Evoluzione Sostenibile: 3. Portare l’Evoluzione all’Esterno di Noi

Non ci eleviamo all’altezza delle nostre aspettative,
ci abbassiamo al livello del nostro addestramento.

Archiloco di Paro

 

Scrive Tim Ferriss, nel suo libro Il Segreto dei Giganti, che più dell’80% delle persone eccezionali che ha intervistato, ha come pratica una forma di meditazione. E se c’è una costante che accomuna chi ispira gli altri e ha raggiunto qualcosa che resta, è proprio la capacità di star bene ogni giorno, a prescindere.

 

Lo schema della Trasformazione del Carattere, che qui riportiamo, è pertanto, ogni giorno:

 

Trasformazione del Carattere

 

                          Ferita                      >                        Accettazione Incondizionata

                          Tema                      >                         Leggerezza Profonda

                          Ritiro                      >                         Evoluzione Sostenibile

                         Adattamento        >                          Visione Radicata

 

Ogni mattina, dal Ritiro -a cui tenderei per abitudini consolidate- posso passare all’Evoluzione Sostenibile, che sancisca un cambiamento su rituali diversi, che ponga i desideri e i bisogni in primo piano, e non che sia una rinuncia, una chiusura, un ritiro, appunto, dalla vita.

Così come dalla Ferita siamo passati all’Accettazione senza più alcun compromesso.

E dal Tema ricorrente -in questi casi riguardante sforzo, sacrificio, salute- alla Leggerezza come scelta di ogni mattino che Dio mandi su questa terra.

E così come attraverso una Visione Radicata, di cui predisponiamo proprio nell’Evoluzione Sostenibile le basi, possiamo arrivare a una visione matura e adulta delle cose, che sconvolga concretamente l’Adattamento alla propria esistenza dimezzata.

Pertanto, questo terzo passo dell’Evoluzione verso il benessere riguarda:

  1. l’inserimento e la cura dedicata a creare un tessuto di emozioni motivanti
  2. una rete di tanti piccoli spazi vitali
  3. un’abitudine, una pratica che aiuti a mantenere ogni giorno l’intensità
  4. sentire progredire la profondità del relax
  5. sperimentare il vero divertimento che da tanto non ci permettiamo
  6. il senso reale dello svago, come autentica rigenerazione
  7. la passione intensa e profonda che finalmente ritroviamo
  8. l’interesse e la concentrazione, il famoso FLUSSO, che desideriamo e che molte volte perdiamo per troppo tempo.

 

La nostra storia, la storia di tutti, è di smarrimento e di ripresa di questi meccanismi, che siano delle semplici cene tra amici, o degli hobby, oppure ancora delle passioni sviluppate in età adulta e così via.

Scrive Edgar Morin: L’evoluzione è deriva, devianza, creazione, ed è interruzioni, perturbazioni, crisi.

Oscilliamo tra la sensazione di averne necessità e la constatazione che non ne troviamo mai il tempo a sufficienza.

Solo se ne parliamo, qui o altrove, solo se se ne comprende l’imprescindibilità, allora si compie un lavoro più strutturato. Suona come: “me lo ha detto il medico. Allora lo faccio”.

Purtroppo, come dico spesso, noi ci muoviamo troppo sul negativo e troppo poco sul positivo.

Non ci decidiamo quasi mai da soli, senza un terapeuta o un’esperienza forte, sull’anticipazione di benessere e sulla direzione di prevenzione e salvaguardia dei nostri umori e energie.

Al contrario, ci attiviamo per darci da fare solo quando abbiamo avuto una delusione notevole sul lavoro, un problema di salute decisamente grave o una preoccupazione famigliare che ci faccia riflettere sull’importanza di saper staccare e preservarci.

Marc, allora, di cui parliamo in queste note come un filo conduttore degli esempi, insieme alla moglie Jenny, riprese a fare le cose che adesso enumereremo; le troverete familiari, perché ci appartengono.

