,
quando posso e non appena posso.
E se non me lo impongo come una medicina,
so che sarà di nuovo travolto dalla rinuncia (!)”.
Marc è un esempio di immagini negative esagerate e di limitazione necessaria di questi meccanismi.
Nel nostro schema era all’inizio: Interno Positivo su Interno Negativo. Prima era invaso da una marea di suggestioni negative, quindi ogni pensiero era sufficiente che non fosse così negativo. La prima parte della terapia è stata molto razionale: ci sono prove che questa negatività necessariamente accada? Diminuire il negativo era la sola parola d’ordine. Ed è stato necessario come respirare.
Oggi, finalmente, sviluppa immagini interiori trasformate, tutte positive, attive, luminose.
Siamo sempre al meccanismo Interno su Interno, senza che ciò vada ad intaccare la realtà esterna: Marc fa sempre lo stesso lavoro, ha sempre la stessa “struttura” della giornata, ma avanza, all’inizio faticosamente, e poi via via con maggior agio e piacere.
Attraversa rituali, abitudini, leggerezze e un insieme di NO e di Sì diversi, che stanno creando la sua Evoluzione Sostenibile. Oggi. Qui. Piano piano.
Jenny invece predicava positività con lui, ma lei stessa non riusciva mai a staccare dalle proprie immagini interiori pessimistiche nella peggiore accezione.
Lei è un ottimo esempio di rituali di benessere, però utilizzati per alleviare, prendersi cura di sé, senza troppo agio, solo per limitare le paure e andare avanti. Adesso anche lei si forza a non rifugiarsi nei suoi rituali: la doccia lunghissima o la cura esagerata della bambina.
E s’impone di affrontare, ogni giorno, piano piano, la ricerca di clienti diversi (lei è una libera professionista), e di occasioni di lavoro in modo più attivo, in una giornata MAI PIU’ in difesa e in trincea. E in modo sempre fiducioso, solare, entusiasta. Per lei è come volare.
Ecco, queste considerazioni servono proprio per capire come funzioniamo naturalmente, per poterci riprendere una fisiologia dello star bene, senza troppi percorsi fuori fase.
- Marc riprese ad alzarsi un’ora prima, alle 5, anziché alle 6.
- E a camminare verso il lavoro anziché prendere i mezzi.
- A quell’ora, estate e inverno, la camminata gli sembrava un polmone rigenerante. E fu davvero così.
- Poi iniziò a praticare i Mudra per alleviare le proprie allergie. Sono mantra di ripetizioni fisiche e mentali che influiscano sullo stato d’animo, collegandosi a visioni di sé e a emozioni diffuse.
- I risultati furono tangibili: per la prima stagione dopo tanti anni, non dovette prendere antistamici quella primavera.
La sensazione che sviluppò fu un’enorme sollievo, sicurezza e padronanza delle proprie possibilità. Ritornò alla legge della progressione, di cui tanto parliamo nelle nostre note e di cui abbiamo necessità come l’aria. La vita ricominciò semplicemente a rifluire, progredendo.
Questo lasciò uscire anche la tristezza e il dispiacere profondo per i 15 anni persi in salute e vita sprecata. A volte piangeva pensando a quanto stava bene ora, semplicemente assaporando la padronanza delle proprie abitudini e la capacità di staccare e di dedicarsi a belle attività che lo rigeneravano.
L’ossessione per i debiti incredibilmente calò e, come spessissimo capita (!)- qualche bella notizia finalmente fu attratta da queste nuove atmosfere: l’opportunità di rinegoziare il mutuo con la banca; un piccolo aumento di stipendio e una piccola spesa in meno al mese. Tutto sembrava indicare che le cose potevano finalmente andare verso una vita vissuta come un lungo fiume tranquillo e non come una disgrazia incombente.
Ma soprattutto:
“io mi sono rilassato, ho capito, mi sono svagato, lavoro di meno, mi sbatto di meno, e non mi preoccupo più di niente… e cosa succede? Le cose vanno meglio proprio dal punto di vista economico? E’ questa la vera rivoluzione per me!”.
Eccolo il terzo stadio del benessere: Inserire il Positivo Esterno su Esterno. Il senso è che c’è qualcosa all’esterno che posso fare e che conosco, che mi fa bene e che posso innestare di più nelle mie abitudini. In un modo tutto mio, tutto da costruire, ma proprio per questo strutturato e portante.
Ma a Marc e Jenny accadde qualcosa in più grazie alla terapia:
Potevano non accontentarsi più.
E produrre un cambiamento diverso, una visione della vita completamente nuova.
Lo sguardo incredulo e affascinato che assunsero quando intravvidero questa possibilità, ne fu la dimostrazione: era come scoprire un tesoro nemmeno mai immaginato.
E’ la Visione Radicata di cui parliamo come Quarto Strumento, Pratica, Nodo o di Trasformazione del Carattere.
Non è solo quindi solo una questione di livelli e di gradi di benessere da raggiungere.
Certo, dopo è così. Ma prima?
E’ una visione e quindi una decisione conseguente.
O decidiamo che iniziamo da oggi a vivere secondo uno di questi livelli
e poi piano piano sempre di più, oppure no, e non accadrà mai.
E’ un varco. E’ un valico, un guado, uno stargate. E’ “il dado è tratto”.
Il benessere che scegliamo si radica sempre di più. Oppure resta ai livelli inferiori, magari determinati decenni prima dalla nostra famiglia d’origine, e mai messi nemmeno in discussione.
Le regole di funzionamento dei Nuclei di Benessere, dall’Accettazione alla Leggerezza, alla Sostenibilità e alla Visione finalmente Radicata, sono presto dette:
- Di solito i mutamenti di abitudini che ci portano salute e agio mentale non sono automatici.
- Quando lo sono, non producono reale benessere.
- Per far sì che non siano automatici, abbiamo bisogno che siano condivisi, nel counseling, in terapia, nei workshop, o fosse solo con amici, in piccolo gruppo o in coppia. E occorre che ci coinvolgano totalmente, come del resto qualsiasi altra impresa massacrante in cui ci buttiamo per rovinarci l’esistenza… tanto vale che ce la miglioriamo.
- Il paradosso è che noi tendiamo a ritualizzare e quindi a far diventare automatica qualsiasi abitudine ci porti qualcosa di buono per noi.
- Ma se non mettiamo in discussione i nostri comportamenti quotidiani, rischiamo di non sapere più perché abbiamo iniziato, anni prima, a comportarci in quel modo…
- e quindi –se avvertiamo un disagio nuovo, e se queste abitudini non creano più benessere- non sapremo più riprendere il filo che ci ha portati fin lì.
Per questo abbiam bisogno di schemi di salute e salvaguardia del benessere, come quelli che qui esponiamo.
Che siano semplici e convincenti. Che ci ricordino il cammino fatto e quello da fare. Che sottolineino a che cosa fare attenzione.
“Dice il saggio:
“Quanto devo piangere prima di riuscire a liberarmi della mia tristezza? Mi sembra di aver già pianto a lungo”. La mia risposta è che non ha importanza la durata del pianto, ma la sua intensità, che deve portare a toccare il fondo del pozzo, del pozzo del ventre. Quando l’onda convulsiva dei singhiozzi si estende alla base del bacino provoca l’apertura di una botola e la persona emerge alla felicità.
Alexander Lowen, Bioenergetica
Citazione tratta da Bioenergetica Italia.
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