Immagina che non ti piaccia il tuo lavoro.
Immagina che la tua vita non ti soddisfi da tanto.
Immagina che le tue relazioni affettive –e le relazioni tutte, in verità- siano sempre sugli stessi binari.
Ora, ti dicono di dover staccare.
Se vuoi cambiare davvero, ti dicono, devi vedere le cose molto diversamente e costringerti a farle secondo un modo nuovo, migliore per te.
Ti dicono di dover pensar bene, molto positivo dentro di te, fino ad emozionarti.
Se no, non cambia niente.
E va bene, l’hai capito. E ci hai provato e ci sei anche riuscito, a volte.
Ma ti senti che è tutto inutile.
Che vieni ogni volta travolto.
Ad ogni ritorno di ferie.
Ad ogni discussione nel rapporto.
Ad ogni piccola tempesta o urgenza o emergenza.
E non sai proprio come fare a consolidare il cambiamento.
E dici che si fa presto a parlare e a scrivere.
Ci riuscite? Bravi. Io non ci riesco. Ohhh.
E ti rassegni e ti accozzi a piccole evasioni, a tenui sintonizzazioni che ti fanno bene. E sopravvivi.
Continui a passare giornate, settimane, mesi che levati.
Sei stufo di vivere-fino-a-che.
Fino-a-che non c’è niente, non c’è. Non arriva niente.
Apri cinicamente i file di lavoro e le foto degli amici.
Ma da qualcosa ti devi far colpire, ti dici, visto che siamo umani.
Anche se colpire-sa-mort commenti, come si dice dalle tue parti.
Perché non funziona niente un giorno.
E non funziona niente un altro giorno.
E così.
Pausa.
Rimetti la vita in pausa.
Fino a che.
Una volta esci. Di notte. Per disperazione.
E lo rifai e lo rifai.
Prendi a fare qualsiasi cosa ti venga da fare. E soprattutto, da dire.
Certo andando ancora a lavorare, ci mancherebbe.
Solo che non ne puoi proprio più e allora inizi a esprimere proprio tutto quello che pensi, a fregartene delle reazioni di chiunque.
A non preoccuparti più delle forze che non hai, degli orari, della notte e del giorno.
Stai solo a contatto.
Dichiari una specie di stato d’emergenza.
Un’alba ti trova già al mare. Un’altra in aperta campagna. Almeno respiri.
E non aspetti più, mai più -ti dici- che qualcosa succeda.
A costo di morire di sonno. O di cadere svenuto.
Una mattina, mentre pedali nella luce dell’alba che ti sfiora, sorridi. Visto che posso vivere solo così, ti dici, almeno vivo pienamente.
E quando non aspetti più niente, se qualcosa inizia ad arrivare, a te non te ne frega più niente.
Ti godi solo il momento. Intensamente.
Fatto sta che alcuni video o esperienze narrati su facebook, alcune letture, piccoli incontri, ti portano a sussultare, a dire apperò-dai-forse-che-forse-qualcosa-forse…
No-no-no-no-no…. Attenzione: io non mi aspetto più niente.
Ma ti specchi nella Desolazione Ufficiale Garantita del lavoro e ti dici di nuovo -per la volta elevata alla enne: così non va, non va, non va.
E trovi una piccola onda buena: leggi un articolo che ti porta a riflettere.
Il giorno dopo ti senti più carico.
Allora cerchi il libro che l’articolo ti consiglia.
Lo leggi avidamente nelle pause dei soliti disastri e drammi lavorativi.
Tanto non t’aspetti più niente.
E il giorno dopo ti senti più carico ancora. Provi a fare gli esercizi di visualizzazione descritti nel libro. E ne trai giovamento. Non troppo. Però un pò sì.
E un barlume di umore diverso si affaccia.
Allora apri una nuova pagina, ti eserciti un pò di più e provi un paio di esperienze serali, poi notturne, poi nei weekend, di tipo completamente diverso.