 

Marc:
“Se io posso star bene solo in montagna e ci posso andar poco, non posso star bene (!).

E’ incredibile come, per tanti anni,
questa è stata l’immagine e il pensiero che mi hanno accompagnato.

Dalla scorsa settimana invece mi ripeto due cose completamente diverse:
io posso star bene comunque e basta.
E poi ho diritto (e me lo prendo!), di andare a camminare in montagna,
quando posso e non appena posso.
E se non me lo impongo come una medicina,
so che sarà di nuovo travolto dalla rinuncia (!)”.

Marc è un esempio di immagini negative esagerate e di limitazione necessaria di questi meccanismi.

Nel nostro schema era all’inizio: Interno Positivo su Interno Negativo. Prima era invaso da una marea di suggestioni negative, quindi ogni pensiero era sufficiente che non fosse così negativo. La prima parte della terapia è stata molto razionale: ci sono prove che questa negatività necessariamente accada? Diminuire il negativo era la sola parola d’ordine. Ed è stato necessario come respirare.

Oggi, finalmente, sviluppa immagini interiori trasformate, tutte positive, attive, luminose.

Siamo sempre al meccanismo Interno su Interno, senza che ciò vada ad intaccare la realtà esterna: Marc fa sempre lo stesso lavoro, ha sempre la stessa “struttura” della giornata, ma avanza, all’inizio faticosamente, e poi via via con maggior agio e piacere.

Attraversa rituali, abitudini, leggerezze e un insieme di NO e di Sì diversi, che stanno creando la sua Evoluzione Sostenibile. Oggi. Qui. Piano piano.

Jenny invece predicava positività con lui, ma lei stessa non riusciva mai a staccare dalle proprie immagini interiori pessimistiche nella peggiore accezione.

Lei è un ottimo esempio di rituali di benessere, però utilizzati per alleviare, prendersi cura di sé, senza troppo agio, solo per limitare le paure e andare avanti. Adesso anche lei si forza a non rifugiarsi nei suoi rituali: la doccia lunghissima o la cura esagerata della bambina.

E s’impone di affrontare, ogni giorno, piano piano, la ricerca di clienti diversi (lei è una libera professionista), e di occasioni di lavoro in modo più attivo, in una giornata MAI PIU’ in difesa e in trincea. E in modo sempre fiducioso, solare, entusiasta. Per lei è come volare.

Ecco, queste considerazioni servono proprio per capire come funzioniamo naturalmente, per poterci riprendere una fisiologia dello star bene, senza troppi percorsi fuori fase.

  • Marc riprese ad alzarsi un’ora prima, alle 5, anziché alle 6.
  • E a camminare verso il lavoro anziché prendere i mezzi.
  • A quell’ora, estate e inverno, la camminata gli sembrava un polmone rigenerante. E fu davvero così.
  • Poi iniziò a praticare i Mudra per alleviare le proprie allergie. Sono mantra di ripetizioni fisiche e mentali che influiscano sullo stato d’animo, collegandosi a visioni di sé e a emozioni diffuse.
  • I risultati furono tangibili: per la prima stagione dopo tanti anni, non dovette prendere antistamici quella primavera.

La sensazione che sviluppò fu un’enorme sollievo, sicurezza e padronanza delle proprie possibilità. Ritornò alla legge della progressione, di cui tanto parliamo nelle nostre note e di cui abbiamo necessità come l’aria. La vita ricominciò semplicemente a rifluire, progredendo.

Questo lasciò uscire anche la tristezza e il dispiacere profondo per i 15 anni persi in salute e vita sprecata. A volte piangeva pensando a quanto stava bene ora, semplicemente assaporando la padronanza delle proprie abitudini e la capacità di staccare e di dedicarsi a belle attività che lo rigeneravano.

L’ossessione per i debiti incredibilmente calò e, come spessissimo capita (!)- qualche bella notizia finalmente fu attratta da queste nuove atmosfere: l’opportunità di rinegoziare il mutuo con la banca; un piccolo aumento di stipendio e una piccola spesa in meno al mese. Tutto sembrava indicare che le cose potevano finalmente andare verso una vita vissuta come un lungo fiume tranquillo e non come una disgrazia incombente.

Ma soprattutto:

“io mi sono rilassato, ho capito, mi sono svagato, lavoro di meno, mi sbatto di meno, e non mi preoccupo più di niente… e cosa succede? Le cose vanno meglio proprio dal punto di vista economico? E’ questa la vera rivoluzione per me!”.

Eccolo il terzo stadio del benessere: Inserire il Positivo Esterno su Esterno. Il senso è che c’è qualcosa all’esterno che posso fare e che conosco, che mi fa bene e che posso innestare di più nelle mie abitudini. In un modo tutto mio, tutto da costruire, ma proprio per questo strutturato e portante.

Ma a Marc e Jenny accadde qualcosa in più grazie alla terapia:

Potevano non accontentarsi più.
E produrre un cambiamento diverso, una visione della vita completamente nuova.
Lo sguardo incredulo e affascinato che assunsero quando intravvidero questa possibilità, ne fu la dimostrazione: era come scoprire un tesoro nemmeno mai immaginato.

E’ la Visione Radicata di cui parliamo come Quarto Strumento, Pratica, Nodo o di Trasformazione del Carattere.

Non è solo quindi solo una questione di livelli e di gradi di benessere da raggiungere.

Certo, dopo è così. Ma prima?

E’ una visione e quindi una decisione conseguente.
O decidiamo che iniziamo da oggi a vivere secondo uno di questi livelli
e poi piano piano sempre di più, oppure no, e non accadrà mai.

E’ un varco. E’ un valico, un guado, uno stargate. E’ “il dado è tratto”.

 

Il benessere che scegliamo si radica sempre di più. Oppure resta ai livelli inferiori, magari determinati decenni prima dalla nostra famiglia d’origine, e mai messi nemmeno in discussione.

Le regole di funzionamento dei Nuclei di Benessere, dall’Accettazione alla Leggerezza, alla Sostenibilità e alla Visione finalmente Radicata, sono presto dette:

  • Di solito i mutamenti di abitudini che ci portano salute e agio mentale non sono automatici.
  • Quando lo sono, non producono reale benessere.
  • Per far sì che non siano automatici, abbiamo bisogno che siano condivisi, nel counseling, in terapia, nei workshop, o fosse solo con amici, in piccolo gruppo o in coppia. E occorre che ci coinvolgano totalmente, come del resto qualsiasi altra impresa massacrante in cui ci buttiamo per rovinarci l’esistenza… tanto vale che ce la miglioriamo.
  • Il paradosso è che noi tendiamo a ritualizzare e quindi a far diventare automatica qualsiasi abitudine ci porti qualcosa di buono per noi.
  • Ma se non mettiamo in discussione i nostri comportamenti quotidiani, rischiamo di non sapere più perché abbiamo iniziato, anni prima, a comportarci in quel modo…
  • e quindi –se avvertiamo un disagio nuovo, e se queste abitudini non creano più benessere- non sapremo più riprendere il filo che ci ha portati fin lì.

Per questo abbiam bisogno di schemi di salute e salvaguardia del benessere, come quelli che qui esponiamo.

Che siano semplici e convincenti. Che ci ricordino il cammino fatto e quello da fare. Che sottolineino a che cosa fare attenzione.

“Dice il saggio:

“Quanto devo piangere prima di riuscire a liberarmi della mia tristezza? Mi sembra di aver già pianto a lungo”. La mia risposta è che non ha importanza la durata del pianto, ma la sua intensità, che deve portare a toccare il fondo del pozzo, del pozzo del ventre. Quando l’onda convulsiva dei singhiozzi si estende alla base del bacino provoca l’apertura di una botola e la persona emerge alla felicità. 

Alexander Lowen, Bioenergetica

Citazione tratta da Bioenergetica Italia.

 

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