Insomma, vivi meglio, solo un pò di più, dicendoti: tranquillo, non ci sei ricaduto di nuovo. Adesso lo sai che tanto tra poco arriverà un’altra mazzata.
Come va, ti chiedono.
Beh, è sempre la solita schifezza in verità, lavorativa e personale; ma diciamo che mi sto muovendo di nuovo.
E’ strano: ho accettato che niente cambierà mai e quindi mi muovo di più, senza alcuna speranza che non sia la cosa in sé.
Ed effettivamente, il lavoro stranamente non ti abbatte o non ti irrita o non ti dà sintomi come prima.
Ma sì certo, un pò sempre, però devi riconoscere che oggettivamente non stai messo male come un tempo.
E arriva anche l’attesa mazzata. Una mattina.
Arriva tramite una banale comunicazione.
Del tuo capo o del tuo partner o di tutt’e due.
Le dai il benvenuto e stai lì. Ma non succede il grande abbattimento solito.
Decisamente, lo accusi meno.
Perché? Vuoi che te lo dica sinceramente?- ti dici…: perché non te ne frega più una cippa di niente.
Hai cambiato atteggiamento, in effetti. Dentro.
Non t’illudere, non t’illudere, per favore non t’illudere, ti ripeti.
E così si succedono le settimane. Come tante esperienze uniche. In cui prendere i momenti utili e accettare quelli inutili in sé. Inevitabili.
Dopo qualche stagione ti fotografi: sei iscritto da mesi alla tua pratica settimanale, fai parte di un gruppo di canto o go kart o tiro con l’arco istintivo, durante i quali -ormai non osi pronunciare le parole ma in effetti sì: ti diverti e ti confronti. Sempre non troppo ma…
Vai di più a ballare, ti viene facile organizzare weekend diversi, viaggi e stacchi molto di più.
Prima ti dicevi che avresti dovuto sforzarti, uscire, iscriverti a qualsiasi cosa, ma lo sforzo era sempre troppo.
Oggi invece fai le cose senza pensarci. Sei rassegnato e allora ti nutri di una sorta di rabbia fredda.
E semplicemente ti smuove, ti attiva, senza più menate.
Leggi che un autore amava ripetere: la rabbia è l’emozione che guarisce. Vero, commenti.
Ti sei iscritto, in verità senza accorgertene, ad una marea di cose.
Rifletti: il fatto che non ti aspetti più la grande rivoluzione ti ha portato ad affrontare ogni cosa, ogni istante, con tutto te stesso.
E sono due pietre miliari che un tempo cercavi e non riuscivi a trovare.
Non aspettarmi più niente. E in ogni istante, tutto me stesso.
E oggi, udite, udite, è già il terzo giorno che ti si prospettano, nella tua testa, naturalmente, al caffé o nel tragitto in auto: idee nuove.
Maddai! Sorridi come fossi matto: eddoveemmesietestatetuttoquestotempobastarde?!
E poi rispondi quasi gridando: però adesso, un attimo: che volete?! Io non mi aspetto più niente, capito?!
Eppure, poter cambiare qualcosa di importante, magari lavoro, magari vita -che tanto non arriveranno mai, certo- eppure basta a provocarti improvvisi entusiasmi che da quand’è che non sentivi?
Allora accosti, ti fermi, chiami, inventi una scusa che prima ti saresti proibito ad libitum, e ti godi un pomeriggio a camminare nella natura, con elucubrazioni sul tuo nuovo possibile lavoro o viaggio o affetti improvvisi o chissà che.
E un attimo dopo, ti guardi intorno ed è già passato quasi tutto il tramonto. E tu sei ancora lì al parco che-se-mi-vedono…
Chiami il tuo amico, nuovo-ma-ormai-già-consolidato-che-non-pensavo-così-in-fretta, e gli dici: senti, sì. Pausa.
Ti devo parlare. Mi è venuto un progetto di vita che non so da dove sia uscito. Niente di che ma non mi succedeva da anni e anni. Eppure mi sembra ragionevole.
L’ho massacrato, ignorato, spezzettato. Eppure: quadra.
E se ne parlassimo?
E t’incammini fiero ed impavido come fossi il nord che non dimentica nella battaglia per i Sette Regni.
Dici a voce alta per strada: “North Remembers!”. E ti diverte e ti viene da ridere.
Qualcuno si gira e ti guarda e tu pensi: ridete, ridete.
Nemmeno vi vedo, qui da Grande Inverno.
Vai al punto successivo:
Riepilogo:
- Accettazione Incondizionata: 1. Accetta di Stare Dove Sei e Apriti con Spirito Leggero
- Accettazione Incondizionata: 2. Vivere un Film Rivoluzionario
- Accettazione Incondizionata: 3. Le Paure Da Accettare
- Accettazione Incondizionata: 4. Stare nell’Incertezza Fa Fiorire Doni
- Accettazione Incondizionata: 5. I Problemi di Una Volta, Ora Sono Dentro
- Accettazione Incondizionata: 6. il Caso di Marc
- Accettazione Incondizionata: 7. Il Caso di Jenny
- Accettazione Incondizionata: 8. Non Farcela Più a Stento
- Accettazione Incondizionata: 9. I Livelli di Base di Accettazione
- Accettazione Incondizionata: 10: I Livelli Superiori di Accettazione
- Accettazione Incondizionata: 11. La Metafora del Vento
- Accettazione Incondizionata: 12. Due Accettazioni
- Accettazione Incondizionata: 13. Aiutami a…
- Accettazione Incondizionata: 14. Pur di Non Trovare
- Accettazione Incondizionata: 15. Silvana e il Sogno Magico
- Accettazione Incondizionata: 16. Adele, l’Assedio e la Guerra
- Accettazione Incondizionata: 17. Viola, la Violenza
- Accettazione Incondizionata: 18. Muoviti
- Accettazione Incondizionata: 19. Scateniamo l’Inverno
- Accettazione Incondizionata: 20. Che Cossé l’Amor… Noi Continuiamo a Farci Ciò che ci Facevano da Bambini
- Accettazione Incondizionata: 21. Il Mistero di Tir’e Molla
- Accettazione Incondizionata: 22. Mito, Tragedia e Commedia della Nostra Vita
- Accettazione Incondizionata: 23. La Terapia Attraverso le Figure Tragiche
- Accettazione Incondizionata: 24. Sintonizzarsi con “l’Altro”
- Accettazione Incondizionata: 25. Far Esistere L’Altro
- Accettazione Incondizionata: 26. Il Rito dell’Accettazione
- Accettazione Incondizionata: 27. Una Piccola Via Senza Uscita
- Accettazione Incondizionata: 28. Due Motivi per Celebrare l’Accettazione
- Accettazione Incondizionata: 29. Accettare di Smettere per Sempre
- Accettazione Incondizionata: 30. Schema Quotidiano della Trasformazione
Approfondimenti:
- Quel Che Succede Ad Esserci
- Decidere d’Incidere
- I Paradossi Degli Esercizi Bioenergetici
- La Logica Contenuto-Contenitore
- Di come la Bioenergetica Crei Energia e Denaro
- Io Creo o Consumo?
Conferenza Gratuita 1 Dicembre, 20,30
5 Ricette per una Piccola Felicità
5 Ricette per una Piccola Felicità
1. Accettazione Incondizionata: Accetta di Stare Dove Sei e Apriti con Spirito Leggero
2. Leggerezza Profonda: Smetti per Sempre di Discutere e Dai Luce Emotiva
3. Evoluzione Sostenibile: Spingi per Te, con Tutto Te Stesso e Mai Più Contro Qualcuno
4. Visione Radicata: Togli l’Impossibile dai Tuoi Obiettivi e Sorridi alle Tue Preoccupazioni
5. Cerca il Piacere Corporeo ed Emotivo e Scopri il tuo Scopo Primario